Riceviamo e pubblichiamo una lettera di auguri per Suor Elvira da parte di Franco Lovera, sindaco di Saluzzo ai tempi in cui nel 1983, la religiosa fondò sulla collina la Comunità Cenacolo chiedendo udienza all’allora primo cittadino per esporre il progetto della sua opera.
Cara Suor Elvira,
è con vero piacere che voglio porgerti gli auguri più sinceri per i tuoi 85 anni. Voglio esprimerti personalmente un ringraziamento per l’opera coraggiosa e meritoria a servizio dei più fragili, gli invisibili, spesso ai margini di una società piena di fastidioso fracasso procurato da imbonitori urlanti, che per un mero interesse di denaro propongono un finto benessere, per distogliere dalla realtà e preparare la via della perdizione non solo spirituale, ma anche distruzione fisica.
Eravamo nei folgoranti anni 80, non avevo ancora 40 anni ed ero Sindaco di Saluzzo, quando mi chiese un appuntamento Suor Elvira “da effettuarsi possibilmente fuori dagli Uffici del Comune”, non mi anticipò l’argomento e stabilimmo di trovarci nel mio ufficio a Cervignasco.
Invitai a quella riunione Ida Avagnina, mio assessore al sociale, Suor Elvira non volle neanche sedersi al tavolo, si appoggiò alla finestra della sala riunioni, sembrava turbata e preoccupata, come se avesse delle paure ad agitarla. Iniziò senza preamboli dicendomi: “Sindaco, sono venuta da lei per dirle che ho maturato un’idea, un proposito, sento di dovermi impegnare in un’iniziativa che cambierà la mia vita, portandola ad un impegno totale verso i giovani che si sono smarriti, che stanno perdendo la strada”, era appoggiata alla finestra, erano le cinque del pomeriggio e il sole batteva fortissimo, in quel momento fu immediato per me pensare alla missione di Don Bosco, in mezzo ai giovani a Valdocco.
Suor Elvira mi spiegò nei dettagli il suo programma, il modo in cui intendeva agire e le finalità: “Sindaco, a lei chiedo solo una cosa: mi dia quel fabbricato non occupato che avete in collina, non vi chiederò soldi, perché ci impegneremo a sporcarci le mani con i giovani che si fermeranno da noi”.
Io e la Avagnina ci confrontammo e arrivammo rapidamente alla conclusione che seppur sarebbe stato difficile, era davvero “cosa buona e giusta”, valutammo politicamente quale potesse essere il fronte del si e del no in Consiglio Comunale, ma forti entrambi dell’esperienza di ex Allievi Salesiani, decidemmo di portare avanti in qualunque caso quell’alleanza con Suor Elvira.
Erano gli anni difficili dell’eroina, dell’emarginazione dei drogati e lo Stato ancora non aveva intrapreso dei percorsi per affrontare il problema, molte famiglie erano alla disperazione, era una vera e propria emergenza sociale, era doveroso fare qualcosa, ma pochi erano disponibili ad accettare la nascita di una comunità nel Marchesato. In Consiglio Comunale il fronte del “no”, sosteneva motivazioni egoistiche, stupide e puerili, ma non riuscì a fermarci e la proposta fu accettata.
Le “grane” non finirono in fretta, in particolare ricordo un gruppo ostile in Consiglio, che ogni qual volta Elvira faceva tagliare un ramo o muovere un mattone, prendeva occasione per attaccarci in merito all’operazione. Ma il frutto di quell’opera buona cresceva dirompente e l’esplosione della Vita del Cenacolo di Suor Elvira, donna coraggiosa e splendida, continuò ad aumentare nel tempo e suor Elvira diventò Madre Elvira, ed il resto è storia che oggi noi tutti conosciamo.
Le battaglie politiche vanno fatte non per la popolarità del risultato, ma per il bene comune che ne deriva. Viva Suor Elvira, Viva Madre Elvira: sei una grande persona, grazie per aver donato la tua esistenza ai più deboli, tanti auguri di buon compleanno dal tuo affezionato ex Sindaco!
Franco Lovera