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Attualità | 26 novembre 2020, 14:13

Al Caffè Letterario di Bra si legge ‘Dante’ del professor Alessandro Barbero

Recensione del poeta braidese Bernardo Negro e tre domande al gentilissimo autore

Al Caffè Letterario di Bra si legge ‘Dante’ del professor Alessandro Barbero

È uscito da poche settimane ed è già un successo. Nelle proposte di lettura del Caffè Letterario di Bra irrompe di prepotenza ‘Dante’ (Laterza, 2020) di Alessandro Barbero, storico, saggista e romanziere, ordinario di Storia medievale all’Università degli Studi del Piemonte Orientale, noto al grande pubblico per le sue partecipazioni a trasmissioni televisive culturali.

E non poteva essere altrimenti, visto che ce lo consiglia il poeta braidese Bernardo Negro con una raffinata recensione: “Si tratta non di un saggio letterario, ma di una biografia sapientemente particolareggiata del sommo Poeta. Barbero, uno degli Storici più preparati e vigorosamente innovatori, ci parla di un Dante attivo fino ad apparire ingenuamente spregiudicato nella Firenze di fine XIII Secolo”.

E lo fa in una maniera nuova, cercando di scavare in quei periodi della vita ancora oscura dell’artista, periodi caratterizzati da silenzio e lacrime: “Lui appartiene ad una famiglia che ha già un cognome (al tempo si usavano solo patronimici) ed uno stemma, le ali, in omaggio agli Alighieri. È cavaliere di sfondamento alla battaglia di Campaldino nel 1289, rischioso privilegio di chi sapeva maneggiare le armi con destrezza. È acculturato ed ama la ‘bella vita’ da quel ‘giovin signore’ che è. Incontra Beatrice quando entrambi sono in giovanissima età e la rivede quando lei è sposata e lui ha 17 anni. Sappiamo che il suo ‘amore’ platonico dura poco. La giovane scompare presto. Dante sposa Gemma Donati e ha dei figli”. 

Il libro prosegue con pagine dedicate alla vita quotidiana, alla maturità e al rapporto con la società di allora: “Col fratello, Francesco, Dante è un imprenditore abile e prudente al tempo stesso, ma in politica si barcamena tra acrobatiche incertezze. È forse ambasciatore a Roma quando i Donati (lui era amico di Forese, uno della famiglia) fanno pressione sul Papa per esiliarlo. Ne approfittano, poiché, da Priore, si era rifiutato di mandare armigeri come richiesto da Bonifacio VIII per la guerra di Maremma. Non parlerò dell’esilio. Sono note le peregrinazioni e le struggenti rimembranze di giorni che sempre più si allontanano dalla possibilità di tornare in Patria e più si avvicinano alla fine della sua esistenza”. 

Il racconto del professor Barbero è affascinante, intrigante. Impossibile non esserne conquistati. “Dante è un libro che arricchisce la nostra conoscenza storica fino a parteciparne come esperienza umana. Corredato da fittissime note, il lavoro di Barbero si inserisce degnamente nel prossimo Centenario Dantesco che ripropone i capolavori del ‘più grande Poeta di tutti i tempi’, come ebbe a dire Borges parlando della Commedia, subito considerata Divina”.

Ma c’è ancora qualcosa da aggiungere, su questo libro che entra a far parte della biblioteca sconfinata del professor Alessandro Barbero? Ce lo dice lo stesso autore: “Biografie di Dante ce ne sono tante. Io ho fatto un’operazione diversa: ho scritto la sua vita come se non avesse scritto la Divina Commedia. Ho cercato di ricostruire tutti quegli aspetti che sono gli stessi della vita di un uomo del 1200-1300, che è il periodo che studio e insegno”.

Che cosa dobbiamo aspettarci da questo libro? “Si parla dell’uomo del Medioevo più che del Poeta. Dante era immerso nella sua epoca, come noi lo siamo nella nostra. Sulla sua vita ha lasciato tracce nelle sue opere ed è stato raccontato da molti che l’avevano conosciuto, perché si erano accorti tutti che era un genio”.

Ed a proposito del Coronavirus, Barbero commenta: “Questa pandemia è stata un esperimento di globalizzazione che non c’era mai stato prima. Abbiamo vissuto e stiamo vivendo un fatto storico importante in questo senso, ed è importante vedere che abbiamo reagito applicando contromisure automatiche, che stavano da qualche parte del nostro inconscio, o nei cassetti dei ministeri della Sanità; contromisure che sono quelle inventate dai nostri antenati, che hanno avuto a che fare con la peste del ‘300”.

Insomma, per chi ama il Sommo Poeta e per chi è innamorato del professore piemontese, Dante è un libro che non può mancare nella libreria di casa

Silvia Gullino

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