/ Attualità

Attualità | 21 aprile 2021, 12:18

Aspromiele: “Le gelate di inizio aprile hanno compromesso la produzione del miele d'acacia; danni per 14 milioni di euro” (VIDEO)

Si teme anche per le fioriture di tiglio e di castagno. Senza miele di acacia, le api rischiano di rimanere quasi senza cibo, obbligando gli apicoltori a intervenire con costose nutrizioni artificiali

Lidia Agnello, presidente Aspromiele, al lavoro con le api

Lidia Agnello, presidente Aspromiele, al lavoro con le api

 

Sono circa 1.100 gli apicoltori aderenti ad Aspromiele nel Cuneese. Anche loro, oltre a frutticoltori e viticoltori, hanno subito gravi danni in seguito alle gelate avvenute tra il 7 e il 9 aprile.

In particolare è stata compromessa l'importantissima produzione del miele di acacia, pianta già in fase di germogliamento avanzato.

Lo spiega bene Lidia Agnello, presidente Aspromiele: “La stima dei danni, a livello piemontese, si attesta intorno ai 14 milioni di euro. Per questo abbiamo chiesto alla Regione lo stato di calamità. Diventa sempre più necessario un sostegno al settore, ci sono aziende che rischiano di non andare avanti”.

Gli apicoltori sono invitati a comunicare ai comuni le perdite stimate, i comuni a loro volta trasmetteranno i dati alla Regione. “Abbiamo saputo che sarà ancora possibile effettuare queste comunicazioni anche nei prossimi giorni, oltre il termine dei 10 giorni dall'evento”, dichiara ancora la presidente Agnello.

“Si stima che tutta l'acacia presente nei fondovalle e nelle pianure del Cuneese sia stata danneggiata in maniera probabilmente irreversibile - commenta Samuele Colotta, tecnico Aspromiele per la zona di Cuneo -, ma la valutazione concreta del danno sarà fatta soltanto nelle prossime settimane”.

Purtroppo questa situazione non è una novità. Da 10 anni la produzione di miele è in continua flessione, soprattutto a causa della crisi climatica e di pratiche agricole che minacciano la vita delle api. L'ultimo anno interessante dal punto di vista produttivo per il miele di acacia, che è il più richiesto dai consumatori, è stato il 2011. Dal 2012 in poi c'è stata un'alternanza e una produzione mediamente molto bassa.

I problemi non riguardano soltanto l'acacia. Continua il tecnico Aspromiele Colotta: “Avevamo anche i ciliegi in piena fioritura, altra importante sorgenta nettarifera per le api e di reddito per l'apicoltura. E c'è pure il timore che possano essere state danneggiate anche le piante di tiglio e di castagno che fioriranno tra maggio e giugno”.

Ci sono infine i danni alle api. “L'ape raccoglie il miele anche per se stessa – aggiunge Colotta -. La mancanza di bottinatura sul nettare dell'acacia crea un vuoto di raccolto per le api. L'acacia rappresenta infatti la fioritura fondamentale fra fine aprile e inizio maggio. Senza quella, l'alveare si ritrova un ambiente povero di fioriture alternative e dunque quasi senza cibo. Se accade questo abbiamo l'obbligo di intervenire con nutrizioni artificiali, pena il collasso e la morìa di fame delle famiglie. Che tradotto in soldoni, significa una spesa ingente in più per l'apicoltore”.

La situazione però non è del tutto compromessa. “Quest'anno fortunatamente ci sono fioriture che stanno permettendo alle api di bottinare – conclude Colotta -. Le temperature sono tornate gradevoli. Le api stanno raccogliendo il miele di tarassaco e di ciliegio e non stanno soffrendo una fame importante come invece avvenne nel 2017”.

cristina mazzariello

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di Targatocn.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium