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Saluzzese | 15 dicembre 2020, 10:34

“Saluzzo intitoli la ‘sua’ biblioteca ad Antonio Bodrero, persona che molto ha dato alla cultura piemontese nel secolo scorso”

La proposta, trasmessa direttamente al sindaco Calderoni, del Movimento Progetto Piemonte e dai Liberi Elettori Piemonte

Foto ritratto di Antonio Bodrero

Antonio Bodrero

“Intitolare la biblioteca civica di Saluzzo ad Antonio Bodrero”.

La richiesta, giunta al sindaco della Città Mauro Calderoni, arriva dal Movimento Progetto Piemonte e dai Liberi Elettori Piemonte, contenuta in una lettera inviata proprio al primo cittadino.         

Massimo Iaretti­, presidente di MPP e consigliere comunale di Villamiroglio (provincia di Alessandra) con delega all’Identità Piemontese (unica del genere in Piemonte) ed Emiliano Racca, saluzzese, segretario dei Liberi Elettori Piemonte nella missiva rimarcano l’importanza del ruolo di Bodrero nella cultura piemontese, della Provincia di Cuneo e della Città di Saluzzo.

L’intitolazione della biblioteca di Saluzzo ad Antonio Bodrero – dicono Iaretti e Racca – sarebbe un giusto riconoscimento ad una persona che molto ha dato alla cultura piemontese nel secolo scorso. L’auspicio è che l’Amministrazione comunale di Saluzzo tenga conto di questa indicazione”.

Proprio sull’intitolazione della biblioteca cittadina si era aperta una raccolta di idee, attraverso la quale ogni cittadino può far sapere a quale personaggio, tra coloro che si sono distinti per meriti letterari, artistici o sociali, vorrebbe che fosse dedicata la biblioteca. C’era tempo per suggerire i nomi sino al 13 dicembre scorso.

Ora, un’apposita commissione selezionerà i migliori suggerimenti, che poi potranno essere a loro volta votati dai cittadini.

Movimento Progetto Piemonte e Liberi Elettori Piemonte, però, rimarcano l’importanza di Antonio Bodrero anche per il Saluzzese.

“Antonio Bodrero (Barbo Toni Bodrìe) è forse il più grande visionario della poesia dialettale(piemontese e provenzale) del Novecento. – si legge in una biografia trasmessa agli organi di stampa - Nella sua opera aleggia un sentimento profondo per la natura, un animismo cristiano che coglie in ogni minimo fenomeno l’epifania del Dio evangelico, la conferma del suo amore verso le creature.

Con Bodrìe – come già era avvenuto con Mistral nell’Ottocento – l’antica lingua d’oc dei trovatori esce dal sonno di tanti secoli bui e ritrova prodigiosamente lo splendore delle corti duecentesche.

Nativo della Val Varaita, fu a lungo legato a Saluzzo, dove risiedeva con la famiglia, e alla cultura del territorio del già Marchesato di Saluzzo. Fu prima insegnante di storia dell’arte al Liceo Classico di Saluzzo, poi direttore della Biblioteca Civica di Saluzzo stessa.

Vinse numerosi premi di letteratura e concorsi di poesia, i premi poetici rimasero per tutta la sua vita una delle sue passioni, una concessione alla vanità.

Una volta in pensione, continuò a dedicarsi alla poesia, alla vita culturale e politica, avendo fondato prima il Movimento Autonomista Occitano, militando poi nei movimenti piemontesisti con cui venne eletto anche consigliere regionale. Ma è alla riscoperta, valorizzazione ed elaborazione della cultura occitana e piemontese - poetica, letteraria, artistica e politica -, che Bodrero dedicò tutta la sua vita itinerante.

Tra le sue opere principali: Cristina, poema sacro (Operaia, Saluzzo 1958); La gioia dei giorni(Santa Maria degli Angeli, Verzuolo 1966); Solestrelh òucitan (Movimento autonomista occitano, Cuneo 1971); Val d’Inghildon (Centro studi piemontesi, Torino 1974); Sust (Ël pèilo, Mondovì 1985); Dal prim uch a l’aluch (Centro studi piemontesi, Torino 2000); Grinor(Primalpe, Boves 2000); Opera poetica occitana (Bompiani, Milano 2011)”.

redazione

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