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Attualità | 30 novembre 2020, 09:30

Qualità della vita: le città piemontesi faticano nella classifica di ItaliaOggi e Università La Sapienza

Nella classifica tematica "Affari e lavoro" Cuneo è al quarto posto

Qualità della vita: le città piemontesi faticano nella classifica di ItaliaOggi e Università La Sapienza

Il posto dove si vive meglio in Italia? Pordenone. Lo dice l'ultima edizione dell'indagine realizzata da ItaliaOggi in collaborazione con l'università La Sapienza di Roma. Una graduatoria in cui non mancano mai i cambi della guardia (lo scorso anno era Trento l'eden tricolore, mentre ora è scesa al secondo posto), ma dove Torino fatica a trovare la sua dimensione.
Tra le grandi aree urbane, infatti, quella della Mole è una delle città che fa più fatica: Roma risale (dal 76esimo al 50esimo posto), Venezia si piazza al 30esimo posto, uno davanti a Firenze, mentre Milano scende dal 29esimo posto, ma si ferma al 45esimo. Genova è 52esima, ma con un guadagno di 14 posizioni rispetto a un anno fa.​ Torino, invece, crolla dal 49esimo al 64esimo.

Presenze piemontesi nelle classifiche tematiche. Per esempio in "Affari e lavoro" Cuneo è al quarto posto, davanti a Fermo e Rimini. Per "Tempo libero e turismo", se Siena si conferma al primo posto alle sue spalle ci sono Rimini, Aosta e Verbano-Cusio-Ossola. Ma ancora Cuneo, stavolta con Vercelli Asti, si collocano nei bassifondi della classifica "Sistema Salute".

E non mancano commenti severi alla luce di questa classifica. "La nostra Torino non merita il declino a cui l'ha condannata il sindaco Appendino", dice l'esponente di Fratelli d’ItaliaEnzo Liardo. "La nostra città è precipitata dal non eccelso 49esimo posto del 2019, al 64esimo. Un tonfo di cui gli unici colpevoli sono il sindaco e la sua giunta grillina. Servizi inesistenti, periferie abbandonate, piste ciclabili che creano caos invece che facilitare gli spostamenti dei torinesi. Avevano promesso di cambiare la città partendo dalle aree più difficili e invece sono riusciti soltanto a peggiorare la situazione già critica".

Massimiliano Sciullo

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