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Attualità | 16 novembre 2020, 19:57

A Vergne l’ultimo saluto al braidese Luciano Scarzello, "giornalista, ferrovier, viaggiatore"

Aveva 68 anni. Fu collaboratore di numerose testate locali e non solo, oltre che organizzatore di eventi impegnato nella promozione del territorio

Luciano Scarzello, aveva 68 anni

Luciano Scarzello, aveva 68 anni

Riposeranno nel cimitero di Vergne, la frazione di Barolo della quale era originaria la famiglia, le spoglie del braidese Luciano Scarzello, 68 anni, spentosi nei giorni scorsi dopo una lunga malattia.

"Giornalista, ferroviere e viaggiatore" – come recita l’epigrafe sui manifesti che ne annunciavano le esequie, tenutesi oggi nella chiesetta langarola di San Ponzio –, la sua era una figura molto conosciuta ai piedi della Zizzola, dove, dopo il diploma al "Guala" e una laurea in Scienze Politiche, ha vissuto affiancando a quello che sino alle pensione sarebbe stato il suo principale impegno professionale una fervente e appassionata attività di pubblicista, scandita da corrispondenze su testate come L’Avanti, Il Giorno, La Gazzetta del Popolo, La Stampa, la Rai di Torino, Il Giornale di Montanelli; un ricco curriculum di collaborazioni anche prestigiose, al fianco delle quali ne avrebbe aggiunte altrettante per radio, Tv e settimanali locali.

Con gli anni della maturità si era anche dedicato in modo attivo alla promozione del territorio, ma anche all’organizzazione di incontri ed eventi culturali, quali quelli che portarono a Bra il corrispondente della Rai a Londra Antonio Caprarica o Ilvo Diamanti, che di Scarzello era stato compagno di scuola durante gli anni dell’infanzia, che il noto politologo visse a Bra al seguito del padre finanziere, insieme a un altro volto noto della televisione pubblica, il giornalista Beppe Rovera.

"Ha fatto solo in parte ciò che inseguiva – ha scritto proprio Rovera in un sentito ricordo dell’amico e collega –, tradito troppo spesso dall'impossibilità per lui di adattarsi al percorso magari lento e tortuoso di una professione dalle porte strette (…). La vita, complice un carattere divenuto col tempo spigoloso e difficile, gli ha imposto un cammino diverso".

"Un collega che ha amato moltissimo la sua e nostra terra – ricorda un altro amico giornalista, il sommarivese Gian Mario Ricciardi, già caporedattore della sede Rai di Torino –. Grande esperto di vini, di paesaggio e di enogastronomia, ha messo la sua profonda conoscenza delle Langhe e del Roero a servizio di numerose testate del territorio e anche della nostra sede Rai, di cui fu a lungo informatore. Un cronista alla vecchia maniera e anche una persona di grande sensibilità, cui la vita non ha risparmiato un’esistenza non sempre facile, negli ultimi anni segnata anche da grande solitudine".

Ezio Massucco

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