Attualità - 02 luglio 2021, 18:39

In 17 anni di Università del Gusto borse a oltre 300 studenti da tutto il mondo

A Pollenzo celebrata la cerimonia per i Sostenitori delle Borse che incontrano i giovani beneficiari. Dalla sua nascita l’ateneo ha destinato a questo capitolo 11,5 milioni di euro, per il 30% coperti da aziende, fondazioni, istituzioni e privati

In 17 anni di Università del Gusto borse a oltre 300 studenti da tutto il mondo

All’Università di Scienze Gastronomiche si è tornati, ieri giovedì 1° luglio, a celebrare in presenza e sotto un luminoso cielo estivo la Cerimonia per i Sostenitori delle Borse di Studio dell’ateneo e l’incontro con gli studenti borsisti beneficiari.

Nella Sala Rossa dell’Agenzia di Pollenzo, alla presenza del prorettore prof. Nicola Perullo e del presidente Carlo Petrini, il responsabile delle Relazione Esterne Unisg Gabriele Cena ha presentato i dati relativi all’anno accademico 2020-21, introducendo progressivamente anche gli interventi dei vari relatori in programma.

“In 17 anni di attività più di 300 studenti di oltre 50 nazionalità hanno beneficiato delle borse di studio predisposte dall’Università di Scienze Gastronomiche: ossia il 10% del totale degli iscritti. Dal 2004, anno della fondazione, ad oggi l’Unisg ha investito 11,5 milioni di euro destinati alle borse di studio – di cui il 30% grazie al contributo di aziende, fondazioni istituzioni e privati. Nell’anno 2020-21 sono 58 gli studenti borsisti provenienti da 28 Paesi: Afghanistan, Argentina, Brasile, Bulgaria, Colombia, Cuba, Danimarca, Ecuador, Etiopia, Finlandia, Germania, Ghana, Indonesia, Israele, Italia, Kenya, Libano, Messico, Olanda, Regno Unito, Russia, Spagna, Stati Uniti, Sud Africa, Tanzania, Turchia, Uganda, Zimbabwe. Questo è stato possibile grazie all’impegno e la volontà di oltre 47 Sostenitori”.

Ha quindi preso la parola il prorettore prof. Nicola Perullo, che ha tracciato un efficace e appassionato ritratto dell’ateneo pollentino.
“Siamo una piccola università, ma abbiamo un’identità fortemente cosmopolita, con circa il 45% ogni anno di studenti stranieri distribuiti in tutti i corsi. Questo dato è molto interessante perché sviluppa una idea di comunità dove si formano relazioni non misurabili. Si tratta di un valore incredibile, soprattutto su una scala così piccola – ha continuato il prorettore – ecco che possiamo definire la nostra un'università con una dimensione artigianale e internazionale, che permette relazioni intense tra studenti, docenti e staff. Questo è qualcosa che va al di là delle conoscenze e competenze che un’università deve fornire e che nasce da questa comunità di relazione: una capacità di ascolto, empatia e di sentire insieme e stare con gli altri nella differenza”.
Ha concluso Perullo: “Il cibo è uno strumento straordinario per fare questo. Questo è il valore umano di questa università, che ci caratterizza in modo transculturale. Infine, l’università o è inclusiva e aperta nel suo spirito originario oppure non è. Bisogna essere equi, inclusivi e consentire l’accesso all’educazione per tutti. Ecco perché il sostegno delle aziende e enti alle borse di studio è un gesto morale e pivotale perché garantisce il diritto allo studio per tutti quegli studenti meritevoli che altrimenti non avrebbero potuto essere qui”.

Ha poi portato la sua testimonianza Duncan Okech, ex studente e borsista kenyota, coautore del libro “Tieni il tuo sogno seduto accanto a te”.
“Apprezzo questa giornata che permette di far incontrare e conoscere borsisti e Sostenitori. Anche io ho beneficiato di borsa di studio, e grazie a questo sono riuscito a laurearmi. Sono contento delle relazioni che ho costruito qui. Ora infatti sto lavorando come gastronomo nella cooperativa Valdibella in Sicilia, dove mi occupo di preparazioni e ricette: un keniota che prepara ricette siciliane è una cosa meravigliosa, vero? Adesso sto mettendo in pratica nel mio lavoro la concretezza che ho appreso a Pollenzo. Ho scritto un libro per capire da dove sono venuto, dove sono arrivato e dove sto andando. Non ho smesso di coltivare il mio sogno!”

