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Attualità | 28 gennaio 2022, 12:08

"Negli ospedali stessi problemi della prima ondata": gli infermieri piemontesi protestano a Torino

Coppolella (Nursind): "Trattati come figli di un Dio Minore, nostre paghe tra più basse d'Europa. Attendiamo il riconoscimento da 75 euro per la lotta al Covid"

La protesta degli infermieri a Torino: "Trattati come figli di un Dio minore"

La protesta degli infermieri a Torino: "Trattati come figli di un Dio minore"

"I nostri pronto soccorso e i nostri ospedali vivono le stesse problematiche della prima ondata, se non peggiori". È questo l'urlo di dolore dei centinaia di infermieri piemontesi che questa mattina hanno occupato piazza Castello per lo sciopero regionale proclamato dal Nursind. Una mobilitazione che arriva dopo due anni di pandemia dove "siamo stati spremuti come limoni". 

"Paghe infermieri italiani tra le più basse d'Europa" 

E le ragioni della protesta sono sintetizzate nei cartelli che il personale sanitario aveva in mano, a partire dall'adeguamento degli stipendi allo standard europeo. "Le nostre paghe - ha denunciato Francesco Coppolella, segretario regionale del Nursind - sono tra le più basse d'Europa. Ci sobbarchiamo a nostre spese l'assicurazione, la formazione e l'iscrizione all'ordine professionale". Se in Francia gli infermieri da marzo 2021 hanno percepito un aumento base di 183 euro, "noi attendiamo da due anni il riconoscimento, da 75 euro, per la lotta al Covid". 

"Condizioni di lavoro inaccettabili" 

Da quando è esplosa la pandemia "le condizioni di lavoro  sono diventate inaccettabili". Oltre a spostamenti continui ed improvvisi di reparto, il sindacato denuncia anche "ferie bloccate, nessun affiancamento per i neoassunti, montagne di ore di straordinario non pagato, nessuna quarantena per i contatti stretti, sempre sotto-organico, richiamati continuamente in servizio".

 

"Da due anni non abbiamo una vita fuori dal lavoro" 

"Da due anni non abbiamo una vita fuori dal lavoro. Siamo utilizzati per combattere una guerra e ad ogni battaglia siamo gettati nel dimenticatoio. Siamo i più esposti, garantiamo l'assistenza nelle 24 ore e siamo trattati come figli di un Dio minore" conclude Coppolella.

Cinzia Gatti

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