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Economia | 14 gennaio 2022, 18:40

Caro energia, gli imprenditori si appellano al governo: "C'è in ballo la sopravvivenza del nostro sistema industriale"

Un incontro in Confindustria Cuneo, durante il quale è intervenuto Aurelio Regina, delegato di Confindustria per l'energia. Tra le sue proposte: "Aumentiamo l'estrazione del gas che abbiamo in Italia e diversifichiamo gli approvigionamenti. Non possiamo dipendere dalla Russia"

Aurelio regina e Mauro Gola

Aurelio regina e Mauro Gola

Arginare il caro energia: le proposte di Confindustria. Questo il tema affrontato nel pomeriggio in un incontro nella sede di corso Dante.

Presenti i rappresentanti delle più importanti aziende della provincia, oltre a 120 in collegamento. Invitati i parlamentari della Granda: presenti Giorgio Maria Bergesio e Marco Perosino; collegati Chiara Gribaudo, Mino Taricco, Monica Ciaburro e Flavio Gastaldi.

Un tema complesso, che in questi ultimi mesi è diventato cruciale e che rischia di mettere in crisi il sistema produttivo italiano. Questo il quadro introdotto dal presidente di Confindustria Cuneo Mauro Gola. "E' un tema che non ha facili soluzioni. La spesa per l'energia è passata da 8 miliardi nel 2019 a 20 nel 2021 e si prevde che sarà di 37 nel 2022. Si mette in forse la crescita del nostro Paese. Siamo ancora in una fase espansiva ma questi aumenti di elettricità ed energia sono un salasso per il mondo delle imprese. Forte preoccupazione per questi aumenti fuori dal controllo. Il mondo Confindustria ha già portato a casa dei risultati, ma i temi da affrontare sono tanti a livello nazionale. E' un momento complesso, ma l’imprenditore vuole andare avanti".

A prendere la parola Aurelio Regina, delegato del presidente nazionale Bonomi sul tema Energia. Lungo e circostanziato il suo intervento, ma soprattutto propositivo. "Questi aumenti rischiano di mettere in crisi la nostra competitività negli anni a venire. Il tema è normato a livello europeo ed è legato alle dinamiche geopolitiche, come la crisi tra Ucraina e Russia, con ripercussioni che variano di ora in ora. Una telefonata andata male tra Biden e Putin ha ripercussioni a due cifre sui prezzi".

Regina ha evidenziato gli aumenti: del 55% su trimestre per l'elettricità e del 42 per il gas, dal 1 gennaio.

Ha continuato: "Negli ultimi sei mesi si è diffusa la considerazione che quello del caro energia fosse un problema congiunturale, legato a momenti e situazioni contingenti. Ma ci sono aspetti strutturali sottovalutati: non si tornerà al 2019. Ma pare che ci sia un atteggiamento del tipo: è così e non c'è molto da fare. Ma qui in ballo c’è la sopravvivenza del nostro sistema industriale. Stiamo mettendo a rischio soprattutto 500 miliardi di euro di esportazioni, che sono garanzia del nostro debito pubblico".

Regina ha parlato delle soluzioni messe in atto da Francia e Germania, i reali competitor dell'Italia nel settore manifatturiero a livello europe. Noi rischiamo di restare indietro e di perdere competitività se non si mettono in atto delle soluzioni. "I francesi hanno il nucleare e lo esportano, i tedeschi un po’ di nucleare e carbone, che stanno convertendo. Il prezzo dell’energia alla borsa dei francesi è in linea con quello italiano, ma il governo francese davanti ai prezzi ha preso virtualmente un quarto della produzione e lo ha stoccato per il sistema industriale al prezzo di produzione. Ha deciso di sostenere il sistema industriale con un’operazione straordinaria. I tedeschi hanno fatto un’altra azione di scontistica straordinaria. Anche il nostro paese deve mettere in atto azioni strategiche di medio e lungo termine. perché questo non è una crisi congiunturale. Non passerà la nottata".

Regina ha parlato di soluzioni congiunturali per risolvere la cosa ora, e strutturali, anche per la sicurezza degli approvvigionamenti futuri.

Misure settore gas: estendere l’interrompibilità anche in questo settore e di aumentare la remuneratività, che sia commisurata ai costi. "Chiediamo che questo meccanismo venga stabilizzato".

Poi il "decreto gassivori", che permetterà una scontistica delle componenti parafiscali dal 1 aprile: dovrebbe impattare per 800 milioni di euro sul sistema industriale.

"Abbiamo portato all’attenzione del governo la questione estrattiva di gas. Nel giro di 12/15 mesi potremmo estrarre il doppio di metri cubi qui in Italia, passando da 4 a 8 miliardi, con costi che scenderebbero ad un quarto dei costi attuali. Servono 15 mesi per farlo. E adesso? Noi potremmo fare una misura equivalente a quella fatta dalla Francia per il gas, allocando virtualmente 8 miliardi di metri cubi al prezzo del periodo estivo (del 30-40 % più basso); metà lo produciamo e metà lo importiamo, per arrivare a quando lo estrarremo noi. Solo queste azioni, percorribili e applicabili, porterebbero un sollievo del prezzo del gas complessivo del 70% circa".

Regina ha poi evidenziato il tema degli approvigionamenti: "Oggi dipendiamo dalla Russia. Dobbiamo guardare all'Algeria, alla Libia e all'Egitto, al di là delle questioni politiche. Noi non possiamo dipendere da un solo Paese. La politica di diversificazione di approvvigionamenti era la visione di Mattei". Stessa cosa per l'elettrico: "Siamo riusciti a lavorare su componenti para fiscali. Inoltre, c'è bisogno di una riforma del mercato elettrico, che includa le rinnovabili. Abbiamo chiare le idee di dove andiamo. Ma aspettiamo le risposte della politica".

Barbara Simonelli

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