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Attualità | 02 luglio 2021, 17:32

“Tesori del Marchesato”: aperta la grande mostra che porta nell’età dell’oro di Saluzzo

Sarà visitabile in tre sedi espositive: il Monastero della Stella, Casa Cavassa e la Castiglia fino al 31 ottobre. Statue lignee, pergamene, affreschi di grandi artisti come Hans Clemer, La mostra fa fulcro a Saluzzo ma indirizza ai beni del territorio. E’ un progetto della Fondazione Artea

Tesori del Marchesato di Saluzzo, Casa Cavassa, Madonna con il bambino detta "Madonna del coniglio" di Hans Clemer

Tesori del Marchesato di Saluzzo, Casa Cavassa, Madonna con il bambino detta "Madonna del coniglio" di Hans Clemer

Un tuffo nell’arte, nella storia e nella cultura tra Medioevo e Rinascimento del Saluzzese. È quanto propone la grande mostra “Tesori del Marchesato di Saluzzo”, inaugurata ieri (giovedì 1 luglio) visitabile fino al 31 ottobre, diffusa in tre sedi del centro storico cittadino: il Monastero di Santa Maria della Stella, Casa Cavassa, la Castiglia e che  invita, attraverso oggetti, frammenti di decorazioni pittoriche, statue, a conoscere altri beni disseminati nel territorio.  

"E’ il dentro e fuori" della mostra con il punto focale in Saluzzo ma che entra in dialogo con il territorio marchionale: dalla vicina chiesa di San Giovanni, al Castello della Manta, all’Abbazia  Staffarda, la Cappella Marchionale di Revello, i Castelli Tapparelli di Lagnasco e alle decine di  beni disseminati nelle valli del Monviso.

Sono una settantina le opere esposte dell’itinerario saluzzese, segnato da capolavori realizzati tra medioevo e prima età moderna testimonianze dell’età dell’oro del Marchesato. Ci sono codici miniati, dipinti su tavola, affreschi, sculture e documenti d’epoca, provenienti da alcuni dei principali musei ed enti di conservazione italiani. Dalle opere su tavola alla produzione ad affresco di Hans Clemer, il Maestro d’Elva,  artista “di punta” dell’itinerario e delle principali maestranze  quali la famiglia Pocapaglia, Giovanni Baleison, la bottega dei Biazaci di Busca, al confronto tra  la cultura  oltralpina e le migliori esperienze lombarde con Benedetto Briosco e Matteo Sanmicheli.

In mostra anche materiali lapidei, capitelli con motivi araldici provenienti da architetture del territorio e esemplari di oreficeria - spiega  Simone Baiocco, conservatore delle Arti dal XIV al XVI  secolo a Palazzo Madama di Torino,  curatore della mostra che ha definito “ostinata”, ideata tre anni fa e che  vuole rappresentare  anche il territorio circostante, invitando a visitare attraverso gli oggetti esposti, i  beni da cui provengono.

L’esposizione rappresenta il cuore del progetto concepito da Fondazione Artea e sviluppato in collaborazione con Comune di Saluzzo, Fondazione Torino Musei, Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo, e realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, con il contributo della Fondazione CRC, Fondazione CRT, con la partecipazione della Diocesi di Saluzzo e della Consulta BCE Piemonte, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Torino, sponsor Sedamyl.

Info e biglietti: www.fondazioneartea.org  Orari: venerdì e sabato, 10-13/14-18;  domenica e festivi, 10-13 / 14-19 Biglietti: intero 12  euro; ridotto 9 euro. Info e prenotazioni gruppi e scuole: musa@itur.it; 800942241. Biglietteria presso le sedi espositive: Monastero della Stella (piazzetta della Trinità 4); Casa Cavassa (via San Giovanni, 5); La Castiglia (piazza Castello, 1). Biglietti disponibili su ticket.it e punti vendita autorizzati. 

