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Sanità | 04 maggio 2021, 14:40

“Dopo mesi di parto-analgesia azzerata al Santa Croce, abbiamo nuovamente sancito questo diritto per le donne”

Nel primo quadrimestre del 2021 il 17/18% dei 522 parti ha visto il ricorso al catetere epidurale. Il primario di Ostetricia Puppo: “È un numero che può ancora aumentare. Tuttavia l'obiettivo non è raggiungere quote altissime. L'importante è avere la possibilità di farlo, non quanti se ne fanno”

“Dopo mesi di parto-analgesia azzerata al Santa Croce, abbiamo nuovamente sancito questo diritto per le donne”

 

Dopo molti mesi in cui la parto-analgesia all'ospedale Santa Croce di Cuneo si era praticamente azzerata a causa della pandemia, oggi il parto senza dolore è garantito.

I parti nel primo quadrimestre del 2021 sono stati 522, e le procedure di contenimento del dolore (che comprendono travaglio in acqua, massaggi, farmaci e analgesia peridurale) sono stati applicati nell'82% dei travagli, con una quota significativa della sola peridurale (17/18%).

Lo spiega bene il direttore della struttura complessa Ostetricia e Ginecologia Andrea Puppo: “Oggi abbiamo sancito nuovamente questo diritto. Nel 2021 siamo tornati alla normalità e si prospetta anche un imminente potenziamento, grazie alla gestione più ostetrica che consente di usare questo presidio di più e meglio”.

È evidente che il covid ha costretto le realtà ospedaliere italiane a una brusca e repentina riorganizzazione strutturale e logistica. I medici anestesisti/rianimatori e gli infermieri hanno dovuto far fronte alle richieste assistenziali delle terapie intensive e inevitabilmente questo spiegamento di forze ha causato una rimodulazione delle attività ordinarie, con grande disagio a carico di operatori e utenza.

“Nel 2020 ci sono stati 6/7 mesi in cui il servizio di parto-analgesia è stato praticamente azzerato – ammette Puppo -. Ovviamente lo abbiamo garantito nei casi singoli di urgenza, ma la pandemia ci aveva di fatto sottratto tutte le risorse anestesiologiche”.

Insomma, la pandemia ha obbligato a ripensare l'organizzazione ospedaliera.

“Oggi siamo riusciti a strutturare il servizio in modo che, indipendentemente dalla pandemia, venga mantenuto – continua Puppo -. Abbiamo fatto questo lavoro: semplificato la gestione della peridurale che in parte è delegata alle ostetriche, sempre sotto il controllo dell'anestesista. Inoltre i turni degli anestesiti sono stati concepiti per poter sempre garantire la presenza di un medico in caso di necessità”.

Il ricorso a tecniche anestesiologiche per il contenimento del dolore non modifica il tasso di ricorso a taglio cesareo, attestato per il punto nascita cuneese intorno al 20% (tra i più bassi in Regione).

I parti con ricorso al catetere epidurale nel primo quadrimestre 2021 sono stati il 18%, quindi circa una novantina sul totale di 522.

“È un numero che può ancora aumentare. Tuttavia l'obiettivo non è raggiungere quote altissime. L'importante è avere la possibilità di farlo, non quanti se ne fanno”, conclude Puppo.

cristina mazzariello

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