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Politica | 23 settembre 2021, 13:50

Usi civici, parla Bongioanni. Che non ha dubbi: “L’attuale legge va riscritta”

Intervista al consigliere regionale FdI che ieri ha presentato il discusso emendamento. La Gribaudo? “Probabile che lo abbia letto, senza capirlo”. Lega e Forza Italia? “Se cercavano di acquisire visibilità, forse per non aver brillato in produttività in questi due anni di legislatura, potevano essere più attenti”

Paolo Bongioanni

Paolo Bongioanni

Ieri è finito al centro delle cronache per aver proposto “l’emendamento Bongioanni”.

L’atto che prevedeva modifiche alla legge 29 del 2009, sulle “Attribuzioni di funzioni amministrative e disciplina in materia di usi civici”. E oggi, Paolo Bongioanni, consigliere regionale cuneese di Fratelli d’Italia, crede “sia opportuno fare un po' di chiarezza”.

La ricostruzione del consigliere FdI parte da prima dell’inizio della seduta. Specificando come la versione definitiva dell’emendamento (rispetto a quella circolata sulle chat WhatsApp di centinaia tra sindaci e amministratori) sia stata depositata proprio ieri mattina, a ridosso dell’inizio del Consiglio regionale.

Stavo scendendo le scale del Consiglio regionale – dice – quando il capogruppo del Partito Democratico Raffaele Gallo, visto che l'emendamento era appena stato caricato nella versione definitiva, mi ha chiesto più tempo per poter approfondire una tematica delicata e così importante per la montagna.

Nel rispetto che ho sempre mostrato ai colleghi di minoranza, ho risposto che ero disponibile, riservandomi prima un confronto con il presidente Alberto Cirio”.

Una sorta di “rinvio”. Anche se, per Bongioanni, rimane un punto fermo: “L’attuale legge va riscritta. Tutti si riempiono la bocca di fiscalità agevolata per chi ha il coraggio di vivere e lavorare in montagna, ma poi con l’attuale legge regionale andiamo ad aumentare le tasse”.

Sentito il presidente Cirio – continua il consigliere FdI –, abbiamo quindi optato per la riscrittura delle legge, e abbiamo emesso una nota congiunta”. La nota stampa in questione è quella pubblicata dal nostro giornale nel primo pomeriggio di ieri, quando Cirio annunciava di aver ritirato l’emendamento, di concerto con il presidente della VI Commissione.

Per la cronaca il presidente della sesta Commissione sono io”. Secondo Bongioanni e Cirio gli usi civici “hanno grande impatto su molte attività in particolare in ambito turistico e sportivo”.

Poco prima del ritiro dell’emendamento, e al termine di un paio di giorni di subbuglio tra gli amministratori comunali, in Granda scoppia la polemica. Intervengono in primis Chiara Gribaudo, parlamentare del PD, e Roberto Colombero, presidente regionale dell’Uncem. L'esponente Fdi non va per il sottile.

Per quanto riguarda le polemiche sorte in provincia di Cuneo – risponde Bongioanni –, alimentate dall’onorevole Gribaudo, mi chiedo se quest’ultima abbia letto l’emendamento. Ma, ripeto, nella sua versione definitiva, caricata ieri mattina. O se invece non sia più probabile che lo abbia letto, ma non lo abbia capito.

Questo perché l’emendamento non fa altro che correggere una stortura della legge in vigore, che prevede sì una forma di risarcimento per la perdita di usi civici, ma introduce una vera e propria imposta sui redditi tradendo i principi della legge nazionale.

Qui noi dobbiamo tutelare le imprese turistiche della montagna: i rifugi alpini, le baite, le imprese dello sci che generano posti di lavoro e ricchezza e presidio sul territorio! Nessuno vuole favorire le grandi derivazioni!

Con l’emendamento si intendeva ripristinare, e lo si farà con la legge, la natura risarcitoria del canone in modo proporzionale alla reale perdita subita, mentre oggi, per come è strutturata, la norma introduce una sorta di imposta sul reddito. E questo perché utilizza una percentuale dell’utile di bilancio, che è una prerogativa dello Stato, e non delle Regioni”.

Ma non è tutto. In Granda le reazioni non si placano. E nel pomeriggio di ieri agli organi di stampa arrivano altre note. La prima, del PD provinciale. La seconda, invece, arriva da due delle forze di maggioranza in Regione: Lega e Forza Italia.

A firmare quest'ultima Paolo Demarchi, Matteo Gagliasso e Franco Graglia, il vicepresidente del Consiglio regionale.

Mi avete chiesto un commento anche su questa nota stampa, che ha lasciato un pochettino perplesso non solo il sottoscritto, ma anche il presidente Cirio.

Se Demarchi, Gagliasso e Graglia cercavano di acquisire visibilità, forse per non aver brillato in produttività in questi due anni di legislatura, potevano essere più attenti, perché evidentemente non hanno ancora capito che un emendamento, per essere presentato durante una fase di voto di un disegno di legge, deve essere firmato dai tre capigruppo e quindi condiviso come maggioranza.

Infatti, l'emendamento sugli usi civici porta la firma del sottoscritto, del capogruppo di Forza Italia Paolo Ruzzola e del capogruppo della Lega Alberto Preioni. I tre consiglieri, di fatto, con la loro note disconoscono i loro capigruppo.

Inoltre, fossero più attenti ai lavori di Consiglio, saprebbero che la proposta che è stata caricata ieri mattina era stata scritta a quattro mani dal sottoscritto e, in rappresentanza della Lega, dal collega Walter Marin, che quindi rappresentava anche Demarchi e Gagliasso”.

Detto questo – conclude Bongioanni –, visto che non sono solito perdere tempo con le polemiche, riprendo il mio lavoro. Per quanto riguarda la proposta legislativa daremo sicuramente vita a un tavolo di confronto, al quale coinvolgeremo le rappresentanze dei sindaci e di ogni livello istituzionale, ovviamente insieme alle categorie che rappresentano il comparto turistico della montagna. Questo per arrivare a una sintesi che non scontenti le Amministrazioni, ma che al contempo tuteli il mondo produttivo-turistico della montagna”.

Nicolò Bertola

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