Successivamente Cristina Guidobuono Cavalchini, dell’Azienda risicola “La Mondina” (Riso Buono), ha affermato: “Mi emoziono sempre molto a Pollenzo. La mia è stata una formazione in studi economici, sono molto pragmatica. Quando ho iniziato 7 anni fa con Riso Buono, non avevo una cultura del cibo. Poi ho conosciuto questa università, che ha un approccio di libertà, dove si apprende in mondo trasversale e si creano connessioni. Noi siamo felici di sostenere gli studi di giovani promettenti vedendo il risultato di esperienze straordinarie come quella di Duncan”.

Rebeckah Lynne Burnette, studentessa statunitense rappresentante dei Borsisti Unisg, ha sottolineato l’importanza dell’opportunità delle borse di studio per studenti meritevoli da tutto il mondo: “Sono nata in California e sono grata di aver potuto beneficiare della borsa di studio. Inoltre sono lieta di essere qui oggi e poter conoscere chi sostiene le borse Unisg e far conoscere la nostra realtà di borsisti. Qui possiamo fare esperienze straordinarie e credo che l’impegno dei Sostenitori sia utile per dare opportunità a questa piccola, ma speciale università che ha grande potenziale di poter cambiare il mondo attraverso il cibo”.

Giovanni Quaglia, presidente della Fondazione Crt, ha voluto ricordare la lungimiranza visionaria di Carlo Petrini nell’ispirare la nascita dell’Università: “Occorre sempre avere in mente un progetto e una missione, per i quali si è disposti a fare sacrifici. Duncan lo chiamerebbe il sogno. Oggi si parla di sostenibilità e inclusività sociale: è compito dei partner strategici e dei sostenitori consentire una inclusione sociale vera, non solo limitata al nostro territorio nazionale, ma globale e metatemporale che va aldilà dello spazio e del tempo. Questo ci consente di stabilire le relazioni che sono la vera identità l’anima di Pollenzo. Noi come Fondazioni di origine bancaria sosteniamo la crescita perché abbiamo bisogno di costruire nuove leadership per un futuro migliore, affinché i sogni si avverino e siano realizzabili”.

Chiara Gasperini, studentessa e borsista, è intervenuta raccontando alcuni episodi del suo primo anno di corso a Pollenzo, soprattutto mettendo l’accento sulla ricchezza delle relazioni e connessioni che si creano durante le varie attività: “Dal confronto con studenti di altre regioni d’Italia e del mondo, dai viaggi di studio, al dialogo con docenti provenienti da ogni continente, fino all’esperienza corale nell’orto didattico, ogni momento contribuisce alla nostra formazione di gastronomi. E credo che una delle principali competenze che noi futuri gastronomi dovremmo acquisire è quella di divulgare le conoscenze ricevute a tutti, per rendere ognuno consapevole di quello che mangia”.

Francesco Cappello, della Fondazione Crc, ha ricordato l’impegno costante della sua istituzione nel sostenere la formazione universitaria e di altro livello: “Nel 2020 abbiamo destinato 2,2 milioni di euro a sostegno della formazione permanente. Tra le iniziative sostenute, una particolare attenzione viene data al settore agroalimentare, eccellenza del territorio cuneese e piemontese. Il cibo ha un ruolo centrale come elemento culturale, materia di studio, approfondimento e ricerca. In Piemonte e in provincia di Cuneo da tempo abbiamo instaurato sinergie fruttuose tra atenei e mondo produttivo che si stimolano a vicenda. L’Unisg con la sua spiccata vocazione internazionale non poteva che nascere nel territorio cuneese. E ai giovani talenti che si laureano qui, ricordo di portate sempre con sé nel mondo il percorso unico vissuto a Pollenzo con i valori del nostro territorio”.

