Attualità - 28 maggio 2021, 18:00

Nell'anno del Covid la Granda ha 'prodotto' 18 miliardi: "Saremo fuori dalla crisi prima rispetto al 2008"

Tasso di occupazione al 68,8%, ma il dato risente del numero di una buona fetta di persone che hanno smesso di cercare lavoro. Utilizzo della Cig nel 2020 è passato da 1,8 a 32,2 milioni di ore utilizzate

“Ogni buon amministratore deve prima conoscere e poi deliberare.”

Comincia citando una frase di Luigi Einaudi il presidente della Camera di Commercio di Cuneo Mauro Gola presentando l’ultimo “Rapporto Cuneo” e sottolineando l'importanza di conoscere la fotografia economica di un territorio dopo un anno complicato.

Un 2020 che ha aperto scenari economici inediti anche per la nostra provincia. Ma a differenza della crisi del 2008 potrebbe vedere un rimbalzo in tempi più brevi.

“La nostra provincia ha la straordinaria attitudine a rispondere ai cambiamenti
– ha spiegato il presidente Gola – Una propensione all’adattamento che ci fa essere oggi, dopo un anno di pandemia, relativamente ottimisti. Il 2021 si apre con scenari ancora differenti. Fondamentale sarà il ruolo del Pnnr e della buona riuscita della campagna vaccinale che sta procedendo a gran ritmo.”

A livello globale la contrazione del Pil è stata nel 2020 del 3,3% dopo l’espansione del 2,8% registrato nel 2019.

In quest’anno flagellato dalla pandemia la Granda ha “prodotto” 18 miliardi di euro con una inevitabile contrazione del Pil del -6,7% rispetto al 2019.

La nostra provincia rappresenta ancora un territorio trainante dell’economia piemontese pesando per il 14% sulla ricchezza totale regionale e arrivando all’1% di quella nazionale.

Il valore aggiunto pro capite di Cuneo registra 27.705 euro pro capite, al secondo posto dopo Torino tra le province piemontesi.

Pandemia e blocco dei licenziamenti si rispecchiano sui dati del mercato del lavoro dell’ultimo anno: saldo positivo per i contratti a tempo indeterminato (+7.665), ma inferiore al 2019, con una flessione sia in ingresso che in uscita.

Segno meno per i contratti a tempo determinato (-1.873) e forte diminuzione delle assunzioni in apprendistato (-21,4%).

Il tasso di occupazione provinciale si attesta al 68,8%, con un calo limitato dello 0,6% rispetto al 2019. Il calo è evidente tra gli autonomi (-7,8%) mentre aumenta dell’1,2% per i dipendenti.

Ma, come è stato dichiarato durante la presentazione, il dato risente del numero di una buona fetta di persone che hanno smesso di cercare lavoro che “sfasano” almeno in termini di valutazione l’andamento occupazionale sul nostro territorio e non solo.

Importante l’utilizzo per le aziende della cassa integrazione: passata da 1,8 a 32,2 milioni con 19,2 milioni di ore utilizzate specie nel manifatturiero.

Il tasso di occupazione femminile è sceso da 61,4% a 60,5%.

Al 31 dicembre sono state segnalate 66.423 sedi di impresa, con un contrazione dello 0,6% rispetto a un anno fa, in controtendenza rispetto al dato nazionale (+0,3%).

La Granda è seconda dopo Torino, per consistenza, con una quota del 15,6% regionale.

Segno più per le società di capitale (+2,25%) e altre forme giuridiche (+1,08%).

Settore artigiano che rappresenta un quarto delle aziende provinciali, vede una contrazione dello 0,53% dello stock.

In flessione la componente femminile (-1,3%), ma crescono le imprese guidate da giovani con meno di 35 anni (+8,9%) e così il numero delle imprese straniere (+3,7%).

Nel 2020 sono nate 111 nuove start-up innovative (+16%).

Nel manifatturiero variazione tendenziale media annua della produzione del -3,3%, più contenuta rispetto a quella piemontese.

