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Politica | 29 novembre 2020, 18:37

Pd diviso sulla riapertura delle scuole medie in Piemonte

Per la deputata Chiara Gribaudo quella di Cirio è una scelta grave: “Non ha senso avere i centri commerciali pieni e i banchi vuoti”. Di diverso avviso il consigliere regionale albese Maurizio Marello: “Con 700 morti al giorno possiamo continuare la scuola da casa, tenere gli sci in garage e lasciare perdere i cenoni”

Pd diviso sulla riapertura delle scuole medie in Piemonte

Che sia grande di questi tempi la confusione sotto il cielo della politica non è una novità.

Quel che stupisce è quando, su un tema importante qual è l’istruzione, esponenti dello stesso partito e nello stesso contesto territoriale, assumono posizioni opposte.

Così succede nel Partito Democratico, forza politica di governo a Roma, ma di opposizione in Regione Piemonte, dove due rappresentanti esprimono pubblicamente opinioni tra loro contrastanti.

Duro l’attacco sferrato al presidente della giunta regionale Alberto Cirio dalla deputata cuneese Chiara Gribaudo sulla mancata riapertura delle scuole, almeno per ciò che concerne la ripresa delle lezioni in seconda e terza  media.

“Giusto tre giorni dopo che il presidente Cirio è andato a farsi fotografare con Anita, la studentessa di Torino in protesta contro la #DAD, il Piemonte – scrive la parlamentare sul suo profilo social – è tornato in zona arancione che significa che tutti i negozi sono aperti e possono esserlo anche le scuole medie. Ma lo stesso Cirio ha deciso che i bambini di seconda e terza media domani non torneranno in classe e continueranno con la didattica a distanza.

Credo che sia una scelta grave – afferma la Gribaudo –, che sacrifica colpevolmente migliaia di bambine e bambini, un sacrificio che si allarga alle loro famiglie. Una scelta che dimostra come l’emergenza in Piemonte continui ad essere gestita soprattutto con la propaganda. Molti studi stanno evidenziando come la chiusura delle scuole metterà a rischio il futuro di intere generazioni. Perché allora ricercare a tutti i costi una riapertura e lasciare indietro gli studenti? L'istruzione – sostiene – non vale meno dello shopping delle feste natalizie. Mi auguro che la Regione rifletta e riapra pienamente le scuole medie come consentito dal governo in zona arancione. Tutte le cautele contro questi virus sono necessarie, ma non ha davvero senso avere centri commerciali pieni e banchi vuoti. E non si possono prendere in giro così ragazze e ragazzi preoccupati per il loro futuro, scendendo in piazza con loro per poi negargli di tornare a scuola. Altrimenti – polemizza la Gribaudo – quella solidarietà era solo una bugia buona per le telecamere”.

Di parere diverso Maurizio Marello, ex sindaco di Alba, unico consigliere cuneese Pd a Palazzo Lascaris dove siede sui banchi dell’opposizione. Da Marello arriva un assist a Cirio proprio sullo spinoso  tema della scuola.

“So – afferma l’esponente regionale – di prendere una posizione non in sintonia con il mio partito. Io stesso, sin da maggio, affermavo che la scuola era stata dimenticata. E lo è stata. Scuola è sicurezza negli edifici, distanziamento, ma anche trasporti sicuri. Purtroppo Governo e Regioni non hanno garantito questa sicurezza, in particolar modo per quanto riguarda i trasporti. E’ innegabile – osserva Marello – che l’ impennata dei contagi sia coincisa con l’avvio dell’anno scolastico. Non sarà l’unica causa, ma certamente una concausa. Allora giunti a fine novembre, di fronte all’indubbio fallimento di Stato e Regioni sul tema scuola, concordo pienamente – afferma l’ex sindaco di Alba – sulla decisione del presidente Cirio di continuare almeno fino a Natale con le lezioni in remoto anche per la scuola media. Fino al termine dell’ inverno, in assenza del vaccino, continuiamo ad essere molto prudenti. Con 700 morti al giorno – conclude – possiamo continuare la scuola da casa, tenere gli sci in garage e lasciare perdere i cenoni”.

GpT

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