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Attualità | 20 aprile 2021, 10:00

Economia, uomo e ambiente: la soluzione al trilemma nell’azienda di Lele Bressi

Un percorso di vita che lo ha portato a realizzare il suo grande obiettivo: fare qualcosa per i ragazzi in difficoltà

Emanuele Bressi

Emanuele Bressi

Una storia fatta di tradizioni, esperienze personali e tanta empatia, quella che ha portato il 37enne Emanuele Bressi a trasformare l’azienda di famiglia in un’occasione per molti ragazzi di sentirsi utili.

Cresciuto nell’azienda agricola di famiglia Lele, come è conosciuto da tutti, si diploma presso l’istituto agrario dal quale inizia poi a vivere l’esperienze che lo segneranno in modo indelebile. La prima grande occasione, vissuta con il Movimento dei Focolarini, è stata nel mezzo della Pampa: “tra i 19 e i 20 anni ho vissuto in Argentina dove ho potuto fare un’esperienza di vita nella quale ho dovuto imparare ad adattarmi e a lavorare con altre persone” racconta Lele.

Successivamente il giovane agricoltore ha prestato servizio sulle ambulanze della Croce Bianca di Fossano come obiettore di coscienza per poi passare, nel 2009, 2 mesi della sua vita vivendo nelle favelas brasiliane. “C’è un grande disagio nelle periferie brasiliane, abbiamo creato progettualità, per i ragazzi, che non riguardassero droga, criminalità o povertà”.  

Tornato da questa esperienza Bressi, all’età di 25 anni, si iscrive in università nella quale, lavorando nelle scuole come educatore, vede e affronta quotidianamente situazioni di disabilità e difficoltà. “Le persone con fragilità mi toccavano dentro e mi domandavo: ’cosa posso fare per questi ragazzi?’ e ancora, ‘questi ragazzi possono sentirsi utili nel fare qualcosa?’”.

Così un giorno, mentre Lele porta avanti gli studi e aiuta il padre nella coltivazione di pomodori, la svolta."Mi ricordo il giorno in cui il responsabile della Caritas - l’impresa agricola infatti periodicamente effettua donazioni di pomodori all’associazione - mi ha chiesto perché non facessi delle borse di lavoro. Mi aveva letto nel cuore e nell’animo”. Da quel momento Emanuele si ripromette che, il giorno in cui avrebbe ereditato l’azienda di famiglia, l’agricoltura avrebbe rappresentato una grande occasione per dare un’opportunità alle persone con difficoltà, nel pieno rispetto delle leggi e senza dimenticare la sicurezza sul lavoro.

Nel giorno del solstizio d’estate del 2016, l’azienda passa ufficialmente da papà Bressi al figlio e così può avere inizio il sogno di Lele. “La mia è un’azienda con delle spese e con degli obiettivi economici. Chi viene a lavorare sa che c’è da ‘sbattersi’ perché si è un’unità produttiva e si deve lavorare, senza sconti. I ragazzi che resistono qua, è come se rinascessero”. Il lavoro in serra è difficile e faticoso, tutti i giorni ci sono mansioni da svolgere con le proprie mani e gambe. “Le mani e le gambe sono il tuo miracolo: se le sai usare hai già vinto. C’è bisogno che i ragazzi lavorino, quando escono da qui sono marroni come la terra, è inevitabile, ma la fatica aiuta a crescere” conclude Bressi.

L’azienda di Emanuele nel frattempo ha già ricevuto una menzione speciale nella categoria “Noi per il sociale” per esser stato in grado di coinvolgere nella sua produzione, di pomodori e salse, ragazzi con fragilità e difficoltà. Sono molte infatti le mamme che chiamano per chiedergli di prendere in azienda il proprio figlio con il desiderio di far vivere un'esperienza di lavoro a contatto con la natura sentendosi valorizzati.

MP

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