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Attualità | 17 maggio 2021, 13:10

188 neuropsichiatri infantili lanciano l'allarme: "Sempre più giovanissimi con disturbi alimentari e del comportamento"

Un video realizzato da tantissimi professionisti del Piemonte, della Liguria e della valle d'Aosta

188 neuropsichiatri infantili lanciano l'allarme: "Sempre più giovanissimi con disturbi alimentari e del comportamento"

Non è (solo) una questione di didattica, di attenzione, di apprendimento. Gli effetti con cui il lockdown e la didattica a distanza hanno colpito soprattutto i più giovani lasciano ferite spesso invisibili, ma estremamente profonde. Difficili, da rimarginare.

Come la storia di Marco (il nome è di fantasia), 13 anni compiuti da poco e una casa in zona Mirafiori Nord. A raccontarla, cercando di sfogare la tensione e la preoccupazione, è stata la sua mamma, che ha rilasciato un'intervista a Torino Oggi, quotidiano del gruppo MoreNews. "Uno dei primi effetti su di lui della dad è stato l'autolesionismo. Nessun taglio, fortunatamente. Ma altri gesti con cui può farsi male".

Quella di Marco, purtroppo, non è una vicenda isolata. In questi mesi sono stati numerosi gli allarmi lanciati da professionisti, insegnanti e genitori in merito al disagio dei ragazzini e dei giovani, totalmente dimenticati. Basti pensare agli adolescenti, a casa per lunghi mesi e senza contatti sociali. O ai bambini più piccoli, che proprio attraverso la socialità e il gioco imparano a misurarsi con il mondo e con se stessi.

Molti insegnanti, in questi mesi, ci hanno parlato di studenti che si collegavano per le lezioni a distanza con i polsi fasciati. O, senza arrivare a questi estremi, in uno stato di completa abulia rispetto a qualunque stimolo.

La situazione è drammatica, purtroppo. E lo attesta un documento, firmato da 188 neuropsichiatri infantili di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta.

Con questo video lanciano un allarme, vogliono mettere in evidenza l'emergenza che riguarda bambini e ragazzi, iniziata prima della pandemia ed esplosa con l'emergenza sanitaria. Molti giovanissimi arrivano in ospedale per gravi disturbi alimentari o del comportamento. Servono, dicono i professionisti, una rete, risorse e strutture adeguate.

 

bsimonelli

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