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Attualità | 25 gennaio 2021, 17:45

Racconigi: l'associazione Tocca A Noi per la Giornata della Memoria

Video monologo inedito contro l’odio e la violenza

Racconigi: l'associazione Tocca A Noi per la Giornata della Memoria

Il 27 gennaio ricorre la Giornata della Memoria, una giornata dedicata alle vittime dell’Olocausto, un pezzo di storia che ha una continua e crescente esigenza di essere ricordato soprattutto di questi tempi in cui l’odio e il razzismo sembrano farsi strada in modo sempre più evidente.

Proprio per questa ragione e per sensibilizzare ulteriormente il pubblico su questo tema, l’Associazione Tocca A Noi ha deciso di portare in scena un testo inedito nato dalla volontà di raccontare ed esprimere il male sia fisico che verbale. Sempre più spesso ci troviamo a dover fare i conti con gesti, azioni, frasi e commenti così mirati e ostili da non lasciar spazio ad alcuna incomprensione e che, ogni giorno, contribuiscono allo sviluppo di un odio che piano piano finisce per consumare l’uomo. Così come il male fisico lascia dei lividi, le parole, quando vengono utilizzate in malo modo, sono forti abbastanza da spogliarci totalmente di ogni dignità fino ad arrivare a ferire e uccidere oltrepassando il corpo e danneggiando direttamente il cuore e lo spirito. L’intento di questa iniziativa è quello di far vedere il male invisibile mettendosi nei panni di chi è costantemente oggetto di queste offese e immaginando quali possano essere i reali effetti che le parole piene di odio provocano su un corpo nudo che in questo caso particolare, si fa portavoce della storia del popolo ebraico e al contempo rappresenta l’anima di ognuno di noi.

Anna Arendt scrisse “È nella natura delle cose che ogni azione umana che abbia fatto una volta la sua comparsa nella storia del mondo, possa ripetersi anche quando non appartiene a un lontano passato” e proprio da questa riflessione nasce il video del Tocca A Noi. Il testo ci racconta le tappe storiche più significative che hanno portato gli ebrei all’esclusione sociale e al successivo sterminio, ma lo fa attraverso la voce di una bambina che, costretta ad abbandonare i sogni propri dell’infanzia, si trova a vivere in un mondo crudele e pieno di odio. All’inizio si presenta a noi come una bambina comune, piena di speranze e fantasie, ma alle ultime battute ci rendiamo conto che il suo spirito è cambiato tanto che la bambina stessa, tutto ad un tratto, sembra essersi trasformata in donna matura e consapevole.

Il suo, però, non è un racconto lineare perché viene costantemente interrotto da frasi piene di odio e razzismo che si accompagnano a segni netti e decisi che mirano a colpire il suo corpo nudo e indifeso. Attraverso questi interventi esterni, lo spettatore viene invitato a mettersi in discussione perché in un primo tempo queste frasi sembrano dar voce a pensieri legati a quel tempo storico, ma piano piano ci rendiamo conto che forse non è proprio così. Infatti, alcune di queste frasi appartengono sì al “Manifesto della razza”, mentre altre sono state estrapolate da commenti Facebook di pubblico dominio, ma la vera domanda è: siamo sicuri di essere in grado di poter distinguere le une dalle altre? Siamo davvero sicuri che ciò che è capitato una volta non possa manifestarsi di nuovo?

comunicato stampa

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