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Politica | 01 luglio 2021, 10:59

Alba, in Consiglio va in scena la dura reprimenda del sindaco. Ma dopo tre ore la maggioranza torna a spaccarsi

Carlo Bo aveva affrontato l’aula con un forte richiamo all’umiltà e alla responsabilità: "Le critiche sono accettabili, i tradimenti no". In serata subito un nuovo inciampo sul rinnovo delle commissioni

Nuova seduta di Consiglio, ieri sera, dopo quella sospesa due settimane fa (foto Comune di Alba)

Nuova seduta di Consiglio, ieri sera, dopo quella sospesa due settimane fa (foto Comune di Alba)

"Le critiche sono accettabili, i tradimenti non sono accettati". Si era chiusa così, con questa chiara indicazione del sindaco Carlo Bo, la discussione svoltasi ieri in Consiglio comunale su quanto accaduto sempre in Sala Bubbio quindici giorni prima, quando l’uscita non concordata dei consiglieri Olinto Magara e Maria L’Episcopo – e la contestuale assenza della collega Ylenia Cane – aveva fatto venire meno il numero legale e creato più di un dubbio sulla tenuta della maggioranza che sostiene il primo cittadino.   

Un interrogativo – quello su se e come potrà proseguire la consigliatura a guida centrodestra – che aleggiava ben presente sull’intera assemblea sin dalle battute iniziali dei lavori, aperti con la surroga della giovane consigliera Pd Ester Marello (dimessasi per impegni di studio che la porteranno all’estero per un biennio, al suo posto è entrato in Consiglio l’ex assessore Gigi Garassino) e dal ricordo dell’ex consigliere Beppe Alessandria, recentemente mancato.

NUOVI GRUPPI IN MAGGIORANZA
A seguire si entrava nel vivo, col presidente del Consiglio comunale Domenico Boeri a dar conto delle due modifiche che, proprio in virtù di quanto accaduto il 15 giugno, da ieri hanno riportato almeno in parte alle origini la geografia del centrodestra in aula. Come già pubblicamente annunciato Nadia Gomba e lo stesso Boeri hanno così lasciato "Alba Liberale" per tornare a costituire il gruppo "Per Alba Cirio" (il nome della lista che li aveva visti eletti). La prima formazione ha invece cambiato denominazione in "Alba Liberale per Carlotta Boffa", potendo ora contare sul solo Olinto Magara, rimasto l’unico riferimento in aula dell’attuale vicesindaca.

CERVELLA INTERROGA IL SINDACO.
DI LIDDO: "QUI NON E’ UNA BICCHIERATA"
Tempo per l’indicazione dei rappresentanti del Comune nell’Enoteca Regionale del Barbaresco (Simone Allario Piazzo, Michela Adriano, Pietro Giovannini e Paolo Manera), che si passava all’articolato esame di coscienza su quanto accaduto.
Prima ancora che fosse Olindo Cervella a dare lettura dell’interrogazione con la quale l’opposizione di "Uniti per Alba" chiedeva al primo cittadino "se, dopo adeguata riflessione, ha avuto modo di verificare la possibilità e capacità di gestire e governare la maggioranza che lo sostiene", era stata la collega Elena Di Liddo a lanciare un severo richiamo ai colleghi: "Tutti noi consiglieri abbiamo fatto una promessa ai cittadini albesi e tutti abbiamo diritti ma anche doveri", ha detto, invitando il litigioso campo avverso "a un’etica che pensiamo debba essere alla base di questa assemblea, che non è una riunione di condominio e nemmeno una bicchierata".

MAGARA: "BASTA OFFESE E ATTEGGIAMENTI MISOGINI"
Tra gli accusati della congiura ai danni del sindaco, Olinto Magara replicava con un sibillino affondo sui problemi di rapporti che intercorrerebbero tra le diverse anime della coalizione al governo della città, evidente riferimento alle schermaglie intercorse coi colleghi della Lega: "Vorrei ora che il confronto politico tra noi consiglieri fosse improntato al rispetto e all’educazione. Certi aggettivi e certe offese personali non possono essere accettate. Prego tutti i consiglieri di usare un linguaggio più consono a questa assemblea. Le offese e le considerazioni di carattere personale, come certi atteggiamenti misogini, non possono essere tollerate".

GATTO: "CIRIO SEMPRE PIU’ SINDACO OMBRA"
Toccava quindi ad Alberto Gatto, ancora per conto di "Uniti per Alba", mettere il dito nella piaga dei problemi dell’Amministrazione, riferendosi ai "dissidi non certo mancati" dal suo insediamento, due anni e un mese fa. "Tutto ciò denota un problema politico molto forte e che ormai dura da tempo", ha rimarcato l'ex assessore prima di sottolineare che "in questo Consiglio torna presente con insistenza il nome di Cirio, sempre più attivo nella politica cittadina albese. Avevamo letto che aveva preteso una cabina di regia, ma pare sia sempre più il sindaco ombra della nostra città". Rivolgendosi poi al primo cittadino ha proseguito dicendo che "la città ha bisogno di una guida attenta, competente e autorevole, non di cabine di regia, stampelle e aiuti dall’alto. Alba attende risposte. Un consiglio che le possiamo dare è quello di seguire la sua coscienza e trarre le dovute conclusioni".

