Attualità - 16 agosto 2021, 17:15

Il cebano Alberto Cairo, l'Angelo di Kabul, rimane in Afghanistan: “Siamo qui per aiutare le vittime”

Intervistato ai microfoni di Rai News 24 dichiara di non avere mai neanche pensato di andarsene: “Il Comitato Internazionele della Croce Rossa lavora principalmente in paesi in guerra. Qui si lavora, si continua e si fa quello che si può”

Alberto Cairo, l'Angelo di Kabul, in una foto di repertorio

Alberto Cairo, l'Angelo di Kabul, in una foto di repertorio

 

Mentre scorrono le terribili immagini degli afghani che si aggrappano agli aerei in partenza da Kabul per fuggire da un Paese allo sbando, c'è chi in Afghanistan ci lavora da 30 anni e non ha mai pensato di andarsese.

È Alberto Cairo, fisioterapista originario di Ceva. Lo chiamano l'Angelo di Kabul: dal 1989 per conto del Comitato Internazionale della Croce Rossa, gestisce un progetto per realizzare arti artificiali per adulti e bambini che hanno subìto mutilazioni a causa della guerra. Nel 2010 è stato anche candidato al Premio Nobel per la pace

Ha dichiarato ai microfoni di Rai News 24: “Il Comitato Internazionele della Croce Rossa lavora principalmente in paesi in guerra. Lo sapevo. Sono cosciente di dove mi trovo e dove avrei potuto trovarmi nel caso in cui la situazione fosse peggiorata. Non ho mai avuto nessun momento di dubbio. Qui si lavora, si continua e si fa quello che si può. Naturalmente ci si tutela, non si prendono rischi sconsiderati, però siamo qui per aiutare le vittime. Ce ne sono tante. Continuiamo e continueremo. Non ho mai avuto alcun dubbio”.

Cristina Mazzariello

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