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Attualità | 14 giugno 2021, 16:37

Dalla "malora" a capitale industriale: il miracolo economico albese nel racconto dei suoi protagonisti

Curiosità e applausi alla prima di "Un passo alla volta", il docufilm che il regista Max Chicco ha dedicato alla storia delle aziende che hanno segnato il riscatto delle Langhe e il loro successo sui mercati dei cinque continenti

Max Chicco con Bruno Murialdo, i vertici di Confindustria Cuneo, gli attori e alcuni dei volti di "Un passo alla volta" dopo la prima del Pala Alba Capitale

Max Chicco con Bruno Murialdo, i vertici di Confindustria Cuneo, gli attori e alcuni dei volti di "Un passo alla volta" dopo la prima del Pala Alba Capitale

Scorrono d'un fiato gli 80 minuti di "Un passo alla volta", il docufilm col quale il regista torinese Max Chicco racconta settant’anni di crescita industriale del territorio anche grazie alla viva voce di alcuni dei suoi protagonisti.

Questa sera, lunedì, è prevista la terza proiezione gratuita della pellicola (prenotazioni tramite il form reperibile al sito alba2021.confindustriacuneo.it), che nelle due serate precedenti si è guadagnata gli applausi del folto pubblico intervenuto al Pala Alba Capitale di piazza San Paolo.

All’anteprima, andata in scena sabato alla presenza dell'autore e di molti di quei volti, è stato lo stesso regista torinese a illustrare la genesi del film prodotto da Confindustria Cuneo e dalla Fondazione Radici, presenti coi rispettivi presidenti Mauro Gola e Claudio Rosso, per raccontare il miracolo economico delle Langhe, territorio capace di lasciarsi alle spalle la desolazione della "malora" per costruirsi un presente che lo vede tra i poli produttivi più attivi del paese, e di farlo grazie all’intraprendenza di una schiera di donne, di uomini e di aziende capaci di raggiungere il successo nazionale e internazionale nei settori più diversi.

Sullo schermo le immagini in bianco e nero pescate dallo sterminato archivio del fotografo Bruno Murialdo si alternano così ai racconti che il regista torinese ha raccolto dalla viva voce di alcuni di questi protagonisti.

Se sullo sfondo della narrazione rimangono le imprese dei nomi più noti della nostra storia industriale – su tutti Ferrero e Miroglio, ma anche la Mondo, coi suoi inizi legati al gioco del "balon" –, a svelare una ricetta i cui ingredienti rispondono alle intraducibili espressioni dialettali di "arzigh", "gheddu" e "ambisiun" sono le parole di imprenditori quali Bruno Ceretto, delle omonime cantine, Egle Sebaste, della storica azienda del torrone, Nino Rocca del ristorante "Felicin" di Monforte d’Alba, il presidente e amministratore delegato di Egea Pierpaolo Carini, Giuseppe Bernocco e Sebastiano Astegiano, fondatori del Tcn Group, Ornella Bracco, che con la Wärtsilä Apss da Diano d’Alba produce attrezzature e strumentazioni per il campo nautico. E ancora, Amabile Drocco, tra i primi collaboratori di don Gianolio nella sua Inapli, poi fondatore della San Cassiano Spa, l’industriale canalese del legno Pietro Vigolungo, Sandra Vezza, che da Barolo continua la tradizione di Gufram, storico marchio del made in Italy, e ancora di Andrea Rossano, che con la Tartufingros porta diamanti grigi col nome di Alba sulle tavole dei migliori ristoranti del pianeta.

Testimonianze preziose e utili a comprendere la genesi di una storia peculiare, quella del miracolo economico albese, che il regista ha sapientemente ricompreso in un impianto improntato alla fiction, con protagonisti i bravi attori Luca Colasanto, Guido Ruffa e Franco Barbero.

Un lavoro durato dieci mesi e che ha portato l’autore a raccogliere quasi cinquanta ore di "girato", tra interviste e riprese nelle aziende e sul territorio, il cui frutto merita di essere visto soprattutto dai più giovani.

Dopo la proiezione inserita nel calendario di "Alba Capitale della Cultura d’Impresa" il docufilm sui capitani della nostra industria guarda ora alle sezioni dedicate dei principali festival nazionali e internazionali, mentre non si esclude un suo passaggio anche nelle sale italiane.

Ezio Massucco

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