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In Breve

| 27 novembre 2021, 06:57

Nessuna buona azione rimane impunita - Goodnight mommy

Credo che a volte, nella vita degli esseri umani, qualcosa di orribile e di gigantesco può essere fatto per i motivi giusti. Perché sarà vero che la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni, ma è anche vero che spesso nessuna buona azione rimane impunita

Nessuna buona azione rimane impunita - Goodnight mommy

“Ich seh, Ich seh” (“Goodnight mommy”) è un film austriaco del 2014 scritto e diretto da Veronika Franz e Severin Fiala. Protagonisti della pellicola i gemelli di nove anni Elias e Lukas che si trovano ad avere a che fare con la loro madre biologica, una celebrità che ha dovuto subire un serio intervento di plastica facciata dopo un grave incidente. I due cominceranno a “indagare” sulla vera identità della donna in casa con loro, che per l’intervento deve portare costantemente una fasciatura completa sul volto, fino a scoprire un’orrenda realtà… che coinvolge anche loro.

Una settimana in cui si è parlato tanto di dolore, dramma e violenza, e delle sue conseguenze, quella che si sta concludendo. Il centro è, ovviamente, la Giornata nazionale contro la violenza sulle donne e tutte le (giustissime) riflessioni che si porta appresso ogni anno.

Credo – o meglio, spero che - la Giornata nazionale 2021 sarà ricordata per la conclusione del processo al torinese Alex Pompa. I fatti saranno sicuramente noti a tutti: il diciannovenne, l’anno scorso, aveva ucciso il padre Giuseppe – operaio 52enne – per difendere la madre e il fratello dalle sue violenze. Recentemente, proprio in questa settimana, il ragazzi è stato ufficialmente assolto “perché il fatto non costituisce reato”.

Tutti felici e contenti, ovviamente, una vittoria emotiva per chiunque abbia un cuore e un cervello. Ma m’interrogo personalmente su che cosa voglia dire convivere con il fatto in sé di aver ucciso il proprio padre, qualunque sia la ragione.

Il genere horror, in ogni propria traduzione creativa, ha spesso esplorato il dramma dell’essere umano, la difficoltà di convivere con le conseguenze di ciò che ci accade e di ciò che scegliamo di far accadere. E “Goodnight mommy” - per questa volta, mi scuserete, userò il titolo internazionale - , si propone di farlo e lo fa con estrema efficacia. Non si tratta di una pellicola particolarmente innovativa sul piano registico e narrativo ma è la messa in scena che convince davvero, il tratteggiare un  contesto casalingo incredibilmente disagiante e nel quale è impossibile essere a proprio agio (e, in questo, la figura della mamma “senza volto” certamente contribuisce in larghissima parte).

Il finale di “Goodnight mommy” con il suo ribaltamento concettuale e lo svelamento della realtà sull’incidente in cui è rimasta coinvolta la mamma – e sul grande segreto che riguarda i due gemelli Elias e Lukas – contiene la forza dirompente di un’unica e sola verità: che un evento violento non si riduce al semplice consumarsi della violenza stessa, ma lascia impronte profonde in ciascuno di noi, che impossibile cancellare con la prima pioggia.

Credo Alex Pompa abbia fatto qualcosa di orribile, di gigantesco, e a volte nella vita degli esseri umani qualcosa di orribile e di gigantesco può essere fatto per i motivi giusti. Perché sarà vero che la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni, ma è anche vero che spesso nessuna buona azione rimane impunita.

Simone Giraudi

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