È localizzata a La Spezia, in Liguria, la centrale a carbone più vicina alla provincia Granda, che potrebbe fungere da “pronto soccorso” energetico, in questo difficile momento geopolitico.
Addirittura potrebbe essere riattivata, visto che - in nome della transizione energetica che dovrebbe concludersi nel 2025 - è stata chiusa pochi mesi fa, per la precisione a dicembre dell’anno scorso.
Nel mezzo dell’emergenza internazionale, potrebbe essere un’ancora di salvezza, insieme alle altre sei centrali a carbone ancora presenti ed attive in Itala.
Un possibile riutilizzo quindi, alla luce delle dichiarazioni del presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi che nell’informativa urgente alla Camera sulla crisi Ucraina e le possibili conseguenze delle sanzioni alla Russia ha detto che “potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone, per colmare eventuali mancanze nell’immediato”.
Delle sette centrali cinque sono in capo all’Enel, proprio come quella della vicina Liguria, la centrale termoelettrica Eugenio Montale, che è l’unica spenta: gli impianti per la produzione di energia dalla combustione del carbone - con una capacità di 682 mw - sono stati messi a riposo due mesi fa.