Il lockdown del marzo scorso che lo ha confinato per due mesi nella casa di Sampeyre, gli ha dato l’occasione di scrivere la storia di famiglia, dando sfogo ad una passione che lo accompagna da una vita, affiancata ad un mestiere completamente diverso.
E così, Oronzo Scarano - "Renzo” come lo conoscono i saluzzesi - noto artigiano del ferro e imprenditore, non solo ha scritto il diario della sua esistenza, costruita con volontà e determinazione ma lo spaccato di una realtà che rappresenta la generazione di immigrati arrivati dal Sud per trovare lavoro negli anni ’70 del secolo scorso.
Piemonte, Puglia, Saluzzo e Mottola: due mondi legati da alcune storie di famiglie che dal sud sono emigrate al nord in cerca di fortuna.
Nel libro ci sono poi personaggi e situazioni di una Saluzzo del recente passato, di artigiani che hanno caratterizzato l’artigianato saluzzese nei vari settori dal legno al ferro. Scarano è uno di loro.
“Nel libro parlo della mia vita, originario della Puglia, nato a Mottola nel '43, e a sette anni arrivato in Piemonte con la mia famiglia, presso parenti e cugini, sentendo sulla pelle quella sorta di razzismo verso i meridionali (c’erano i cartelli non si affitta ai meridionali) pur essendo mio padre un grande lavoratore".
Scarano mette in luce alcun figure che sono state molte importanti per la sua crescita: “la maestra Ronsingana, che ha convinto mio padre che a 11 anni voleva mandarmi a fare il manovale, a farmi imparare un mestiere per la vita. E cosi, sono entrato nella bottega di Orazio Pecorale che ricordo con gratitudine.
Qui ha imparato il mestiere di fabbro, grazi al quale sono entrato, anni dopo, da Pagliero, quando era ancora non era a Manta, ma in via della Resistenza a Saluzzo. Piero Pagliero mi aveva preso a ben volere e mi dato fiducia.
Nel ‘66 mi sono messo per conto mio. La mia "boita" era nel cortile della Spada Reale, in piazza Cavour. Prima ho iniziato con il lavoro di riparazioni e, via via, siamo passati alla carpenteria pesante, arrivando all’officina di via del Follone, dove ora ci occupiamo, con tutta la famiglia, di serramenti, carpenteria leggera, automazioni, porte blindate. Siamo arrivati ad avere fino a 8 operai. Con me che contavo per due".
Ha sposato Benedetta Acquaro, anche lei originaria di Mottola, che ha conosciuto quando era militare a Taranto, in Marina. "Ci siamo frequentati e all’atto del congedo ci siamo uniti in matrimonio. Allora ci si lasciava o ci si sposava". Hanno avuto tre figli: Antonino, Maria Grazia e Claudio.
Scarano, unico della famglia d’origine a non essere tornato a Mottola, si è perfettamente inserito nella vita di Saluzzo, ed ha ricoperto anche cariche di prestigio. Dal 1977 al 1989 è stato presidente del Gruppo Anmi di Saluzzo ( Associazione nazionale marinai italiani” che gli è valsa nell’82 l’onorificenza di cavaliere O.M.R.I., firmata dall’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Dal 1988 al 2000 ha rappresentato gli Artigiani nel comitato Pro Saluzzo. Dal 1993 al 1995 è stato presidente della corale Le Tre Valli, della quale nel gennaio 2020, dopo 27 anni, è stato nuovamente eletto presidente. È stato membro del Consiglio direttivo della Confraternita di San Eligio. Dal 2000 al 2008 è stato insegnante all’Azienda di formazione professionale di Verzuolo.
Il libro è una novità editoriale nella collana “Libri dal Cassetto” della Fusta Editore. Pag. 272 – foto a colori e in bianconero. Euro 18,50 Distribuito nel saluzzese, sul sito di www.fustaeditore.it e sui principali e-commerce nazionali.