Stamattina, a Cuneo, in contrada Mondovì, è stata inaugurata una nuova panchina rossa a Cuneo, simbolo contro la violenza sulle donne. Si tratta della ventitreesima installata in città e nelle frazioni. A cui si aggiunge quella arcobaleno installata al parco della Resistenza.
E' stata adottata dai Pensionati CISL Cuneesi in collaborazione con la Cooperativa Sociale fiordaliso Onlus – area antiviolenza.
Il capoluogo della Granda nel 2008 ha costituito la Rete Antiviolenza, composta da tutti gli attori sociali pubblici e privati coinvolti nella lotta contro la violenza sulle donne sul territorio cuneese.
La Rete è nata per migliorare i rapporti di collaborazione e il collegamento dei diversi enti/associazioni impegnati, diventando il luogo dell'incontro e del confronto, della elaborazione e della sperimentazione, alla ricerca di buone pratiche in grado di contrastare efficacemente la violenza sulle donne.
Quello della violenza sulle donne è un problema gravissimo in Italia. Ha mille sfaccetture e mille volti. Può essere fisica ma anche psicologica. Dalla disparità di trattamento salariale ai ricatti sul posto di lavoro in caso di gravidanza, dalla rigidità dei ruoli alla disuguaglianza in tanti ambiti.
Mancano i dati ufficiali perché non tutte le donne hanno il coraggio di denunciare. Per paura, per vergogna. Il fenomeno riguarda tutte le classi sociali. Ma è soprattutto un problema culturale, come ha evidenziato l'assessore alle Pari Opportunità Cristina Clerico. "Sono temi da affrontare ogni giorno, già dall'asilo. L'8 marzo l'anno".
La consigliera di Parità della provincia di Cuneo Monica Beltrando ha evidenziato come anche la Granda non sia esente dal fenomeno. Numeri che non rendono l'idea della piaga sociale, perché sicuramente inferiori al reale fenomeno.
Da gennaio a maggio 2021 sono state 45 in provincia le denunce per stalking. 10 gli ammonimenti, di cui 4 si sono concretizzati. 4 le denunce per violenza sessuale, due per violenze sessuali aggravata e due per violenza su minori.
Nel corso dell'inaugurazione è stato letto "Quarto potere",uno dei 36 racconti scritti da Serena Dandini e raccolti nel libro "Ferite a morte". A parlare sono le donne, dopo essere state uccise. 36 racconti, 36 pugni nello stomaco. Necessari per fare il salto culturale indispensabile per fermare la violenza sulle donne.