Molti non vogliono parlare. Sono arrabbiati e piuttosto abbattuti da questa nuova incombenza: chiedere a chi si siede a consumare all'interno dei locali il greene pass, obbligatorio da oggi per tutta una serie di attività, compresi piscine, musei e spettacoli.
Al bar e al ristorante ci si può sedere all'interno solo se muniti della certificazione.
Il meteo invoglia a stare fuori e, per ora, non ci sono state grandi difficoltà. Ma molti ristorantori e titolari di pubblici esercizi evidenziano come la norma metta un po' a disagio. "Io devo lavorare e far star bene le persone. Così non è possibile. Preferisco non aggiungere altro. E' un momento particolare, dove conviene stare zitti e non esprimere opinioni, soprattutto da parte di chi lavora con il pubblico".
Alcuni ristoratori temono una perdita nelle prenotazioni, altri ammettono di non avere ancora chiaro cosa devono fare: "Io la carta di identità non l'ho chiesta. Ma conoscevo tutti quelli che sono entrati".
C'è poi la mamma che ha il green pass e che prova ad entrare e a sedersi all'interno con la figlia minorenne, non vaccinata. "Non può stare dentro, mi dispiace", le dicono. Poi c'è chi ha il green pass, è a favore, ma preferisce comunque stare all'aperto.
Per ora, con la bella stagione, il problema green pass è gestibile e ci saranno ampi margini di tolleranza, anche nelle verifiche. Cosa accadrà nei prossimi mesi, per ora è difficile prevederlo.
Servizio di Barbara Simonelli e Cristina Mazzariello