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Attualità | 12 settembre 2021, 08:34

"I colori della fede": i mille grazie a San Chiaffredo negli ex voto del Santuario di Crissolo

La raccolta votiva è stata catalogata da Patrizia Capobianco e Amerino De Angelis. Il loro lavoro ha dato alle stampe un libro edito da Paolo Fusta Saluzzo. Gli ex voto vanno dal 1810 ai nostri giorni. Il lavoro dei due coniugi per salvare il patrimonio votivo del territorio che va incontro al degrado e alle sparizioni

Almerino De Angelis nel santuario di San Chiaffredo di Crissolo durante la visita guidata a cura dela Delegazione FAI Saluzzo. La copertina del libro I colori della fede.

Almerino De Angelis nel santuario di San Chiaffredo di Crissolo durante la visita guidata a cura dela Delegazione FAI Saluzzo. La copertina del libro I colori della fede.

“I colori della fede. Gli ex voto del Santuario di San Chiaffredo”.  E’ uscito da poco il libro, editore Paolo Fusta Saluzzo,firmato a 4 mani dai coniugi Patrizia Capobianco già insegnante di lettere e Almerino De Angelis, medico chirurgo che raccoglie il loro lavoro di schedatura e di studio  sugli ex voto che tappezzano le pareti dell’edificio sacro in alta val Po.

Un luogo di millenaria devozione nei confronti del santo patrono della Diocesi di Saluzzo, uno dei primi evangelizzatori della valle, identificato come soldato romano della Legione Tebea che secondo la tradizione fu martirizzato, in loco, con i compagni ( tra il gli ultimi anni del 280 e i primi anni del 300) per aver testimoniato la fede cristiana ai tempi della persecuzione  di  Diocleziano  e Massimiano.

Sono oltre mille gli ex voto catalogati nell’arco di una  decina di anni dai due appassionati di storia, arte, cultura alpina che in precedenza si eravamo occupati degli ex voto del santuario di Valmala e di altri centri tra Val Varaita e Valle Stura.

In queste occasioni abbiamo potuto osservare la grande ricchezza del patrimonio votivo del territorio ed al tempo stesso la sua fragilità legata al degrado, ma soprattutto alle dispersioni. Un modo per arginare questi fenomeni – spiegano - era quello di fotografare e schedare quanto era ancora presente nei vari luoghi di culto. Un lavoro  per dare il nostro piccolo contributo affinchè, di tutta questa eredità restasse, in ogni caso, almeno la memoria" .

Lo studio della raccolta del santuario di Crissolo "è stato anche un tentativo di meglio conoscere un mondo, quello della pittura votiva (soprattutto dell'area saluzzese), ancora etichettato in modo semplicistico (si veda il frequente paragone con l'arte naif), ma di straordinario interesse etnografico”.

Nel santuario si osservano i principali tipi di voti: dalle tavole dipinte, agli ex voto oggettuali ed anatomici in lamina d'argento, ai voti oggettuali (catene per gli animali, fiocchi dei neonati, fotografie, apparecchi ortopedici).

Il “catalogo” va dal 1810 al 2017 con una concentrazione massima tra la fine dell'Ottocento e la seconda metà del Novecento.

Sono divisi per gruppi tematici: quelli relativi alle figure umane in preghiera,  a realtà di malattia, alla guerra o incidenti ed ex voto di ringraziamento per il salvataggio di animali.

Nel santuario ai piedi del Monviso , di cui il libro riporta le cinque fasi costruttive, la prima alla fine del XIV secolo, preceduta dalle notizie dell’origini del sito nel VI secolo, sono rappresentati oltre duecento anni di protezione, riconoscenza e preghiera a San Chiaffredo,  i cui resti, racconta la tradizione, furono ritrovati  in modo fortunoso nel l 522 d.C., durante lavori di aratura, a causa dei  quali  un contadino e  suoi buoi caddero in un burrone, proprio dietro l’attuale edificio di culto e furono trovati sani e salvi  portando alla luce il sepolcro del santo.

“Tutti gli ex voti  hanno una loro storia, sebbene espressa in modo diverso – spiega  Almerino De Angelis -  Per la mia professione, trovo particolarmente interessanti  quelli che raffigurano interventi chirurgici a domicilio o che illustrano corsie d'ospedale. Sono interessanti per il loro valore documentario, così come può esserlo quello che raffigura la vecchia facciata del santuario o la collina saluzzese.”

I quadri votivi del periodo bellico sono importanti per la descrizione della grazia e lo stato emotivo del graziato nella sua descrizione. Un esempio di voto che rappresenta un incidente particolare è quello ambientato in una stazione  tramviaria.

Gli ex voto sono testimoni di epoche e specchio delle realtà umane dell’area,  in molti casi sono vere e  proprie opere d’arte. Chi  li realizza ?

La realizzazione dei quadro dipinti era di solito eseguita da artigiani specializzati in questo genere di pittura, non mancano esempi di pittori di una buona levatura come quadri eseguiti direttamente dal graziato, soprattutto in tempi recenti quando la mancanza di "specialisti" in materia è più sentita.

La composizione di un quadro seguiva, e segue in parte tuttora, regole precise di distribuzione delle figure nello spazio e di chiarezza del racconto in modo da essere facilmente intellegibile”.

Dietro ai dipinti votivi c’ ‘è una storia. Spesso una storia famigliare e un legame affettivo con il santuario e il santo che dura nel tempo, come fosse una preghiera che continua in quel posto. Alcuni ci tengono molto infatti, ricercano il loro ex voto arrivando periodicamente al Santuario  e in qualche caso li restaurano.

Di San Chiaffredo nella chiesa sono conservati, in una teca la coscia e la spalla, mentre il cranio che fu trasferito a Saluzzo nel 1642, si trova all’ interno di un busto in argento e viene esposto in Duomo durante i festeggiamenti patronali e in casi particolari di calamità, per invocare salute e protezione, come la  pioggia nei periodi di siccità o come è stato durante l’emergenza coronavirus.

vilma brignone

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