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Attualità | 14 giugno 2021, 15:03

Ospedale nord-ovest, Portolese: “L’auspicio è che i tempi possano essere contenuti e che si evitino campanilismi poco edificanti”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del Consigliere comunale con delega alla salute di Savigliano sulla realizzazione del nuovo nosocomio che coprirà il bacino di utenza del fossanese, saviglianese e saluzzese. “Importante il contenitore, ma sarà fondamentale la qualità dei professionisti che al suo interno vi lavoreranno”

In foto, l'ospedale SS Annunziata

In foto, l'ospedale SS Annunziata

In questi giorni sarà ufficialmente affidato alla ditta scelta dalla Regione l'incarico per il secondo studio di fattibilità che individuerà quale area sarebbe più adeguata per ospitare il nuovo ospedale del quadrante nord-ovest. Una struttura sanitaria che andrà a servire il bacino di utenze del saviglianese, fossanese e saluzzese. 

Ad oggi vi è già uno studio presentato dagli Amici dell’Ospedale SS Annunziata di Savigliano che lo vedrebbe collocato nei pressi dell’attuale struttura in centro città.

Sulla questione si è acceso da mesi un acceso dibattito e un confronto anche tra Amministratori locali. E’ stata costituita una commissione ad hoc composta da sette sindaci del territorio che hanno firmato infine un documento con due ipotesi per l’area su cui costruire, sulle quali la Regione dovrà far fare delle valutazioni dai propri esperti.

Il Consigliere comunale Pasquale Portolese, con deleghe Casa della salute e medicina sul territorio, ha ripercorso la storia e le funzioni dei tre ospedali in una lettera, concentrandosi sui recenti sviluppi e sull’altra possibilità che il nuovo complesso venga realizzato a metà strada tra Saluzzo e Savigliano, lungo la provinciale 662 che pubblichiamo di seguito.  

“Per la nostra città c’è stato il coinvolgimento di tutti i gruppi consiliari e non è venuto meno il fattivo contributo garantito dalla Conferenza dei Capigruppo, ciascuno di noi, pur vestendo convintamente la casacca con lo stemma del proprio Partito, altrettanto orgogliosamente ha indossato la casacca con lo stemma della nostra città, perché la Salute è un bene trasversale, non va strumentalizzata, non deve avere colore politico”. 

“Il nuovo ospedale - aggiunge - dovrà servire quel territorio che, dal punto di vista socio-sanitario, era compreso all’interno dei confini rappresentati dalla ASL 17, la situazione socio-sanitaria del nostro territorio era stata disegnata già alcuni anni fa e si era consolidata anche dopo l’avvento della nuova ASL CN1. Quando dal Governo centrale e dal Regionale è arrivato una sorta di monito, ovvero che in pochi chilometri di distanza non era più possibile avere tre ospedali che erogassero le stesse prestazioni, con le stesse strutture complesse e semplici, è cambiato il paradigma dell’offerta sanitaria del territorio, perché i tre nosocomi si sono dati delle vocazioni diverse. Fossano si è votato alla Riabilitazione, la post operatoria ortopedica, la riabilitazione cardiologica, la riabilitazione neurologica (cosiddetta di 3° livello, per neurolesi), mantiene una sua peculiarità, il “Centro Sterilità e procreazione assistita”. Saluzzo, identificato di “territorio”, in atto mantiene il reparto di medicina; il servizio di dialisi; ha sale operatorie funzionanti ed efficienti, dove si effettuano gli interventi di Day-Surgery e interventi di “chirurgia minore non complessa”, ha una sua peculiarità, il Servizio di Ventiloterapia con 4 letti di T.I. (per la cura di pazienti affetti da gravi patologie respiratorie). Ci si può chiedere: è immaginabile che ambedue gli ospedali vorranno mantenere questi servizi anche in futuro? anche in relazione a quegli equilibri di geopolitica che prima venivano richiamati? All’ospedale di Savigliano era stato riconosciuto il ruolo di capofila, per la sua storia passata e recente, per la qualità delle prestazioni erogate, rientrando di diritto nel novero degli ospedali più importanti della provincia Granda. Classificato “spoke”, dotato di DEA di I° livello con le Strutture Complesse e Semplici che ad esso afferiscono: l’ospedale per le acuzie. Il Pronto Soccorso, il Servizio di Anestesia e Rianimazione, di Terapia Antalgica, fiore all’occhiello di tutta l’ASL, per le prestazioni innovative che fornisce. Il Blocco Operatorio con 5 sale, dove vengono effettuati anche interventi di “chirurgia maggiore complessa”. Negli anni, le tre realtà ospedaliere hanno consolidato un rapporto di collaborazione lavorando in sinergia, come si dice “hanno fatto rete”, pur con delle differenziazioni nelle competenze e nei servizi erogati”. 

