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Sanità | 22 aprile 2021, 18:15

L’UE vuole arrivare al 70% di popolazione vaccinata entro l’estate

L’obiettivo? Raggiungere l’immunità di gregge quanto prima. “Tutti i vaccini sono sicuri ed efficaci”, ma si guarda con attenzione alle varianti. Causa ad AstraZeneca per i ritardi nelle consegne? “Priorità ora sono i vaccini”

Immagine di repertorio

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Arrivare al 70% della popolazione europea vaccinata contro il Covid entro l’estate, per raggiungere quanto prima l’immunità di gregge.

È quanto si apprende da fonti della Commissione europea, che ha chiesto agli Stati membri di “velocizzare la campagna vaccinale per raggiungere l’obiettivo”. Senza dimenticare, però, la questione legata all’approvvigionamento: “è importante che le aziende rispettino gli impegni presi”.

Obiettivo: dare una spallata alle vaccinazioni negli Stati membri UE

A livello europeo esiste un sistema per tracciare la vaccinazione: i dati vengono monitorati in modo regolare. L’obiettivo è quello di garantire un’accelerazione alla campagna vaccinale. La Commissione poi lavora con gli Stati membri per garantire una buona risposta a fronte poi di eventuali variati del virus.

L’impegno della Commissione è di “dare una spallata vaccinazione in tutti Paesi UE, tenendo conto della preoccupazione delle varianti. Non solo accelerazione, ma anche attenzione ai risultati conseguiti in un tempo così breve.

Secondo la Commissione tutti i vaccini sono sicuri ed efficaci, sviluppati e oggetto di trial clinici. Ciò è fondamentale per scrivere la parola fine alla pandemia. Si punta comunque a fare in fretta, per evitare l’effetto varianti, che potrebbe aprire uno scenario particolarmente preoccupante.

Quattro i vaccini approvati: altissima abilità nel prevenire ospedalizzazione e abbassare mortalità

Sono quattro i vaccini approvati dall’EMA, l’European Medicines Agency: Pfizer, AstraZeneca, Moderna e Jonson&Jonson. Si tratta di approvazioni condizionate: ulteriori dati dovranno ancora essere sottoposti all’EMA, soprattutto per quel che concerne gli aspetti della produzione e del completamento degli studi clinici. Tutti i vaccini sono approvati per adulti, dai 18 anni. Solo Pfizer può essere inoculato a partire da 16 anni.  

I vaccini offrono, stando a fonti dell’EMA, protezione dal Covid a qualsiasi severità. I dati che stanno

emergendo dopo un uso quotidiano dei vaccini (come quelli di Israele o del Regno Unito) evidenziano un’altissima abilità nel prevenire l’ospedalizzazione, i ricoveri in terapia intensiva e la mortalità. Anche sulle dosi di AstraZeneca somministrate a popolazione over 80 anni.

In Israele la vaccinazione in grado di ridurre l’infezione fino al 92%

C’è da chiedersi quanto i vaccini possano prevenire l’infezione. Su questo, l’EMA ammette che non lo si sa ancora con precisione, ma che i dati da Israele dimostrano che soprattutto il vaccino Pfizer è in grado di ridurre l’infezione fino al 92%.

Tre invece i vaccini “sotto revisione”

Ai quattro vaccini già approvati dall’EMA se ne aggiungono altri e, al momento “sotto revisione”:  Curevac, Novavax (che usa la proteina Spike del Coronavirus, in grado di potenziare la risposta immunitaria) e il russo Sputnik. L’EMA è inoltre in contatto con altre case farmaceutiche per altri vaccini, che si spera possano iniziare in breve tempo la revisione.

Il vaccino Sputnik, che si basa su due adenovirus, richiede attenzione: l’EMA sta attendendo specifici dati, per capire se anche con questo vaccino – ad oggi usato parti del mondo – si possano verificare eventi avversi. L’Agenzia europea svolgerà ispezioni nei centri di produzione, che al momento stanno subendo alcuni ritardi, su richieste dell’Azienda. I controlli sono previsti a maggio: sono fondamentali per poter procedere con l’eventuale autorizzazione.

Fonti EMA ribadiscono come, sicuramente, lo Sputnik sia un vaccino disegnato in modo intelligente. Come sempre, occorrono dati a sufficienza sulla qualità di sicurezza ed efficacia dei vaccini, che si stanno raccogliendo. Non solo, dunque, certificazioni che il vaccino venga prodotto con requisiti europei, ma anche studi di laboratorio condotti in modo rigoroso che assicurino come i dati siano credibili.

Il “caso” AstraZeneca e i ritardi nelle consegne pattuite

Tra questi, c’è ovviamente il “caso” AstraZeneca: il vaccino è stato approvato sin da subito per tutti gli adulti, anziani compresi: il rapporto rischio-beneficio che è emerso dai dati risulta positivo anche negli anziani. Con efficacia dimostrata da studi clinici e comparativi con placebo.

Si sono tuttavia riscontrati, durante la campagna di massa, “rarissimi casi di trombosi che avvengono in un soggetto su 100mila” rimarcano fonti EMA. Che aggiungono come non fosse stato possibile rilevare prima dell’autorizza questi casi, in quanto troppo rari per emergere durante gli studi clinici.

Si tratta di “rari eventi avversi”, che sono stati aggiunti alle informazioni di prodotto, con alcune avvertenze per medici curanti e per i soggetti vaccinati.

