Proseguono le conversazioni de “La via selvatica”: sabato 12 giugno, sul sito www.ceretto.com, sarà possibile vedere ed ascoltare il musicista Tommy Kuti in dialogo con Matteo Caccia.
Il progetto, curato da Matteo Caccia e proposto dalla Famiglia Ceretto, si compone di 12 dialoghi che fanno emergere le esperienze profonde dei protagonisti. É un percorso lungo un anno che indaga la natura selvatica e autentica, le sue regole immutabili, la sua ostinata capacità di ripetersi, la sua ricerca di un’armonia smarrita, di un equilibrio virtuoso in cui l’uomo sia capace di interagire con rispetto nella consapevolezza che la vera protagonista è la natura.
“Con Tommy Kuti il racconto della parola diventa musica che mescola le origini e le lingue” Matteo Caccia introduce così la protagonista della conversazione dal titolo “La musica non addomesticata”. Il Rap, la musica delle periferie, la voce di chi non aveva voce. Come le parole cesellate e incastonate in rime e versi liberano forze nuove in chi le ascolta.
“Cerco di essere il rapper che parla un po’ di questa Italia nuova, dell’Italia che sta cambiando: mi rendo conto, guardando i telegiornali, che purtroppo da trent’anni si parla solo di immigrazione, di sbarchi, di clandestini, di extracomunitari però la gente non si ferma mai a vedere e ad analizzare come è cambiato questo Paese rispetto a prima. Quindi per questa ragione il mio piano è comunicarlo nelle varie sfaccettature: parlare di questa Italia che è composta da molte persone che, come me, sono italiane però magari hanno anche origini estere e vivono in questo stivale.” Racconta Tommy Kuti.
Tommy Kuti è un rapper afroitaliano, che rappa con un incredibile accento bresciano, mostrando un indiscutibile talento. Italiano di seconda generazione e classe 1989, il giovane rapper ha saputo inserirsi perfettamente nel panorama musicale contemporaneo, mostrando le sue doti innate e la sua carismatica personalità tanto da conquistare anche il talentoso collega Fabri Fibra. Dopo aver vissuto per anni a Brescia, ha deciso di trasferirsi nel Regno Unito: conseguita la laurea a Cambridge ha scelto di fare ritorno in Italia e di dedicarsi alla musica. Il 2016 per lui è stato un anno importante, forse addirittura l’anno della svolta, grazie anche alla collaborazione con Fabri Fibra nel brano Su le mani, nel disco Tradimento-Reloaded. A ottobre ha annunciato, attraverso i suoi seguitissimi profili social, di aver firmato un contratto discografico nientemeno che con Universal Music Italia: da quel momento la sua carriera è decollata, inserendosi a pieno titolo tra gli artisti rapper più apprezzati in Italia. Il suo stile musicale è molto eterogeneo, basato su rime dall’alto contenuto sociale che trattano temi importanti e delicati come il razzismo e l’integrazione, con pezzi più ritmati e autoironici nei quali esibisce con innata naturalezza le proprie capacità di intrattenitore.
Tommy Kuti ha, infatti, il merito di essere uno dei primissimi italiani di seconda generazione ad aver portato un nuovo prototipo di artista nella scena hip hop italiana. #AFROITALIANO è la sua prima canzone ufficiale dopo la firma del contratto con la major Universal: il testo narra l’esperienza di Tommy, un ragazzo di seconda generazione cresciuto nel nord Italia, in una piccola provincia della Pianura Padana. Con questa canzone il rapper ha voluto parlare con i ragazzi che come lui vivono la particolare condizione di essere «afroitaliani». Il video è diretto da Martina Pastori ed Edoardo Bolli ed è stato volutamente girato tra Milano, Brescia e Castiglione delle Stiviere, luoghi in cui l’artista ha trascorso la sua infanzia e adolescenza: questo brano ha anticipato l’album. Non solo impegni discografici per il rapper il quale ha preso parte a Pechino Express 2018, in un viaggio avventuroso in Africa, che lo ha visto classificarsi secondo al fianco di Mirko Frezza, nel gruppo de I Poeti.
Con “La via selvatica” un funambolo, un paesaggista, una lupologa, un allenatore sportivo, un musicista, ma anche una chef, un meteorologo, una scrittrice, uno storico, un navigatore, un semiologo e un esploratore, in un percorso lungo un anno, riveleranno l’essenza più autentica dell’uomo, necessaria per essere nuovamente capaci di ascoltare la natura e vivere in equilibrio con essa.
Scenario di questi dialoghi i luoghi intatti e autentici all’interno dei territori Ceretto – dalle vigne, al ristorante Piazza Duomo, alla Cappella del Barolo, alla Casa d’artista, passando per le cantine della Tenuta Monsordo Bernardina e Bricco Rocche – sintesi di cura e valorizzazione del territorio.
Gli interventi sono trasmessi e resi fruibili online ogni 12 del mese su www.ceretto.com.
Calendario dei successivi appuntamenti:
12 luglio: Franco Cardini, Storico
Il territorio e la sua storia
La storia ci insegna qualcosa? La storia delle religioni ci racconta chi siamo? Addomesticare il passato per comprendere un presente che spesso ci sfugge.
12 settembre: Stefano Bartezzaghi, Semiologo
"Salvatico è chi si salva" (Leonardo da Vinci).
La lingua cresce in noi spontanea, coi suoi frutti, i fiori, i rovi, i veleni. Cultura, o coltura, è provarsi a ordinare la selva senza sradicarla e senza rinunciare all'energia che la origina.
Il Gruppo Ceretto è un’azienda familiare che ha le sue radici in un territorio di rara bellezza come quello delle Langhe, e da tre quarti di secolo unisce alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio enogastronomico italiano la promozione dell’arte.
Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultare il sito www.ceretto.com