SANDRI DIFENDE IL PRIMO CITTADINO:
"SQUADRA NON E’ ALLA SUA ALTEZZA"
Un’appassionata difesa di Bo e del suo operato arrivava poi da Mario Sandri (Forza Italia): "Il sindaco è stato eletto da oltre il 51% degli albesi e quindi merita la fiducia. Poi, è vero, la maggioranza, ha avuto un passo molto zoppo, c’è stata la benzina della cabina di regia, ma il primo cittadino non ne ha alcun bisogno, forse è la squadra che non è stata alla sua altezza".

CARLO BO PER LA RESPONSABILITA':
VADO AVANTI, MA NON A TUTTI COSTI
La parola è così passata a Carlo Bo, che, in un intervento durato diversi minuti, non ha fatto mistero di tutta l’amarezza provata per quella che "è stata una brutta pagina: per me, come sindaco, e a livello personale. E non è stata una consolazione sentirmi dire che sono cose che succedono, che avvengono in molte altre assemblee, perché Alba è una città diversa".

"Continuerò a essere me stesso, non mi vergogno e non mi pento di aver manifestato le mie emozioni", ha proseguito riferendosi alle parole da lui pronunciate prima della sospensione dell’ultima seduta, da quel "forse non sono in grado" col quale si era in qualche modo intestato la responsabilità dell’accaduto: "In politica può sembrare una debolezza, per me si tratta di un punto di forza".

"Sono stati giorni difficili, non lo nascondo – ha poi proseguito –, ma intanto mi sono detto che come sindaco ho anche dei doveri e delle responsabilità. In questi due anni ho cercato di fare il massimo, mettendoci la faccia e lavorando tanto. E mi sono impegnato senza mancare di rispetto a nessuno. L’ho fatto per la città, per chi mi ha votato e per chi non mi ha votato. E ho cercato di mettere in pista qualcosa di importante - ha proseguito elencando progetti come la casa della salute, il terzo ponte, le opere opere complementari dell’At-Cn, il corso di laurea in Scienze Infermieristiche, il palazzetto polifunzionale "cui stiamo lavorando insieme ai Paolini e alla Banca d’Alba" –. Anche in questi giorni ho cercato di andare avanti, anche perché questa città non deve subire anche l’onta di essere commissariata".

Poi, rivolto "a chi è stato eletto nel centrodestra", ha chiesto: "Qualche merito ce l’ho forse anche io se abbiamo vinto le elezioni? E per quale motivo il sindaco si impegna dalla mattina alla sera e poi deve incontrare simili problematiche? Per quale motivo sulle tematiche macro, dove posso agire personalmente grazie a rapporti interpersonali consolidati nel tempo, riusciamo a portare a casa il risultato, e invece si cade su cose che fanno fare brutte figura non soltanto al centrodestra, ma sopratutto alla città?".

"Io ho iniziato la mia avventura nel 2009 e nei primi due anni non osavo nemmeno guardarlo in faccia, il sindaco. Prima di prendere la parola chiedevo il permesso al mio capogruppo Castellengo. Serve tanta umiltà. E la responsabilità di questo deve essere di chi ha vinto le elezioni. Sono i gruppi consiliari di maggioranza che devono appoggiare e sostenere l’attività politica e amministrativa di chi ha vinto, non l’opposizione".

"Io mi auguro – è stato l’affondo finale nei confronti dei suoi – che ogni consigliere di maggioranza senta questo senso di responsabilità, perché un po’ di pudore, un po’ di vergogna bisognerebbe averla. Per quanto riguarda il discorso della cabina di regia, io mi sento tutto tranne che commissariato. Anzi, forse è perché voglio fare certe cose che ho qualche problema. Ci sono tante cose che sarebbe opportuno fare, che hanno tentato di fare anche i miei predecessori, c’è la riforma dell’ente Fiera (…). Dobbiamo continuare ad andare avanti ma serve un senso di responsabilità chiaro, preciso e inequivocabile. Le critiche sono accettabili, i tradimenti non sono accettati".

SULLE COMMISSIONI E’ 12-12:
LA SPACCATURA RIMANE
Una dura reprimenda, un richiamo all’etica, all’umiltà e al senso di responsabilità della squadra, che sembrano però essere caduti nel vuoto. La dimostrazione in quanto accaduto tre ore dopo, a seduta appena terminata, quando l’assemblea è stata chiamata a rinnovare la presidenza delle cinque Commissioni permanenti del Consiglio comunale, passaggio obbligato proprio in ragione della mutata composizione dei gruppi.  
Un votazione andata avanti senza intoppi per qualche minuto, con la conferma dei primi tre presidenti uscenti. Ma quando è stato ora di confermare il presidente della IV Commissione (Educazione, Cultura e Politiche Sociali), sinora appannaggio della maggioranza sotto la guida di Gionni Marengo, a sparigliare il campo è arrivata l’auto-candidatura di Olinto Magara, che al momento delle alzate di mano ha avuto anche il sostegno delle due consigliere di "Noi per Alba" Maria L’Episcopo e Ylenia Cane. La minoranza ha nuovamente fiutato l’andazzo e il risultato è stato quello di un 12 a 12 che ha di fatto respinto al mittente i richiami al buon senso ascoltati sino a quel momento.

L’assegnazione della presidenza di Commissione è al momento sospesa (un’interpretazione del Ministero degli Interni la assegnerebbe al candidato anagraficamente più anziano, quindi allo stesso Magara), ma il punto politico è quello di una maggioranza assestata su un equilibrio a dir poco precario, ostaggio dei tre consiglieri e costretta – se vorrà andare avanti – a ricorrere su ogni delibera al voto decisivo dello stesso sindaco. Se vorrà andare avanti.

Ezio Massucco

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