“Questa collaborazione si è rivelata fondamentale quando siamo stati investiti dallo tsunami rappresentato dalla pandemia da Covid 19. L’ospedale di Saluzzo, individuato dalla Regione quale Covid 19 per il nostro quadrante, ha dovuto riconvertire la terapia intensiva assieme al reparto di medicina, al personale è stato chiesto di effettuare i propri turni in reparti diversi e negli ospedali diversi da quelli di appartenenza, così si è garantita un’adeguata assistenza anche per l’ospedale Covid 19. Perché ho voluto ripercorrere la situazione di cui sopra? Perché va a calarsi, perfettamente, in quella che è stata consegnata all’Assessorato come “opzione 1”: Saluzzo e Fossano mantengono le attuali strutture, per le quali sarebbe previsto comunque un adeguamento, un riammodernamento; per il nostro ospedale invece, è prevista una “implementazione” che si dovrebbe concretizzare con la realizzazione di una nuova, moderna struttura accanto all’attuale nosocomio, nell’area compresa tra il parcheggio e zone adiacenti e l’abbattimento del palazzetto dello sport per creare spazi più idonei. E’ ipotizzabile che con la costruzione di un nuovo palazzetto dello sport, facendo rientrare il tutto all’interno di un’operazione a più ampio respiro, con degli “scambi” o “permute” di plessi immobiliari con la stessa ASL, si potrebbe avviare un percorso virtuoso e dare un volto nuovo, più “fresco”, moderno dal punto di vista urbanistico ad alcune zone della nostra città, compresi dei nuovi edifici scolastici, perché no? A sostegno di questa opzione è disponibile uno studio di fattibilità commissionato dall’”Associazione Amici dell’ospedale” ad una società specializzata in edilizia sanitaria. Il progetto, già noto dall’autunno scorso, ha tutte le caratteristiche tecniche idonee, ha una sua dignità e, a detta di quanti hanno avuto modo di prenderne visione (compreso il sottoscritto) dovrebbe essere tenuto in considerazione. L’abbattimento di parte dell’attuale nosocomio darebbe sfogo ad un’area da adibire a parcheggio, la restante parte potrebbe costituire uno spazio utile per ospitare, centralizzandoli, gli ambulatori polispecialistici, nel contempo darebbe anche ospitalità ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta, agli infermieri, agli amministrativi: alla “casa della salute”, (progetto a favore del quale da tempo ci siamo attivati con il consigliere Ferraro e siamo testimoni che gli interlocutori finora coinvolti sono tutti convinti della bontà e utilità dell’iniziativa) garantendo così “una forma fisica” a quella che da tutti viene definita:“cittadella della salute”, dando nuovo impulso, anche dal punto di vista logistico, alla riorganizzazione delle “cure primarie”, della “medicina del territorio”, una forma di aggregazione tra professionisti, favoriti in questo sia dalle direttive del Governo Centrale contenute nel PNRR, che fanno riferimento al programma del Recovery Plan, sia dalla recente Delibera Regionale che contiene delle linee guida alle quali ottemperare e dove viene garantita la copertura economica”.

“La pandemia da Covid 19 ha messo a nudo le fragilità del sistema, lo scollamento, il gap tra ospedale e territorio, ci si è resi conto della necessità di una nuova sinergia tra medici di medicina generale e territorio, per la presa in carico dei cosiddetti “codici bianchi” e dando piena attuazione al “piano delle cronicità”, questo servirebbe a contenere gli accessi impropri in PS decongestionando lo stesso, con una ricaduta favorevole sui tempi d’attesa e, assieme al potenziamento dell’assistenza domiciliare, a ridurre i ricoveri dei pazienti affetti da patologie croniche, in sostanza, un nuovo modello di Sanità, sempre meno ospedalocentrica”. 

“L’”opzione 2” consegnata all’Assessore Icardi, che prevede la realizzazione di un ospedale ex-novo “sulla direttrice Savigliano-Saluzzo”, così è stata definita all’interno del documento. Quale area idonea dove collocare l’erigendo ospedale potrebbe essere identificata la prima periferia della nostra città, all’altezza della nuova rotonda posta su via Saluzzo, nelle adiacenze del consorzio agrario, mantenendo la “prossimità” dell’abitato. Al momento, risulta che la Regione abbia dato mandato ad una società di professionisti, specializzati in edilizia sanitaria, per l’effettuazione di uno studio di fattibilità”. 


