Si riunisce questa sera (18 gennaio), alle 20.30, il Consiglio comunale di Crissolo.
La seduta, convocata nella Sala delle Guide per garantire il distanziamento sociale anti-Covid, se escludiamo l’approvazione dei verbali della seduta precedente, ha come unico punto il recesso di Crissolo dall’Unione montana del Monviso, con le successive (e si deduce propedeutiche) comunicazioni del sindaco, Fabrizio Re.
Targatocn, in un pezzo dedicato all’uscita di Crissolo dall’Ente montano presieduto da Emidio Meirone, aveva già pubblicato una disanima sulle possibili cause della decisione assunta dall’Amministrazione comunale dell’alta Valle Po.
Rumors e indiscrezioni sulle quali – questa sera – il sindaco di Crissolo potrebbe far luce, spiegano all’assise (ed alla popolazione) cosa ha spinto il Comune a lasciare l’Unione. Di certo, c’è un punto ormai noto: la questione usi civici.
In paese c’è stato un ricorso al Tar del Piemonte. E il Tribunale amministrativo regionale si è espresso, contestando che la materia debba essere in capo all’Unione montana (dal momento che Crissolo ne fa parte).
Questa, però, potrebbe non essere l’unica motivazione. Si attendono dunque le parole del sindaco Re, che potrebbe anche convocare una conferenza stampa a margine del Consiglio.
Intanto, nulla trapela sull’incontro (pare casuale) tra il sindaco crissolese e il presidente dell’Unione, avvenuto qualche giorno fa in un bar di Paesana. Un tentativo di conciliazione? O la predisposizione delle basi sulle quali poggiare una collaborazione tra i due Enti “post-recesso”?
Tutto può essere. All’incontro pare abbia preso parte anche Aldo Perotti, vicesindaco di Crissolo e storico presidente della Comunità montana Valli Po, Bronda e Infernotto.