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Attualità | 16 gennaio 2021, 10:37

"Bosso mi diceva: stupisci. Ora suono i miei ricordi": la generazione Z tra i tasti di Blangero [INTERVISTA]

Il giovane compositore, nato ad Alba nel 2000, ha pubblicato il suo ultimo singolo, "Memories", che anticipa l'album in uscita a marzo

Emiliano Blangero_ph Emanuele Baracco

Emiliano Blangero_ph Emanuele Baracco

Un’immersione sonora, delicata e sognante, in quel bacino ricolmo di ricordi che trascolorano dalla fanciullezza alla maturità. È a questa poetica che si ispira l’ultimo singolo del giovane pianista Emiliano Blangero, classe 2000, nato ad Alba e formatosi al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino.

Memories, uscito da pochi giorni per Believe Music Italia, è l’ultima tappa di un intenso cammino da enfant prodige, che l’ha visto sedersi davanti ai tasti già all’età di 4 anni, per poi intraprendere tenacemente un percorso formativo classico dal 2007 e approdare infine nel mercato discografico nel 2019, con l’album Rivelare

Una produzione artistica votata alle canzoni per pianoforte, che vanta anche due inediti in una compilation dell’etichetta discografica INRI Classic ed EMA Edition, la stessa casa discografica del noto pianista e compositore Roberto Cacciapaglia, con cui Blangero si è perfezionato seguendo l'accademia per compositori Educational Music Academy.

Emiliano, Memories abbraccia la sfera emotiva del ricordo. A cosa hai attinto, di tuo, per la composizione?

Sono note ispirate da ricordi passati, che riaffiorano nella mente e restano indelebili nel cuore. Ho cercato di esprimere la bellezza e l’importanza di questi ricordi, che sono poi il riassunto delle nostre esperienze di vita. Conservarli dentro di noi è fondamentale, soprattutto nei momenti di difficoltà, quando tutto sembra ormai svanito o perduto. Sono l’unica cosa a cui ci aggrappiamo quando sentiamo “il vuoto” dentro, diventano la nostra salvezza. E anche la musica è salvifica e purificatrice. Con una melodia semplice, ho voluto raccontare ciò che provavo durante il lockdown, privato delle  mie solite abitudini. Nel brano ci sono note positive, che invitano alla speranza, soprattutto nella prima parte, ma anche note più nostalgiche e malinconiche. È un incontro tra due attitudini. Tuttavia prevalgono le sensazioni piacevoli, rispetto al futuro che verrà. 

Appartieni alla generazione 2000, che, a vent’anni esatti, ha vissuto in prima persona il dramma della pandemia e dell’isolamento. La musica ti ha aiutato?

Certamente è stato difficile per tutti. Io cerco sempre di mettere, nella mia musica, le emozioni vissute, ma, in questo periodo, di vissuto ce n’è stato ben poco.  Questo mi ha portato ad avere meno cose da raccontare, nei pezzi che componevo, e così mi sono affidato al ricordo. L’album in uscita a metà marzo si chiamerà Moments, e racchiuderà proprio quegli istanti vissuti in solitudine, e le riflessioni che ne sono derivate. Il 2020 mi ha tolto tutte le esperienze reali di vita, ne ho sentito una forte mancanza.

Ma ti ha anche portato a vivere un cambiamento e una maturazione artistica importanti.

Sì, sicuramente ho lavorato molto sulla parte artistica, curando anche nei dettagli le grafiche e le copertine. Sto cercando di creare una sorta di arte moderna nella musica, l’estetica del singolo, e poi quella dell’album, deve esprimere l’essenzialità dei momenti durante il lockdown. E, comunque, il 2020 è stato un anno di crescita, ho frequentato varie masterclass e lavorato con Roberto Cacciapaglia a Milano, oltre ad avviare la collaborazione con Believe Music Italia. 

Tra i tuoi maestri spicca anche il nome di Ezio Bosso. Hai un ricordo che ti lega particolarmente a lui?

Presi parte a una sua masterclass a Torino, fu molto emozionante. Ricordo di avergli fatto sentire una mia composizione, e che lui mi diede tantissimi consigli, dicendomi: quando si compone un brano, bisogna sempre cercare di stupire l’ascoltatore, mai fare un qualcosa che l’ascoltatore si aspetti. Ecco, questa massima cerco sempre di applicarla.

E tu continui a stupirti, quando componi?

Sempre. Quando creo musica, mi chiudo nel mio mondo, è sempre una nuova scoperta. Come scrivere su un foglio di carta, parola dopo parola. Per me equivale a trasmettere un messaggio, mettermi a nudo e comunicare tutto ciò che ho dentro, a livello di vibrazioni e sensazioni.

Manuela Marascio

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