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Attualità | 30 settembre 2021, 07:20

A Monastero Vasco castagne e funghi sorvegliati speciali per evitare furti e danneggiamenti

I boschi hanno proprietari che li lavorano ed accudiscono. Portare via i prodotti della terra senza permesso è un furto. I contadini si sono organizzati con fototrappole e cartelli

A Monastero Vasco castagne e funghi sorvegliati speciali per evitare furti e danneggiamenti

Sono guardati a vista notte e giorno, come due vere star.

Del resto il fungo e la castagna, sono il re e la regina dei nostri boschi: ottimi da gustare, con un buon mercato di vendita ma sicuramente non facili da coltivare e trovare. E per chi con fatica pulisce i boschi e li mantiene in vita 360 giorni l’anno - facendo anche un grande servizio di tutela e conservazione del territorio - essere derubati del proprio lavoro è davvero imperdonabile. Perché comunque un furto resta sempre un furto, anche se il bottino è un chilo di castagne o un cestino di funghi.

“Oltre al danno economico anche la beffa - racconta un agricoltore di Monastero-. Perché non solo ci viene portato via il frutto del nostro lavoro, ma se qualcuno si lamenta con i predatori, è già accaduto che questi, con le borse piene di castagne, insorgano in maniera aggressiva. Ladri e senza rispetto, oserei dire. Perché non c’è bosco che non abbia un padrone che lo coltiva con ore e ore di duro lavoro”.

Così gli agricoltori hanno deciso di reagire contro questo sopruso: “Siamo stanchi - spiegano - di vedere ogni anno calpestati i nostri sforzi e la nostra dignità”. Alcuni giorni fa, dalle parole sono passati ai fatti ed una trentina di coltivatori, che insieme nella zona di Monastero posseggono oltre cento ettari di terreno coltivato a castagno - pianta pregiata sotto la quale è facile trovare i funghi porcini - si sono organizzati trasformando il bosco in un’area sensibile, super controllata con le fototrappole e avvertimenti precisi su tantissimi castagni: “Castagneto videosorvegliato”.

I nostri nonni non lo avrebbero mai immaginato, eppure la castagna, il così detto pane dei poveri, è diventata oggetto di furto in tutta la Granda.

Sono oltre cento le fototrappole istallate sugli alberi e più di trecento i cartelli affissi ai castagni. “La spesa per comprare tutto questo materiale è stata ingente - conclude un coltivatore - ma oltre ad essere un deterrente, speriamo anche diventi un motivo per far riflettere le persone sulla necessità di portare rispetto verso il lavoro degli altri”.

“Come Comune sosteniamo l’iniziativa dei coltivatori - ha detto il consigliere di Monastero Pietro Danna -, anche se si tratta di un’area privata e raccogliere i frutti su questi terreni è un reato, che come tale va perseguito. Il lavoro dei contadini e faticoso ed è anche un bene prezioso per la comunità”.

NaMur

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