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Attualità | 30 aprile 2021, 17:05

Le cooperative cuneesi si reinventano per far fronte alla pandemia, puntando sulla digitalizzazione

L'emergenza covid ha danneggiato pesantemente il mondo della cooperazione, ma in Granda c'è voglia di ripartire

Un momento dell'incontro (Foto Facebook Camera di Commercio Cuneo)

Un momento dell'incontro (Foto Facebook Camera di Commercio Cuneo)

Resilienza e capacità di reinventarsi, queste le due caratteristiche che emergono con forza dall'indagine condotta dalla Camera di Commercio di Cuneo in collaborazione con gli organi provinciali di Confcooperative, Legacoop, UE-CoopAGCI Piemonte.

Nella mattinata odierna sono stai presentati i risultati sul clima della fiducia delle cooperative in Granda con quattro testimonianze dirette dai settori agricoltura, cultura, produzione/lavoro e sociale.

"La capacità di un buon amministratore, come diceva Einaudi, è basata sulla conoscenza" - ha spiegato, in apertura dei lavori, Mauro Gola, presidente Camera di commercio di Cuneo - "Il vero senso della cooperazione è lo scambio tra i partecipanti, con vantaggio reciproco. Questa è la vera forza: la capacità di comprendere e leggere l'economia in maniera concreta. Una caratteristica fondamentale soprattutto oggi in un'ottica di ripartenza". 

"Il Covid ha creato una frattura che colpisce una quota rilevante delle realtà cooperative della nostra provincia" - ha commentato Alessandro Durando, vice residente Camera di commercio di Cuneo, settore Cooperazione - "La pandemia non ci ha risparmiato, colpendo in modo differente tutti i settori, tuttavia oltre alle ferite registriamo anche un segnale di speranza da tutti coloro che hanno deciso di investire in innovazione e accelerare".

L'indagine sui dati raccolti in provincia di Cuneo, presentata da Fiorenza Barbero, ufficio Studi Camera di commercio di Cuneo, fanno emergere uno scenario chiaro-scuro: se da un lato, infatti, una buona percentuale delle cooperative cuneesi ha puntato ad incentivare il processo di digitalizzazione, cambiando la propria presenza sul mercato e reinventandosi, un’altra parte di questo mondo, senza aiuti concreti rischia di non farcela.

Senza dubbio il settore che esce dall’emergenza sanitaria in maniera più penalizzante è quello della cultura e del sociale che ha risentito in maniera massiccia delle restrizioni imposte (chiusura di cinema e teatri, eventi con pubblico o con le suole, etc).

Ogni settore ha una storia a sé, come dimostrano le testimonianze presentate nel corso del collegamento, ma un fil rouge c’è: la necessità di investire in formazione e innovazione.

"Siamo una cooperativa che ha appena compiuto 62 anni" – spiegano da Cantina Clavesana Sca il presidente, Giovanni Bracco e il marketing manager, Alessio Chiavarino -  "Ultimamente ci stiamo attrezzando per cambiare il nostro modo di essere, in maniera più innovativa, raggiungendo anche un nuovo target. La pandemia è stata affrontata da tutto il personale mettendosi in discussione, cercando di essere più vicini al consumatore e portando a casa il prodotto. Grazie alla comunicazione social e facendo conoscere i nostri servizi siamo riusciti a dare un'impronta positiva al cambiamento. Per il futuro la parola chiave sarà digitalizzazione: la pandemia ha richiesto infatti di muoversi più velocemente e lo abbiamo fatto con piattaforme online e social".

Il Covid ha portato anche a una "vita" senza eventi a teatro e, anche se la maggior parte delle compagnie si è riorganizzata proponendo eventi online, gli spettacoli in presenza non possono essere sostituiti.

"Noi siamo nati nel 1983" - spiega il presidente della Compagnia il Melarancio Coop. Sociale Onlus di Cuneo, Gimmi Basilotta - "e siamo la terza impresa di produzione teatrale piemontese. Nel 2020 abbiamo registrato una perdita del -81%, ora prevediamo, se i teatri rimarranno aperti, una ripresa, anche se in calo rispetto al 2019. Oltra al blocco degli spettacoli un grande danno è stato causato dall'impossibilità di lavorare con le scuole. Anche se abbiamo utilizzato risorse online e streaming, che consentono di mantenere un minimo di rapporto relazionale, al momento queste opzioni non rappresentano una strategia economica".

Anche il settore della produzione/lavoro ha dovuto ripensarsi e creare nuove strategie.

“Per il futuro l’intenzione e quella di investire in innovazione, formazione e digitalizzazione cercando di fare sempre più rete sul territorio" - ha spiegato Maurizio Fantino, responsabile delle relazioni industriali della Cooperativa Vitale Robaldo di Alba.  

Lo sviluppo della digitalizzazione è un tema che tocca anche il settore sociale, come testimoniato da Carla Galante della Cooperativa Sociale Armonia Work di Centallo: “La nostra mission è da sempre il benessere delle persone e per questo anche per noi sarà fondamentale puntare sull’innovazione e la digitalizzazione, in questo senso stiamo progettando lo sviluppo di un'app per le nuove povertà, in modo da garantire il dialogo tra le persone che si trovano in difficolta e gli enti preposti”.

"Importante avere un quadro globale sul territorio per il lavoro" - dichiara Mirella Margarino, presidente AGCI Piemonte"In questo difficile anno la produzione in provincia di Cuneo ha dimostrato forza nel reagire velocemente ed essere flessibile". 

Renzo Brussolo, responsabile ufficio territoriale di Cuneo Legacoop Piemonte, ha evidenziato l'importanza del territorio di saper coniugare passato e presente per guardare al futuro e in questo senso, Vittorio Marabotto, coordinatore Regionale Piemonte UE.Coop ha evidenziato quanto l'innovazione tecnologica sia un elemento da incentivare e portare in tutti gli ambiti della cooperazione.

"Per il futuro della provincia di Cuneo bisognerà avere un visione più ampia globale" - ha detto in conclusione Durando - "L'emergenza sanitaria è stata presa come una occasione di apprendimento. Grazie al capitale umano delle cooperative, con collaborazione, giovani, fare rete sul territorio, forza risorse umane intraprendenza rispetto a nuove competenze" 

AP

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