Il taglio del nastro 

Al taglio del nastro (ieri giovedì 1 luglio nel Centro congressi di Santa Maria della Stella) è stato sottolineato, in particolare, lo spirito condiviso e il lavoro di rete che anima questo  progetto di valorizzazione del patrimonio culturale e artistico del territorio. A partire dal Vescovo Cristiano Bodo, che ha evidenziato anche l’importanza del dialogo arte e fede e della testimonianza di questi beni della vita e fede di chi ci ha preceduto.

“La mostra è nata dall’amore per il nostro territorio e dalla consapevolezza che i tesori di arte, storia e cultura che esso racchiude sono ancora troppo poco conosciuti –  parole di Marco Galateri di Genola presidente della Fondazione Artea - Gli stretti rapporti del Marchesato con la Francia gli hanno permesso di essere a contatto con movimenti letterari, culturali e artistici del Nord Europa e di essere così a lungo il loro canale di transito verso il Ducato di Savoia e l’Italia tutta nel periodo che chiude il Medioevo e si apre al Rinascimento. Auspichiamo che il grande sforzo fatto in un periodo così difficile come quello segnato dalla pandemia globale, possa permettere di riscoprire e apprezzare non solo la bellissima  Saluzzo, capitale del Marchesato per oltre quattrocento anni, ma anche tutto il territorio circostante”. 

“Con la parola “tesori” si vuole certamente evidenziare la ricchezza e l’unicità delle opere per la prima volta esposte in questa suggestiva mostra dedicata alle arti figurative del Marchesato di Saluzzo – sottolinea Vittoria Poggio, assessore regionale alla Cultura -. L’auspicio è che questa mostra sia l’inizio di un percorso di valorizzazione più ampio, collettivo e condiviso, che coinvolgerà l’intero territorio”.

Fulcro della mostra: Saluzzo. “Siamo orgogliosi di ospitare un progetto espositivo di altissimo livello: non una tradizionale mostra, ma un percorso di conoscenza e approfondimento sulla storia e sulla cultura del Marchesato che costituirà un ulteriore elemento di conferma della dimensione europea che il territorio saluzzese ha vissuto fin dal 1300 – aggiunge il sindaco Mauro Calderoni -. Un’iniziativa che arricchisce ulteriormente l’immagine di Saluzzo e delle Terre del Monviso come luogo di innovazione culturale, elemento che sta al centro del percorso di candidatura a Capitale italiana della cultura 2024”. 

La mostra “Tesori del Marchesato di Saluzzo” è accompagnata dal clima di entusiasmo che caratterizza queste settimane di ripartenza del comparto culturale. “Abbiamo condiviso la trasformazione da idea a fase progettuale della mostra e siamo lieti di ospitarla nella nostra sede, un segno di ripresa esaltante delle attività culturali 2021 – commenta Marco Piccat, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo -. L’essere sospesa tra la potenza dei Savoia da un lato, e la forza del regno di Francia dall’altro, ha imposto la crescita partecipata di un insieme di località dall’economia differenziata, multiculturale e multilinguistica, capace di iniziative autonome e di rinnovamento. La volontà dei marchesi di scegliere non una sola capitale, ma di abitare ed abbellire diversi importanti centri di valle, da Dronero a Revello, unitamente alla gestione di un potere concordato con gli uomini delle valli, ha permesso la costruzione di importanti borghi, tutti con architetture emergenti, in sintonia con caratteristiche ambientali piuttosto diverse”.


L’esposizione è resa possibile grazie alla fondamentale collaborazione con la Fondazione Torino Musei, per la quale interviene il presidente Maurizio Cibrario - "La collaborazione che abbiamo potuto fornire costituisce una riprova della vocazione territoriale dei musei torinesi, che nella crescita delle loro collezioni hanno sempre accolto opere provenienti dai vari centri del Piemonte. Il legame tra l’arte di quest’area e le raccolte di Palazzo Madama, poi, ha una ragione particolare dovuta alla figura di Emanuele Tapparelli d’Azeglio, saluzzese illustre, straordinario collezionista, creatore del Museo di Casa Cavassa e direttore dei Musei Civici torinesi tra 1879 e 1890”.  

 

vilma brignone

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