Guido Barilla, di Barilla Group, che non ha potuto essere presente, ha inviato un messaggio a tutta la platea di Pollenzo: “Da sempre cultura e competenze sono le leve fondamentali per disegnare il futuro e, ancora di più oggi, vivendo in un periodo di grandi complessità derivanti dalla pandemia, costituiscono la chiave per reinterpretare e ripensare il modello di sviluppo, in particolare quello agro-alimentare. Qui, in questo luogo, docenti e studenti, grazie al continuo confronto e alla sistematica apertura alle nuove conoscenze e alle diverse sfide del sapere, generano le competenze indispensabili per progettare e realizzare il proprio personale futuro e, con esso, il futuro della società in cui vivremo. Per questo, insieme all’amico Carlo, abbiamo pensato di dedicare la borsa di studio a Luca Virginio, persona che con visione e tenacia ha ideato e realizzato la Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition e che ha positivamente influenzato il modello di sviluppo sostenibile di Barilla”.

In collegamento dagli Stati Uniti Damien Casten, della Casten Family Foundation Chicago, ha voluto ricordare la sua prima visita a Pollenzo, anni or sono: “Questo è un posto speciale, pensai quando visitai la prima volta l’Università. All’epoca non c’erano università negli Stati Uniti che fossero dedicate a questo ambito di studi.  E oggi sono favorevolmente sorpreso di come la visione di Carlo Petrini sia stata realizzata. Inoltre sono lieto che si sia sviluppate così importanti opportunità per gli studenti. Quando abbiamo iniziato a sostenere le borse nessuno sapeva di questa opportunità negli Stati Uniti, oggi invece giovani da tutta la nazione si interessano allo studio delle scienze gastronomiche. E noi siamo grati di aver potuto contribuire a questo cambiamento e a questa crescita di interesse”.

Ha chiuso la serie di interventi Carlo Petrini, presidente Unisg: “Il diritto allo studio è uno dei principi fondamentali di una società giusta. Ma se non c’è partecipazione diretta di entità pubbliche e private, la difficoltà di sostenere il diritto allo studio diventa maggiore.
Sono orgoglioso dei nostri ex allievi che si stanno facendo onore nel mondo: come ad esempio in situazioni complesse come nell’Africa Sub-sahariana dove contribuiscono alla creazione di comunità contadine e all’economia locale.
Questa pandemia che ci ha messo a dura prova è anche elemento di riflessione, per creare nuove progettualità per il futuro. Si parla tanto di transizione ecologica, molti pensano che sia un passaggio di buoni comportamenti, ma è molto di più. Questo termine sta a indicare un periodo storico che va oltre alla nostra esistenza, che potrebbe durare qualche secolo, che è chiamato a correggere comportamenti, stili di vita, modi di produrre o viaggiare, che non sono più praticabili, perché compromettono la vita della nostra specie e di questo pianeta. Questo cambiamento è una sfida e dovrebbe essere sostenuto dai giovani. Uno degli obiettivi di Pollenzo deve essere quello di fare in modo che i gastronomi del futuro possano ridurre concretamente l’impatto devastante di questo fenomeno.
Pollenzo deve continuare ad avere una spiccata internazionalizzazione: questo è il cemento della nostra comunità. Inoltre è fondamentale continuare con determinazione a rafforzare la multidisciplinarietà di questa università.  E infine è necessario implementare l’economia relazionale. A Pollenzo si costruiscono i beni relazionali che gli studenti si porteranno dietro tutta la vita. Ecco che mi rivolgo a voi sostenitori.
Il nostro ringraziamento è molto sentito perché assolvete un compito etico e morale che vi fa onore: fino a quando avrò la responsabilità di presiedere questo ateneo, farò di tutto affinché questa componente di accesso allo studio e internazionalità venga mantenuta. Non deve essere una università dei privilegiati, ma accessibile a tutti coloro che sono motivati”.


La giornata si è conclusa con la consegna delle pergamene ai Sostenitori a cura del vicepresidente Unisg Silvio Barbero e un momento conviviale presso le Tavole Accademiche Unisg.

Redazione

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