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Attualità | 23 gennaio 2021, 07:40

Alba, sorpresa polveri sottili: i picchi più alti si registrano in collina

I lockdown hanno abbattuto le concentrazioni di biossido d’azoto, non le Pm 10. La qualità media dell’aria migliora, ma i picchi dell’inizio 2020 condannano la capitale delle Langhe a rimanere tra i comuni sottoposti al monitoraggio del "semaforo antismog"

Traffico in piazza Michele Ferrero

Traffico in piazza Michele Ferrero

Difficile spiegarne le ragioni, dipendenti da una varietà di fattori il principale dei quali è quello legato all’andamento del meteo. Eppure colpisce scoprire che le più alte concentrazioni di polveri sottili nella capitale delle Langhe non sarebbero quelle che si possono registrare ai trafficati ingressi cittadini della "puntina" o del cimitero, ma quelli che i sensori di rilevamento collegati ai nuovi varchi appena installati dal Comune hanno rilevato ad esempio ad Altavilla.

Se i primi le ultime settimane hanno fatto segnare valori di Pm 10 compresi tra i 17 e 25 microgrammi per metro cubo, gli stessi dispositivi posti lungo la provinciale che dalla collina scende in città hanno contato punte di 87-90 micr/m3.

I dati sono quelli che l’assessore all’Ambiente Marco Marcarino ha riportato ieri durante l’ultima seduta della II Commissione consiliare. Numeri però non ancora ufficiali e che quindi non rientreranno nella reportistica che Comune e Arpa raccolgono per osservare l’andamento dell’inquinamento in città. Osservazione per la quale ci si affida invece alle rilevazioni gravimetriche realizzate tramite la centralina Arpa attiva da anni in via Tanaro, nella zona di piazza Prunotto. Ma valori che rappresentano comunque utili indicazioni per l’elaborazione delle strategie da mettere in atto per arginare un fenomeno – quello della presenza di inquinanti nell’aria – col quale Alba continua suo malgrado a dover fare i conti.  

La riprova in quanto durante la commissione di ieri è stato ben illustrato dalla dottoressa Laura Campigotto, responsabile dell’ufficio comunale Protezione Civile.

Come noto, sia la capitale delle Langhe che la vicina Bra hanno chiuso un 2020 che ha visto le due città tornare a superare la soglia massima di superamenti giornalieri dei valori limite di Pm10 nell’aria consentiti dalla normativa.

Dopo due anni al di sotto del limite di 35 superamenti annui, gli ultimi dodici mesi hanno contato ben 44 occasioni nelle quali i valori di polveri sottili rilevati in città hanno superato i 50 microgrammi per metro cubo, concentrazione che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene dannosa per la salute umana.

Un deciso passo indietro, rispetto ai 23 sforamenti del 2019 e ai 33 del 2008, mentre scorrendo la serie a ritroso abbiamo superamenti annui di 59, 38, 49, 40 e 61 (2013), sino ai 90 del 2012 e ai 121 del 2006, il peggiore degli ultimi diciotto anni. Un ritorno oltre la soglia che peraltro ad Alba è costato la possibilità – automatica dopo tre anni su cinque sotto i limiti – di uscire dalle rilevazioni del "semaforo antismog", meccanismo che come è noto che impone crescenti limitazioni alla circolazione sulla base degli sforamenti via via rilevati.

Ma come si spiegano dati in crescita in un anno caratterizzato dai lockdown, e quindi da una sensibile riduzione del traffico?
"In verità – ci spiega Laura Campigotto – anche nel 2020 i valori medi di Pm10 rilevati in città non hanno avuto variazioni marcate rispetto al quinquennio precedente, proseguendo nella graduale riduzione favorita da fattori quali il miglioramento delle emissioni provocate dall’autotrasporto, dal riscaldamento, dalle attività industriali e da quelle agricole. Ma questo valore risente in modo sensibile delle condizioni meteorologiche. E’ una situazione che accomuna tutta la zona del bacino padano, come è possibile verificare confrontando i dati di Alba con quelli di una città come Milano, per fare un esempio: i dati assoluti delle due realtà sono molto diversi, ma entrambe le serie registrano una linea di tendenza simile".

"Anche lo scorso anno – continua Campigotto – abbiamo registrato una media annuale delle Pm in linea col miglioramento generale registrato nel quinquennio precedente. Negli anni compresi tra il 2002 e il 2006 avevamo una media 40,60 microgrammi al metro cubo, che nell’ultimo lustro è scesa a 28, con una riduzione di oltre il 30%. Il meteo poi incide fortemente sui picchi, come dimostra il fatto che tra gennaio e febbraio 2020 avevamo registrato già 27 superamenti, evidentemente favoriti dal clima di perdurante alta pressione che caratterizzò quel periodo".

Più sensibili alla diminuzione del traffico registrata negli ultimi mesi i valori del biossido di azoto, altra componente presente nell’aria e potenzialmente pericolosa per la nostra salute.   
"In questo caso – conclude Campigotto – la media 2020 si è attestata sui 21 micr/m3, contro i 22 dei dodici mesi precedenti e i 17 di questo inizio d’anno. Anche in questo caso, un confronto dei valori medi relativi ai quinquenni 2001-2006 e 2015-2019 parla di una riduzione sensibile: da 36,60 a 23,40 microgrammi per metro cubo, oltre il 36%".

Ezio Massucco

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