Attualità - 07 marzo 2022, 14:50

Il dramma della guerra in Siria raccontato agli studenti dei licei monregalesi [VIDEO]

Ghaith Hanna, che ha raggiunto l'Italia grazie alla comunità di Sant'Egidio, ha condiviso la sua storia ricordando a tutti l'importanza di lottare per la pace e contro l'indifferenza, specialmente in questo periodo, segnato dallo scoppio della guerra anche in Ucraina

Ghaith Hanna

"L'enfer c'est les autres" (L'inferno sono gli altri, ndr) - scriveva Jean Paul Sartre, nell'opera teatrale "A porte chiuse", in cui i protagonisti attendono i loro carcerieri, ma, nell'attesa, si feriscono a vicenda con parole e domande. 

Oggi, con la guerra alle porte, l'inferno siamo noi che con i nostri commenti di indifferenza guardiamo all'Ucraina, alla Siria o all'Afghanistan come "paesi lontani", come se la guerra non potesse toccarci. 

A Mondovì, questa mattina, a raccontare l'esperienza della guerra agli studenti del liceo "Vasco-Beccaria-Govone" delle classi 3A scientifico e 4T scientifico sportivo, è stato Ghaith Hanna, che è riuscito a fuggire dai bombardamenti in Siria e a raggiungere Genova, grazie alla Comunità di Sant'Egidio.

 L'incontro, realizzato nell'ambito del progetto "La Biblioteca Umana", coordinato dalle docenti Alessandra Belfiore e Monica Menichelli, inizialmente, era stato pensato in maniera diversa, con più dati e statistiche sui conflitti e sui dati relativi all'immigrazione ma che alla luce della situazione attuale, si è trasformato in un dialogo aperto con gli studenti. 

Ghaith, fuggito nel 2016 dalla Siria, ha raggiunto l'Italia grazie alla comunità di Sant'Egidio attraverso un corridoio umanitario aperto con il Libano, dove lavorava come cameriere, in condizioni disumane che, però, rispetto alla guerra gli sembravano una nuova occasione di vita.

I suoi genitori e uno dei suoi fratelli sono ancora in Siria. A Genova, dove vive e lavora come sagrestano nella sede della comunità presso la Nunziata, c'è anche l'altro suo fratello, che di mestiere fa il parrucchiere, nonostante in Siria abbia conseguito la laurea nel settore turistico. 

"Non ci aspettavamo che la guerra arrivasse a Damasco e vicino a casa nostra" - ha detto Ghaith agli studenti - "Non lo pensavamo proprio. Invece, un giorno una bomba è caduta nel giardino dove noi abitualmente facevamo pranzo. Fortunatamente eravamo in casa in quel momento. Il servizio militare è diventato obbligatorio. Non dire mai "qua la guerra non arriva. Oggi vediamo che è in Ucraina, ma non rimaniamo indifferenti, cerchiamo di aiutare, perché non sappiamo quali potranno essere le conseguenze in futuro. Pochi anni fa mia avrei immaginato che avrei dovuto lasciare il mio paese e la mia famiglia per fuggire verso un luogo che non conoscevo e di cui non parlavo neanche la lingua". 

Ghaith si è ricongiunto a uno dei fratelli, ma i suoi genitori non li vede dai sei anni. Riesce a tenersi in contatto grazie alle videochiamate. Impossibile ora creare un corridoio umanitario con la Siria, il tutto avviene se le persone riescono a raggiungere paesi limitrofi come la Turchia o il Libano, ma la situazione è troppo tesa al momento e rende le operazioni quasi impossibili. 

"In questo momento ci sembra importante parlare ai giovani" - Antonio Taranto e Manuela Dogliotti della Comunità di Sant'Egidio - "Abbiamo la guerra alle porte, abbiamo sprecato 30 anni di pace, come giovani dobbiamo lottare per un mondo libero dai conflitti bellici e abbiamo il dovere di aiutare".