Attualità - 08 febbraio 2022, 13:02

Le mura dell'antico castello di Roccaforte Mondovì studiate con i droni

L'iniziativa dell'associazione culturale Ra.Ro, Radici Roccaforte, è solo il primo passo di un progetto che mira a valorizzare il paese e far conoscere il suo patrimonio ai giovani e oltre i confini della Granda

Alcune immagini dei rilievi estrapolate dal video di Ra.Ro

Guardare al futuro per riscoprire il passato. Con questo obiettivo, nel 2020, è nata l'associazione culturale "Ra.Ro": "Radici Roccaforte", composta da Alessandro Rulfi (presidente), Valentino Russo (vice presidente), Danilo Dellapiana, Renato Occelli, Marco Gavotto e Paolo Garelli.

Il progetto ha come obiettivo quello di valorizzare la storia e la tradizione del paese, all'interno del territorio monregalese, seguendo quattro linee di sviluppo: lo storytelling attraverso i canali social, la creazione di un percorso fotografico en plein air, lo studio e il recupero dell'area del castello medievale e percorsi sentieristici annessi ed infine la realizzazione di un vero e proprio museo.

"Siamo un gruppo di appassionati di storia" - spiega il presidente dell'associazione, Alessandro Rulfi - "da tempo pensavamo di creare qualcosa per valorizzazione l'architettura e la tradizione del paese per poterne lasciare memoria a chi verrà dopo di noi. Così, nel corso del primo lockdown, abbiamo deciso che era tempo di realizzare un progetto concreto e ci siamo costituiti come associazione".

Le anime che compongono il progetto sono principalmente quattro, come sono strutturate?

"Il nostro obiettivo è evitare che storia e tradizioni del nostro paese sbiadiscano dalla memoria di chi vi abita e, in questo senso, la tecnologia è molto utile: in primis stiamo portando avanti uno "storytelling" sui nostri canali social, incentrato principalmente sulla condivisione di fotografie storiche, documenti, lettere, aneddoti e curiosità legati a Roccaforte. Con ogni post cerchiamo di dare informazioni corrette e più dettagliate possibili, in modo da condividerle con i roccafortesi e non solo".

In questi giorni il castello di Roccaforte è stato oggetto di un interessante studio con i droni...

"Sono stati effettuati, da alcuni professionisti, rilievi fotogrammetrici dell'area per poter avere una mappatura dettagliata dei muri ancora presenti. Speriamo di poter ottenere i fondi necessari per portare avanti le ricerche, in modo da poter ricostruire la storia archeologica del sito. Recentemente l’area è stata oggetto di altre iniziative e ricerche, in particolare uno studio delle fonti storiche da parte dell’archeologa Cecilia Galleano, un progetto di valorizzazione dell’area archeologica sottostante della Pieve di San Maurizio da parte del Fondo Storico Alberto Fiore (Usque ad Cacumina Alpium) ed un progetto didattico di ingegneria forestale del Centro Formazione Professionale di Mondovì (CFP).

Al momento per valorizzare i resti del castello l'area è stata illuminata in modo che di notte sia ben visibile dal paese. Inoltre, grazie a tanti volontari il percorso sentieristico che conduce al castello è stato messo in sicurezza ed è percorribile, in accordo con la filosofia della nostra associazione: rendere fruibile a tutti il patrimonio del nostro paese".

Quali sono i prossimi obiettivi?

"C'è ancora moltissimo da fare. Intanto continueremo a lavorare per valorizzare il castello, da cui si gode di una splendida vista sulla valle Ellero, perché è proprio da questo luogo che deriva il nome del paese. E poi ci concentreremo sugli altri progetti come la creazione del percorso fotografico "Ieri e oggi": un'esperienza di "realtà aumentata" con un percorso fotografico all'aperto, quindi sempre fruibile da tutti, che prevede l'installazione di alcuni pannelli con immagini, posizionate esattamente dove vennero scattate le fotografie".

Tra i vostri obiettivi, però, c'è anche Mu.Ro, il Museo Roccaforte, giusto?

"Nella nostra intenzione, il concetto di museo non sarà semplicemente una stanza per ospitare reperti, ma una sorta di “filiera” che si occuperà di reperire il materiale presente sul territorio per contestualizzarlo, studiarlo e collocarlo in un luogo apposito che ne permetta la massima condivisione possibile con la comunità. Il materiale raccolto verrà poi digitalizzato o fotografato, catalogato, condiviso nell’ambito del progetto “RA.RO. Social”."

 

Di seguito vi proponiamo il video dell'associazione Ra.Ro per ringraziare tutti a coloro che stanno aiutando con i rilievi fotogrammetrici.

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