“Ho voluto documentarmi seguendo diversi dibattiti, dove a confrontarsi c’erano degli esperti che si erano occupati dello studio di fattibilità di alcuni ospedali in altre realtà piemontesi. Era emerso che per la costruzione di una struttura ospedaliera ex-novo è necessario tenere in considerazione diverse variabili: 1) il consumo del suolo, assieme ai risvolti burocratici per le trattative con i proprietari per la sua cessione ; 2) l’impatto o rischio idrogeologico; 3) l’impatto ambientale; 4) l’impatto acustico; 5) l’espansibilità, intesa come modulabilità e flessibilità, la sua ampiezza, dovendo garantire un’adeguata area parcheggi e un’altrettanto ampia area verde; 6) l’importanza dell’aspetto tecnico-urbanistico, strutturale: quale modello privilegiare quello “orizzontale” o quello “verticale”? Su quanti piani? Quanti posti letto? Volendo fare riferimento ai due ospedali di recente costruiti in Provincia per il nuovo ospedale si dovrebbe ragionare in un ordine di grandezza di più o meno 300 posti letto di degenza ordinaria, in aggiunta 20 a 30 posti di day surgery e alcuni per la week surgery, circa 20 posti di day hospital, tenendo presente che è cambiato il paradigma dell’offerta sanitaria per l’utenza, ormai si sono implementate e consolidate le tecniche endoscopiche, sia per la diagnostica che per gli interventi chirurgici, anche la robotica è entrata prepotentemente nelle sale operatorie, con una ricaduta favorevole sulla salute dei pazienti in senso lato, questo ha portato a una riduzione dei tempi di degenza post-operatoria e quindi è venuta meno la necessità di avere a disposizione più posti letto per le specialità chirurgiche. Di primaria importanza rimane anche l’aspetto legato all’offerta e alla ricettività alberghiera, dalle quali non si può più prescindere, è necessario garantire delle camere con un posto letto, alternate a camere con due posti letto, con annessi servizi, questo a grandi linee per garantire la “customer satisfation”; 7 )la viabilità, intesa anche come accessibilità per i diversi mezzi di trasporto: treno, aereo, bus, auto, bicicletta, sotto questo aspetto, Savigliano va a consolidare la sua posizione di “capofila” perché è la città più “baricentrica” e quindi più agevolmente raggiungibile, qualsiasi possa essere il mezzo di trasporto sul tema viabilità occorre ancora sottolineare che le due opzioni presentano delle differenze, sia in senso positivo che negativo: la scelta del sito nella prima periferia potrebbe garantire più ampi spazi di manovra, ma ci sarebbe forse la necessità di utilizzare delle navette per chi arriva in treno; nella scelta del sito adiacente all’attuale nosocomio, si potrebbero fare dei ragionamenti e prendere in considerazione la possibilità di utilizzare la linea ferroviaria Savigliano-Saluzzo, prevedendo una fermata addirittura all’interno dell’ospedale, tipo “metro leggera”. 

“Riepilogando, due siti differenti, due modelli differenti, un “modello urbano”, un “modello extraurbano” e naturalmente, come in qualsiasi situazione in divenire, quando ci sono 2 modelli a confronto, si creano 2 scuole di pensiero e anche la nostra situazione non si sottrae a questa regola, perché per ciascuno dei progetti sono stati individuati dei “punti di forza” e dei “punti di debolezza” legati alle molteplici variabili di cui sopra. Adesso l’onere di identificare l’area più idonea dove edificare il futuro nuovo “ospedale del quadrante Nord-Ovest” è demandato alla Regione”.          

E conclude “L’auspicio da parte di tutti, è che i tempi possano essere ragionevolmente contenuti, che gli Amministratori non si mettano a “tirare per la giacchetta” l’Assessore Icardi, reiterando atteggiamenti campanilistici e demagogici e veti incrociati poco edificanti, che si possa procedere con celerità alla ideale posa della prima pietra. Vorrei fare una riflessione per sottolineare, sì, l’importanza del “contenitore”, ma sarà fondamentale il “contenuto”, la qualità dei professionisti che al suo interno vi lavoreranno. E’ cronaca recente il pensionamento di alcuni Direttori di struttura complessa che avevano contribuito, assieme ai loro collaboratori, a dare lustro al nostro ospedale, auguriamoci che possano essere adeguatamente, degnamente sostituiti e sarà necessario continuare a mettere al centro tutte le figure professionali, ciascuna per le proprie competenze in modo che possa continuare a garantire prestazioni di qualità, ancora più funzionale e attrattivo per i pazienti che avranno necessità di essere curati perché, anche se non si tratta di una gara, anzi è auspicabile un rapporto di collaborazione interdipartimentale, interdisciplinare, dovrà “misurarsi” con due Titani, ad ovest l’ospedale S.Croce e Carle, ad est l’ospedale di Verduno che hanno, ambedue, delle grandi potenzialità. Facendo nostro un pensiero di Schopenhauer: la salute non è tutto, ma senza la salute tutto è niente“ .

cg

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