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Agricoltura | 10 aprile 2021, 10:48

"Noi vi abbiamo sfamato, voi ci avete abbandonato": scendono in piazza a Cuneo i lavoratori stagionali dell'agricoltura (FOTO)

L'iniziativa regionale di FLAI CIGL, FAI CISL e UILA UIL, è sostenuta anche dalla Rete Minerali Clandestini. Erano circa in 250. Hanno protestato per la loro esclusione dal Decreto Sostegni e contro lo stallo dei rinnovi contrattuali provinciali

La manifestazione regionale degli stagionali agricoli indetta da FLAI CIGL, FAI CISL e UILA UIL

La manifestazione regionale degli stagionali agricoli indetta da FLAI CIGL, FAI CISL e UILA UIL

Si sono ritrovati questa mattina, sabato 10 aprile, di fronte alla Prefettura cuneese a protestare per la loro esclusione dal Decreto Sostegni e dai diversi ristori finora previsti dai governi che si sono avvicendati nella gestione economica dell’emergenza sanitaria.

È la manifestazione regionale dei lavoratori stagionali dell’agricoltura: sono circa 45mila in tutto il Piemonte. Di questi quasi 25mila sono in provincia di Cuneo: oltre il 70% di loro è straniero. La maggior parte proviene dall'Africa, impiegata nelle campagne del Saluzzese. Nei territori di Langhe e Roero sono invece perlopiù provenienti dall'Est Europa, ma sono in costante aumento, anche in quelle aree, i lavoratori africani.

I tre segretari regionali del comparto agroalimentare, Franco Ferria della Cisl, Alberto Battaglino della Uila e Denis Vayr della Cgil, hanno spiegato le ragioni della protesta, organizzata a Cuneo proprio perché è quella con il più alto numero di impiegati in Piemonte. "I voucher non possono sostituire la contrattazione, perché non includono malattie, ferie e non danno diritto all'indennità di disoccupazione agricola. Il contratto provinciale è fermo ad un anno e mezzo fa, l'ultimo aumento della paga oraria risale al 2019. Questi lavoratori sono essenziali, ma sono stati dimenticati dall'ultimo decreto. Per loro non sono previsti ristori, perché non rientrano tra i precari. Siamo qui per chiedere che vengano riconosciuti i loro diritti".

Stamattina a Cuneo erano circa 250. Hanno consegnato una lettera al Prefetto con le loro richieste:

"Egregio Signor Prefetto,
le Segreterie Regionali di Fai, Flai e Uila Piemonte, rappresentano il disagio di circa 45.000 mila lavoratori agricoli, esclusi dal Decreto Sostegni e da ogni tipologia di ristoro.
Il Decreto Sostegni, infatti, riconosce una indennità di 2.400 euro per i lavoratori stagionali e a tempo determinato e di importo variabile per altre categorie, ma come i precedenti decreti non prevede alcun ristoro per i lavoratori agricoli, malgrado abbiano subito le perdite di cospicue giornate di lavoro a causa dell’emergenza Covid.
A questo, si aggiunge la preoccupazione per il riemergere, attraverso alcune dichiarazioni a mezzo stampa, della tentazione di modificare, semplificandola, l’attuale normativa sui voucher in agricoltura, nonostante il contratto collettivo nazionale garantisce già tutta la flessibilità di cui necessitano le Imprese.
Inoltre, lo stallo dei rinnovi contrattuali provinciali, sta evidenziando l’estrema difficoltà nel proseguire le trattative in tutta Italia, ad oggi in nessuna Provincia del Piemonte è stato rinnovato il CPL.
Per questi motivi, le segreterie regionali di Fai, Flai e Uila, hanno da indicazione delle Segreteria Generali Nazionali, indetto presidi davanti alle Prefettura di tutta Italia, noi abbiamo scelto di concentrare il presidio davanti alla Prefettura di Cuneo, in rappresentanza di tutte le Prefetture Piemontesi.
In tale occasione verrà consegnato al Prefetto la presente comunicazione, che sarà punto di partenza di una serie di azioni atte a spiegare le richieste di modifica ed integrazioni al Decreto Sostegni.
La presente iniziativa, segue quella del 31 marzo 2021, con presidio delle lavoratrici e dei lavoratori davanti al Senato della Repubblica.
Se non si troveranno risposte positive alle giuste richieste dei lavoratori agricoli nelle prossime settimane, saranno implementate ulteriormente le iniziative di mobilitazione".

L'iniziativa di FLAI CIGL, FAI CISL e UILA UIL, è sostenuta anche dalla Rete Minerali Clandestini.

Da tutto il Piemonte la protesta è confluita proprio nel capoluogo della Granda per la centralità della nostra provincia rispetto alla questione del lavoro agricolo, che oltre ai numerosi occupati esclusi dai ristori oggi impiega in misura massiccia anche manodopera stagionale, perlopiù di origini straniere.

redazione

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