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Saluzzese | 12 novembre 2020, 11:15

“La destra in Piemonte non vuole medici stranieri”: Demarchi polemico, a Saluzzo, contro il “post” di “Insieme si può”

La compagine di Centrosinistra che appoggia l’Amministrazione comunale Calderoni scrive su Facebook: “Medici e infermieri esclusi dai concorsi perché di origine extra-europea”. Ribatte il consigliere regionale: “La solita propaganda faziosa. I bandi sono chiari: nessuno è escluso”. Ma anche l’Asgi denuncia la stessa anomalia

Il post apparso sulla pagina Facebook di "Insieme si può"

Il post apparso sulla pagina Facebook di "Insieme si può"

Polemica, a Saluzzo, su un post apparso sulla pagina Facebook di “Insieme si può”, la compagine di Centrosinistra che sostiene l’Amministrazione comunale del sindaco Mauro Calderoni.

Sotto il titolo “Ostinazione ideologica?”, il post recita, testuale: “La Giunta regionale ha deciso di escludere dai concorsi migliaia di medici e infermieri solo perché di origine extra-europea.

Si tratta di una decisione incredibile, perché parliamo di 22mila medici e 38mila tra infermieri, fisioterapisti, farmacisti, odontoiatri e altri professionisti in grado di sostenere le nostre corsie, i nostri reparti e di salvare la vita di tante persone.

Il tutto è ancor più incredibile se pensiamo che proprio la Regione Piemonte ha denunciato la mancanza di medici e infermieri, al punto che la maggioranza leghista è arrivata a chiedere l'aiuto delle tanto odiate Ong.

È sconcertante che, a fronte di una pandemia, si continui a sostenere slogan anche quando confliggono con l’interesse della collettività. La salute viene prima di qualsiasi propaganda”.

A margine del testo, un primo piano del presidente Alberto Cirio con la dida: “La destra in Piemonte non vuole medici stranieri”.

Poco meno di 250 le interazioni con il post, tra cui una settantina di commenti ed altrettante condivisioni.

In soccorso della Giunta regionale è giunto, ieri sera (mercoledì), Paolo Demarchi, consigliere regionale Lega di maggioranza.

“Sul reclutamento di medici e infermieri – scrive Demarchi – va in scena la solita propaganda faziosa di ‘Insieme si può’. Come ha ricordato il nostro assessore alla Sanità Luigi Icardi, i bandi per il reclutamento di medici e infermieri della Regione Piemonte consentono la contrattualizzazione di personale sanitario proveniente da tutti i Paesi, anche da quelli non appartenenti all’Unione Europea.

I bandi sono chiari: come previsto dalla legge, nessuno è escluso sulla base della nazionalità.

Basta essere in possesso di un titolo di ugual valore ed efficacia dell’iscrizione all’albo dove richiesto e del permesso di soggiorno per lavoro.

Dal 10 settembre al 5 novembre, le aziende sanitarie, o attraverso i bandi del Dirmei, o attraverso le proprie graduatorie, hanno reclutato 514 medici, 1.273 infermieri e 1.397 persone con altre professionalità, incluse persone di nazionalità straniera. Questa è la verità”.

Da “Insieme si può” nessuno commentano le parole di Demarchi.

Ma si apprende che, comunque, il dato sull’esclusione di sanitari stranieri dal bando regionale è stata denunciata da Asgi, Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione.

In un articolo, l’Asgi riporta che “da marzo 2020 grazie all’articolo 13 del decreto ‘Cura Italia’, possono essere assunti ‘alle dipendenze della pubblica amministrazione per l’esercizio di professioni sanitarie e per la qualifica di operatore socio-sanitario… tutti i cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione europea, titolari di un permesso di soggiorno che consente di lavorare, fermo ogni altro limite di legge’.

Inspiegabilmente – cita l’articolo di Asgi – le amministrazioni di Ospedali e Azienda sanitarie stanno completamente ignorando questa disposizione e continuano a bandire concorsi che, quanto ai medici, richiedono il requisito della “cittadinanza italiana o di paesi dell’Unione Europea e, quanto al restante personale sanitario prevedono i requisiti previsti dall’art. 38 testo unico del pubblico impiego escludendo pertanto i cittadini extra UE che non siano soggiornanti di lungo periodo.

Tutto questo accade in Lombardia, in Lazio, in Piemonte, in Basilicata, nel Molise, in Sicilia, in Calabria”.

Secondo l’Amsi, Associazione medici stranieri in Italia, nel nostro Paese sono presenti circa 77.500 persone aventi cittadinanza straniera con qualifiche sanitarie: tra cui 22mila medici, 38mila infermieri, e poi fisioterapisti, farmacisti, odontoiatri e altri professionisti della sanità. Ma, sempre secondo Amsi, tra soltanto il 10% riesce ad accedere a posti di lavoro nell’ambito della Sanità pubblica.

Ni.Ber.

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