“+ 39 Nessuno muore veramente se vive nel cuore di chi resta, per sempre”, un monumento a Cherasco che ricorda le vittime dell’Heysel ed un monito per far sì che simili tragedie non accadano mai più.
Impossibile dimenticarla ed è per questo che la Regione Piemonte ha istituito la Giornata in memoria delle vittime dell’Heysel: il 29 maggio di ogni anno sarà ricordata ufficialmente la terribile strage andata in scena prima della finale di Coppa dei Campioni del 1985 tra Juventus e Liverpool, disputata proprio a Bruxelles nel cuore dell’Unione Europea.
In quella notte disperata persero la vita 39 persone, di cui 32 italiani. Tutti tifosi juventini andati in Belgio con la speranza di festeggiare il titolo continentale. Trovarono invece la morte in modo assurdo, travolti dalla furia degli hooligans inglesi, schiacciati contro le balaustre o precipitati dalle gradinate. Per molti che a quei tempi erano ragazzi, è stato il giorno in cui il calcio ha definitivamente perso la sua innocenza. Innocenza sconfitta dalla violenza, dall’inefficienza di chi doveva preoccuparsi della sicurezza e dall’inadeguatezza strutturale dello stadio Re Baldovino.
“Il nostro è un gesto simbolico - hanno detto il presidente della Regione Alberto Cirio e l'assessore allo Sport Fabrizio Ricca - che però vuole avere anche un effetto pratico: istituzionalizzare ufficialmente una giornata dedicata alla memoria di tutte le persone che persero la vita all'Heysel vuole dire tener vivo il ricordo di tanti innocenti uccisi da una violenza brutale e immotivata ma vuole anche dire costringerci tutti a riflette sulla necessità di modelli di tifo positivi e non violenti. Lo sport è una delle cose che più ha la capacità e la missione di unirci, per questo una giornata come quella che abbiamo deciso di dedicare ai nostri connazionali morti in Belgio ha tra i suoi obiettivi quello di farci riflettere”.
L’iniziativa fa il paio con la notizia di qualche tempo fa circa l’istituzione della Giornata dedicata al Grande Torino. Fede granata o bianconera: poco importa. Quando si tratta di esprimere rispetto e solidarietà, il cuore pulsante è lo stesso.