L’EMA tuttativa monitora attentamente la situazione. Il vaccino AstraZeneca è largamente utilzizato in Europa (20milioni le dosi del Regno Unito), dove – ad oggi – si contano 142 casi di trombosi associata a piastrinopenia. L’EMA punta ora a capire meglio e definire meglio l’incidenza di casi e i meccanismi che si celano dietro questi eventi avversi.

Il Johnson & Johnson, negli Stati Uniti, ha toccato quota 7milioni di dosi ed è stato sospeso dopo otto casi. L’EMA non ha dubbi: il rapporto rischi-benefici è positivo per entrambi. “C’è un enorme beneficio per chi si vaccina in un contesto pandemico con troppe morti ogni giorno”.

Contezioso con AstraZeneca? Priorità al momento sono i vaccini

Sul caso AstraZeneca, circolano da giorni indiscrezioni che vedrebbero l’UE pronta a portare in Tribunale la casa farmaceutica per i ritardi nella fornitura delle dosi pattuite. Con un conseguente mancato rinnovo dei contratti.

Fonti della Commissione europea, da un lato, confermano come AstraZeneca non ha prodotto abbastanza vaccini, creando una situazione di difficoltà per vari Paesi, dove è stata rallentata la campagna vaccinale, con implicazioni per la salute pubblica.

Nessuno si sbilancia però sulle decisioni prese. La Commissione UE è in continuo contatto con AstraZeneca per monitorare in modo costante la situazione e valutare cosa fare per migliorare la consegna dei vaccini nel corso dei prossimi due mesi, che saranno quelli cruciali per la campagna vaccinale.

Al momento, però, nessuno conferma l’eventuale denuncia nei confronti della casa farmaceutica. In linea di massima, pare che l’indicazione sia quella di – al momento – soprassedere, sebbene ci sia stato un inadempimento. Tradotto: la priorità sono i vaccini, e ci sarà tempo – se necessario – per intentare eventuali contenziosi.

Il “nodo” delle varianti

E le varianti?

L’EMA le monitora costantemente: come si diffondono, quali sono le prevalenti e cosa ci si deve aspettare in futuro. L’Agenzia lavora con aziende che pensano di avere vaccini anche contro le varianti autorizzati nel breve termine. Dopo l’estate si capirà l’effetto dei vaccini sulle varianti, elaborando alcune linee guida con i requisiti minimi.

Due dosi da vaccini diversi: potrebbe essere una strategia vincente

Il “mix” di due vaccini diversi, uno per la prima e un altro per la seconda dose, quale effetto provoca? L’EMA ribadisce come, al momento, pare si venga a creare un sinergismo che provoca un aumento della risposta immunitaria. Un approccio che può essere promettente, e sul quale è in corso uno studio ad Oxford, per capire se possa rivelarsi una strategia vincente. Alcuni studi ad oggi condotti su dei topi dimostrano che si tratti di un’ottima strategia, che potrebbe rendere maggiormente flessibili le campagne vaccinali.

Israele vaccina i bambini: quale la strategia UE?

Nel frattempo, Israele pare esser pronta alla campagna di vaccinazione anti-Covid sui bambini. E l’Europa?

L’EMA conferma come tutte le aziende farmaceutiche hanno sviluppato un piano pediatrico, concordato con il Comitato pediatrico dell’Agenzia europea. Per i vaccini a m-RNA (tipo il Pfizer) si attendono i dati per l’autorizzazione alla somministrazione dai 12 anni in poi. Sono iniziati anche studi per le fasce d’età ancora più basse.

Non lo stesso accade per i vaccini a vettore virale (esempio l’AstraZeneca): si sta valutando come procedere.

L’Europa farà a meno dei vaccini a vettore virale? No, per il momento…

Proprio sulla differenza tra vaccini a m-RNA e vaccini a vettore virale, c’è chi si chiede se l’Europa stia valutando di “fare a meno” dei secondi. Fonti EMA spiegano come al momento vi sia bisogno di tutti i vaccini possibili. Qualcosa potrebbe cambiare nel lungo termine, ma rimane comunque una discussione per ora prematura.

Le prossime tappe del percorso di approvvigionamento

Quali saranno le prossime tappe nel percorso di approvvigionamento di dosi? Dalla Commissione UE trapela che ci sono 4 aziende che cosegnano vaccini agli Stati membri con cadenza settimanale. Ci sono consegne che hanno subito ritardi (vedi il caso AstraZeneca) ma – è stato ribadito chiaramente – ora è prevista accelerazione sempre maggiore. A maggio e giugno, inoltre, si attende un aumento corposo delle consegne.  

Il tutto mentre si aspetta, come già accennato, l’approvazione di Curevac e Novavax, che potrebbe arrivare ad inizio estate.

Quale la durata della copertura vaccinale?

Difficile dire con precisione, al momento, la durata della copertura anticorpale. L’EMA fa notare come dai dati in loro possesso, gli anticorpi creati dal vaccino durino sino a sei mesi, e come possa ritenersi “assolutamente possibile” che in base alla loro decrescita, la protezione stimata garantita dal vaccino duri fino a 1 anno.

Al tempo stesso, non si sa se il personal sanitario, vaccinato ad inizio anno, debba ricorrere aduna “terza dose” o come richiamo durante l’estate. L’EMA valuterà l’evolversi della situazione per capire il tempo giusto per l’eventuale ulteriore richiamo.

Nicolò Bertola

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