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Attualità | 20 gennaio 2021, 10:04

Scorie nucleari in Piemonte? Le colline Unesco dicono "no" con Alba, Bra e Cherasco

Dai sindaci riuniti nel Tavolo delle Autonomie netta contrarietà sulle ipotesi di localizzazione previste dal piano Sogin. "Così si rischia di vanificare decenni di sforzi per la valorizzazione di questo territorio"

Scorie nucleari in Piemonte? Le colline Unesco dicono "no" con Alba, Bra e Cherasco

In Piemonte il futuro deposito nazionale per le scorie nucleari? No, grazie.
Si estendono all’intero territorio delle colline Unesco le iniziative contrarie a quanto previsto nella Carta Nazionale Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), recentemente resa pubblica dalla Sogin (la società di Stato italiano responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi), che nella dozzina di siti giudicati potenzialmente idonei a ospitare il futuro impianto ha indicato ben 8 aree piemontesi: due in provincia di Torino (Carmagnola e Caluso-Mazzè-Rondissone) e sei in provincia di Alessandria (Alessandria-Castelletto Monferrato-Quargnento, Fubine-Quargnento, Alessandria-Oviglio, Bosco Marengo-Frugarolo, Bosco Marengo-Novi Ligure, Castelnuovo Bormida-Sezzadio).

Dopo le iniziative già assunte dai comuni di Sommariva del Bosco e Ceresole d’Alba, i centri del Roero che confinano con Carmagnola, a prendere posizione è ora l’associazione "Langhe Roero, Tavolo delle Autonomie", promotrice di un documento che porta le firme dei sindaci di Alba, Bra e Cherasco (Carlo Bo, Gianni Fogliato e Carlo Davico), dei presidenti dell’Unione Colline "Langa e Barolo", (il primo cittadino di Novello Roberto Passone), dell’Unione Montana Alta Langa (il sindaco di Cortemilia Roberto Bodrito), e dell’Associazione Sindaci del Roero (il sindaco di Monticello d'Alba Silvio Artusio Comba), oltre a quella del rappresentante delle categorie economiche e coordinatore del Tavolo, il presidente dell’Associazione Commercianti Albesi Giuliano Viglione.

"Il Tavolo delle Autonomie – vi si legge –, in attesa che venga attivato dalle istituzioni competenti un serio e approfondito confronto con gli enti territoriali prima di scegliere in via definitiva la sede degli stoccaggi, ritiene “sicuramente non idonee” le zone sopra indicate per una tale realizzazione.

La nostra regione non è estranea alla storia del nucleare italiano: si rammentino la centrale dismessa di Trino Vercellese e il deposito di scorie nucleari di Saluggia, sempre in provincia di Vercelli, territori che da decenni ospitano 'temporaneamente' la maggior parte del materiale di scarto delle centrali italiane chiuse dopo il referendum del 1987 seguito al disastro di Chernobyl.

Entrambe le opzioni (quelle torinesi come quelle individuate in provincia di Alessandria) lambiscono il territorio decretato Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco. Nello specifico, pare particolarmente inidoneo accostare un deposito nucleare a ridosso dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, che si estendono nelle tre provincie meridionali piemontesi di Cuneo, Asti e Alessandria.

Il rischio è la vanificazione degli enormi progressi ottenuti nel corso di decenni nel campo della vitivinicoltura e dell'agroalimentare di altissima qualità, dell'enogastronomia e dell'industria turistica ad esse collegata, che si aggiunge alla preoccupazione per la gestione di materiali estremamente pericolosi per la salute pubblica.

Non possiamo in questo contesto dimenticare come la nostra area sia già reduce dall'inquinamento del fiume Bormida che ha condizionato l'intera vallata e il territorio circostante per oltre un secolo, una storia che ancora brucia e reclama i dovuti risarcimenti per i danni ambientali subiti dalla parte piemontese della valle".

Redazione

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