L’export, contratto del 6,9%, sfiora i 7,9 miliardi di euro, più contenuta di quanto registrato sia a livello regionale (-12,7%) che nazionale (-9,7%).

La maggior parte del mercato è concentrato sulle aree “Eu 27 – post Brexit”, ma, rispetto ad altri territori, un dato in controtendenza riguarda l’aumento dei volumi esportati negli Stati Uniti (+12,6%) e la crescita dei prodotti alimentari e delle bevande (+1,5%) da sempre settore trainante.

A patire, più degli altri, il settore turismo. Con 409.168 arrivi c’è stata nel 2020 uno contrazione del 47%, mentre il 1.079.825 presenze fanno registrare un decremento del 44%.

Il 98,7% delle presenze è di origine europea e i viaggiatori italiani hanno rappresentato il 77% del totale.

Langhe e Roero, nonostante un calo di presenze del 54% hanno fatto segnare una buona presenza di stranieri (circa il 30%), mentre l’Atl del Cuneese ha registrato una diminuzione più contenuta (-39%).

“Il 2020 è stato un anno terribile sotto diversi punti di vista - ha spiegato illustrando i dati Sarah Bovini, responsabile dell’Ufficio studi e statistica di Unioncamere Piemonte, - l'arrivo della pandemia ha infatti scatenato pesanti conseguenze negative, sia sociali che economiche. Con il diffondersi della crisi sanitaria l’attività economica è crollata in tutto il mondo e si sono bloccati gli scambi internazionali. Attraverso la puntuale fotografia scattata dal Rapporto Cuneo 2021 è possibile cogliere non solo le difficoltà affrontate, in questo difficile contesto, dalla provincia, ma anche i punti di forza che la contraddistinguono, la maggiore resilienza che ha dimostrato rispetto alla media italiana e a quella piemontese sul fronte del Pil, dell’industria manifatturiera, del commercio estero e, non meno importante, del mercato del lavoro. Gli attori economici di Cuneo dovranno partire da questi elementi di forza per trovare un equilibrio diverso da quello esistente nel periodo pre-covid e intraprendere nuove strade di sviluppo”.


“A fronte di una recessione di portata storica e diffusa su scala globale, l’economia provinciale nel 2020 ha mostrato una caduta dell’attività più contenuta della media nazionale. - ha commentato Livia Simongini, Senior Specialist SIT di Prometeia - Lo scenario 2021-2023 si prospetta per Cuneo sostanzialmente in linea con quello dell’Italia. A spingere verso l’alto le previsioni provinciali contribuisce l’andamento di alcuni comparti come l’automotive, che riprenderà slancio, l’agroalimentare, per il quale continua a profilarsi una buona crescita, e le costruzioni. Di contro, i lasciti della crisi sul comparto del turismo e della ristorazione rallentano il passo della ripresa dell’economia provinciale. In una prospettiva di medio termine grandi opportunità di crescita possono aprirsi per il territorio. Per coglierle a pieno, però, è necessario che la doppia transizione (ecologica e digitale) dell’economia cuneese possa realizzarsi con tempestività ed efficacia”.

Durante il Rapporto Cuneo è stato presentato il dashboard di InfoCamere, che costituisce la grande novità della Relazione Economica 2021, rendendo l’ente camerale cuneese pioniere nella sperimentazione.

"Il nostro obiettivo
– ha detto il Direttore Generale di InfoCamere, Paolo Ghezzi è quello di fornire, alle Camere di commercio e agli stakeholder del territorio, strumenti innovativi per arrivare ad una comprensione più profonda e immediata dei fenomeni che riguardano le imprese sullo scenario digitale. Partendo dal dato grezzo, siamo passati a soluzioni avanzate di data visualization – come la dashboard che presentiamo oggi - fino all’elaborazione di modelli statistici basati su tecniche di machine learning per valorizzare i dati contenuti nel Registro delle Imprese e rendere più efficace l’azione dei decision maker pubblici e privati”.

Il Rapporto Cuneo 2021 è disponibile online alla pagina del sito camerale https://www.cn.camcom.it/it/rapportocuneo2021

Daniele Caponnetto