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Politica | 26 gennaio 2021, 14:18

La Lega: “Il voto è la strada maestra”, ma Gastaldi non chiude ad un eventuale governo di larghe intese

I due parlamentari eletti nel Cuneese, il senatore Bergesio e il deputato Gastaldi, indicano le elezioni anticipate come preferibile soluzione alla crisi di governo, senza ulteriore perdita di tempo, seppur con qualche distinguo

La Lega: “Il voto è la strada maestra”, ma Gastaldi non chiude ad un eventuale governo di larghe intese

Il commento che arriva dal senatore leghista Giorgio Maria Bergesio e dal suo giovane collega a Montecitorio, Flavio Gastaldi è che dalla crisi di governo si può uscire in un solo modo: con le elezioni e in tempi i più stretti possibili, seppur con qualche differenza.          

Afferma Bergesio, eletto nel collegio senatoriale proporzionale del Piemonte2: “Conte, dopo queste settimane di agonia,  ha finalmente preso atto che non ha più una maggioranza e sale al Colle per dimettersi. Ora il Capo dello Stato deve dar voce al popolo italiano. Basta cercare i  cosiddetti “responsabili”, che per noi non sono altro che “poltronari”. Basta con le manfrine! Occorre – afferma - ridare voce agli elettori. Il Paese ha bisogno, in questa fase difficile, di un governo solido sostenuto da una maggioranza forte, coesa e chiara. In democrazia il popolo è sovrano. Bisogna ripartire al più presto perchè nel post pandemia sarà fondamentale programmare e sostenere la ripartenza economica e sociale della nazione. Penso anche alle nostre infrastrutture – aggiunge Bergesio -, alle piccole e medie imprese della nostra terra. Abbiamo bisogno di un esecutivo che  prenda atto delle necessità del Nord Ovest e che ci aiuti a ripartire al più presto. Non perdiamo più tempo!”

Gli fa eco il collega di partito Flavio Gastaldi, sindaco di Genola, eletto nel collegio uninominale della Camera di Cuneo-Saluzzo-Savigliano.

“La strada maestra è il voto. In un grave momento come questo
– sostiene - c'è bisogno di un governo forte in grado di prendere decisioni. Il Conte bis non ne è stato in grado fino alla crisi. Figuriamoci ora con l'uscita di Renzi e di Italia Viva dalla maggioranza con la necessità di doversi appoggiare a questo o quel senatore per avere una maggioranza raccogliticcia e incerta”.

Tuttavia il giovane parlamentare non chiude completamente la porta all’ipotesi di una “grosse koalition”.

“Se si dovesse palesare l'ipotesi di un governo di larghe intese
– spiega - non diremmo di no a prescindere, ma l’argomento sarà oggetto di future valutazioni”.

GpT

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