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Attualità | 10 febbraio 2021, 10:47

Addio mister Gorrino, maestro di calcio per generazioni di albesi

Il ricordo di Giorgio Ferrero: "Giocatore sopraffino, ad Alessandria era considerato un nuovo Rivera. Insuperabile nella tecnica, fu per l’Albese ciò che Vatta fu in quegli anni per il vivaio del Toro". Daniele Sobrero: "Schietto e diretto, indimenticabili quelle sue espressioni sul campo di allenamento"

Un'immagine di Gorrino da giocatore (Foto Agnelli, Alba)

Un'immagine di Gorrino da giocatore (Foto Agnelli, Alba)

"Un ottimo giocatore, dotato di tecnica sopraffina e di grande visione. E un allenatore altrettanto bravo, che ha segnato tutta una stagione per il settore giovanile dell’Albese. Ha poi insegnato calcio ai più piccoli in diverse società del territorio, nessuno come lui era forse preparato nell’insegnamento dei fondamentali e della tecnica individuale. In questo senso ha sicuramente lasciato un segno per generazioni di calciatori della nostra zona".

A ricordare Ferdinando 'Nando' Gorrino, storica figura del calcio langarolo, mancato ieri per un infarto, è Giorgio Ferrero, che con quel giocatore classe 1947, cresciuto nelle giovanili dell’Alessandria, ha condiviso lunghi anni ad allenare le formazioni dei più piccoli tra i campi del "Coppino" e lo stadio "Augusto Manzo".

"Originario di Alessandria – racconta Ferrero -, nei 'grigi' era considerato una promessa, un nuovo Rivera. Con loro era arrivato a giocare in in Serie B. Poi quel sodalizio si era interrotto. Era passato alla Mestrina e quindi al Legnano, prima di approdare all’Albese dei tempi d’oro, dal 1971 al ’75, quattro anni in Serie D fino alla promozione in C".  

Era poi andato a finire la carriera in altre squadre, prima di rientrare nella capitale delle Langhe da allenatore del settore giovanile, squadra Esordienti nella stagione 1979/80. Un impegno al quale affiancava quello di insegnante di educazione fisica e di aggiustaggio all’Inapli, oggi Apro.

"Fu allora – riprende Ferrero – che iniziò un percorso che durò quasi ininterrottamente per quasi un ventennio, sino al 1998, con una piccola parentesi sulla panchina della prima squadra, stagione 1981-82, una ventina di partite: dalla giovanili subentrò al mister Pilzer, dimissionario, prima di venire sostituito da Piqué, in un’annata che si chiuse con la retrocessione. Ma la sua vocazione era quella di allenare le giovanili… . Per azzardare un parallelo, si può dire che Nando Gorrino è stato per l’Albese quello che Sergio Vatta fu per le giovanili del Torino di quegli anni".

Quindi la separazione dai colori bianco-azzurri e l’inizio di esperienze che lo portano in diverse scuole calcio: Cinzano, Corneliano, il Gallo Calcio – ora Langa Calcio –, l’Accademia Calcio, Ricca, dove ancora recentemente gestiva il locale campo sportivo. Nel mezzo sparute parentesi sulle panchine di prime squadre, come quella alla Lamorrese, portata dalla Terza Categoria alla Seconda.  

In tanti in queste ore ne ricordano con affetto la figura di uomo di sport, che sui campi di calcio dell’Albese ha passato buona parte della propria esistenza, facendosi conoscere e apprezzare per il suo carattere schietto e diretto.

"Lo ricordo sul campo – dice ancora Ferrero –, quando ancora bambino andavo a vedere giocare l’Albese, un classico numero 8, giocatore di ordine, molto tecnico. Oggi potrebbe tranquillamente giocare in un campionato di C. Poi lo ebbi come allenatore, nell’Albese Under 18, stagione ’83/’84, e quindi, pochi anni dopo, come responsabile tecnico del settore giovanile dell’Albese. Era stato lui a introdurmi come allenatore di esordienti e pulcini. Dopo negli anni ci siamo scontrati moltissime volte sulle panchine delle rispettive squadre. Era un avversario leale e schietto, condividevamo una certa visione del calcio, mentre su altre cose facevamo discussioni acerrime, ma sempre nella lealtà e nel rispetto reciproco, scontri che iniziavano e finivano sul campo".

"Nando Gorrino lascia certamente un segno nella storia del nostro calcio – lo ricorda Daniele Sobrero, per lunghi anni presidente del Corneliano Roero, oggi assessore comunale allo Sport –. Ha insegnato le basi del calcio a intere generazioni di nostri ragazzi. Bravissimo nei fondamentali, in questo è stato probabilmente l’allenatore che ad Alba ha lasciato il maggior segno. Tutti oggi ne ricordiamo la grande spontaneità, la schiettezza, come le sue espressioni, indimenticabili, a partire da quel 'ciao bamba' con cui ammoniva i suoi allievi meno pronti su un esercizio. Ci mancherà".

Ezio Massucco

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