Onore, gelosia e vendetta: da questa combinazione è nato il procedimento penale a carico di A.N., cittadino di origini albanesi, riconosciuto colpevole di lesioni e minacce ai danni di un ragazzo italiano, suo “ex amico”.
Il Tribunale di Cuneo negli scorsi giorni lo ha condannato a 9 mesi di reclusione con sospensione di pena.
Il settembre 2015 nel parcheggio di un supermercato di Mondovì, l’imputato ha assalito l’ “ex amico” che era a bordo della sua Alfa Romeo Giulietta. Qui, con l’aiuto di un suo connazionale, lo ha picchiato, minacciandolo dopo l’accaduto anche con messaggi minatori, fra cui “Ti vengo a prendere”, “ti ammazzo”.
Il motivo della lite è stato lo scatto di una foto che ritraeva il malcapitato insieme alla moglie dell’aggressore. Ad aiutare A.N. nella sua “vendetta” un complice , che, mandato a giudizio in un altro procedimento, è stato condannato oltre che per lesioni anche per rapina in quanto, durante l’aggressione, ha sottratto l’iPad aziendale alla parte offesa.
La foto incriminata, che è costata alla vittima oltre un timpano perforato e la perdita in parte dell’udito anche quella del lavoro per via dei molti giorni di prognosi, è stata scattata in un bar di Vicoforte all’ora dell’aperitivo. In quell’occasione, il ragazzo insieme ad alcuni colleghi di lavoro aveva incontrato la moglie di A.N.: la pubblicazione della diapositiva sui social, avrebbe scatenato le ire piú funeste del marito della donna, che a detta della parte offesa “sarebbe stato solo un pretesto per prendergli l’iPad”.
La requisitoria del pubblico ministero Delpui non ha lasciato spazio a interpretazioni: “L’aggressione è stata finalizzata a punire il ragazzo. Ê stata cruenta e brutale: il certificato medico e le tracce di sangue ritrovate sull’ Alfa Romeo Giulietta lo testimoniano."