Era il 9 marzo quando la sindaca di Marene, Roberta Barbero, annunciava in video il primo caso di quarantena preventiva di un medico di base che era stato a stretto contatto con un paziente positivo al Covid.
Il primo paziente a essere però registrato e ricoverato la sera dell’8 marzo è stato il 73enne Pietro Pellissero, ritornato poi a casa a ottobre 2020 dopo mesi di ospedalizzazione. A distanza di pochi giorni, c’era poi stato il “boom” di casi positivi e di anziani ospedalizzati.
“Più o meno erano tutti gli stessi nuclei famigliari ma siamo arrivati a un picco di una trentina di casi in pochi giorni” ricorda la sindaca. L’età media era più alta rispetto ad oggi e in tanti guarivano a casa “Probabilmente abbiamo avuto molti più casi, ma a un certo punto non sapevamo più come fare. Era un delirio, nessuno sapeva dirti cosa fare e i medici erano disperati”.
E al tempo stesso la necessità di dare speranza alla popolazione “Cerca di dare un po’ di conforto, ma dopo poco tempo sono arrivati i primi decessi. Era un periodo di impotenza di fronte al nulla. All’inizio la gente non credeva davvero al virus, poi hanno visto che le cose non andavano bene e hanno iniziato a non uscire più. E’ lì ha funzionato”.
La prima cittadina infatti ricorda come il Covid nel suo paese abbia subito una battuta d’arresto solo con il lockdown vero e proprio “Chi era contagiato e si muoveva lo portava in giro, quando ci siamo chiusi in casa abbiamo visto il calo”.
Di fronte alla soluzione di un nuovo lockdown tuttavia ci va cauta “Ritengo che un lockdown sia utile nel momento in cui gli ospedali sono di nuovo in emergenza, ma mi chiedo, se siamo di nuovo a questo punto di crisi c’è qualcosa che non ha funzionato, magari bisognava attrezzarsi per attivare di nuovo dei posti letto aggiuntivi. Economicamente, un’altra chiusura ci darà un colpo da cui sarà difficile riprendersi. Speriamo a questo punto nella soluzione dei vaccini e che entro l’estate davvero tutta la popolazione possa essere vaccinata”.
Oggi a Marene la situazione è stabile, sono una decina i positivi “Ricordo che l’anno scorso in questo periodo in pochi giorni ricoverammo 12 persone, ora abbiamo il secondo ricoverato da ottobre 2020. Purtroppo però la scorsa settimana mi è stato comunicato dall’Asl che tra i positivi ci sono due casi di variante inglese. Per questo ricordo che ai giovani soprattutto, ma anche ai meno giovani, di fare sempre tanta attenzione, lo so che sono stanchi, ma dobbiamo indossare la mascherina e rispettare le regole fondamentali di sicurezza”.