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Saluzzese | 08 marzo 2022, 18:13

Dal Saluzzese all’Ucraina: un ponte umanitario che salva sei bimbe dalla guerra

Insieme alla Domus Onlus di Cavour, l’agenzia di viaggio Polaris invia in Romania un minibus per portare in patria sei bambine e due responsabili di un orfanotrofio di Odessa. Una grande gara di solidarietà, che coinvolge le comunità di Barge, Bagnolo Piemonte e Cavour. Una storia che è solo al suo primo capitolo…

L'arrivo delle bambine a Pinerolo, all'hotel Barrage - FOTO DI DIEGO MURGIONI

L'arrivo delle bambine a Pinerolo, all'hotel Barrage - FOTO DI DIEGO MURGIONI

Un vero e proprio ponte umanitario, dalla Valle Infernotto e dal Cavourese, sino a Iasi, città della Romania al confine con la Moldavia, a oltre 2 mila chilometri di distanza da noi.

Obiettivo: portare in salvo sette bambine e due responsabili dell’orfanotrofio di Odessa, città del sud dell’Ucraina, sul Mar Nero, teatro dei pesanti attacchi bellici dopo l’invasione della Russia.

Una gara di solidarietà che parla piemontese. Nascono infatti qui, al confine tra le provincie di Cuneo e Torino, i primi contatti tra Antonella Genovesio, presidente dell’Associazione Domus, e Aldo Bruno, titolare dell’agenzia di viaggi “Polaris”.

La Domus è una ONG di Cavour che supporta varie organizzazioni locali in Lenya, Nicaragua e proprio in Ucraina, a Odessa. La Onlus si occupa di aiutare quelle realtà che aiutano bambini senza una famiglia.

Domus è un’associazione che ho fondato 15 anni fa con altre persone. Ci occupiamo di progetti con l’orfanotrofio di Odessa – racconta Genovesio –. La struttura cerca di recuperare i bambini che sono senza genitori e vivono in strada. Un problema serio, perché si calcola che siano in 3 mila a vivere nelle fogne”.

Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, Domus si è sin da subito attivata per portare in salvo, in Italia, i piccoli ospiti della struttura “The Way Home” di Odessa, diretta da Sergey Kostin.

La situazione di guerra ha spinto Kostin a telefonare ad Antonella Genovesio: “Mi ha chiamato tre giorni fa, per chiedere un aiuto per mettere in sicurezza i bambini dalle bombe, e siamo riusciti a mettere in piedi subito, grazie a volontari e aiuti, l’operazione di recupero”.

Sono bambini e donne – spiegano ancora dalla Onlus – che fuggono da quella terribile realtà di guerra, e noi li accogliamo in Italia con l’aiuto delle autorità italiane e della Chiesa”.

Domus ha lanciato un appello, chiedendo la collaborazione delle nostre comunità per “salvare queste vite umane innocenti”. Bimbi e responsabili dell’orfanotrofio sono riusciti a fuggire – a bordo di un’auto di “Save the Children” – da Odessa a Iasi, a più di 300 chilometri di distanza.

Per portarli in Italia, però, ne restano 2000. Un lungo viaggio, non senza insidie.

Ed è così che nascono i primi contatti tra la presidente di Domus, Antonella Genovesio, e il titolare di Polaris Viaggi, Aldo Bruno. La Onlus si è affidata alla Polaris per avere un supporto logistico nel rimpatrio dei bambini.

Un viaggio lungo – spiega Bruno –. Servivano autisti. Ho quindi messo un annuncio su Facebook, sperando di trovare qualcuno che se la sentisse di affrontare questa ‘missione’”.

Il post Facebook, nel giro di poco, dà i suoi frutti. A rispondere all’appello c’è Marco Badariotti, ci Bagnolo Piemonte. A lui si aggiunge a stretto giro Enrico Giusiano, di Barge.

I due partono, a bordo di un minibus, nella serata del 5 marzo. 24 ore di viaggio, stimate, per arrivare a Iasi e recuperare i bambini, rifugiati all’interno di un hotel dopo la fuga dall’Ucraina. Oltrepassato il nostro confine di Stato, il furgone – senza tappe – tocca il suolo della Slovenia, dell’Ungheria, passando per Budapest, per poi entrare in Romania.

Dall’Italia, Aldo Bruno, in costante contatto con Badariotti e Giusiano, fornisce una sorta di diario di viaggio della missione umanitaria.

Il tempo è nuvoloso. Fa freddo, ci sono 4 gradi, ma non piove, quindi la viabilità è regolare.

Nessun intoppo alle frontiere: “I militari ai confini sembrano volerci aiutare” scrive Bruno. Così, i due autisti entrano in Iasi 24 ore dopo la partenza, intorno alle 21.30 del 6 marzo. 24 ore di guida ininterrotta, dandosi il cambio uno con l’altro, per arrivare il prima possibile a destinazione e, di conseguenza, riportare il prima possibile le bimbe in Italia.

Una notte di riposo a Iasi. E poi, la mattina successiva, all’alba, la partenza per il rientro: a bordo del minibus Irina, Tatyana, Anastasia, Lyudmila, Vladislava, Tamara, Victoria, Irina, le sei bimbe insieme a due responsabili dell’orfanotrofio.

Il viaggio verso l’Italia scorre senza particolari intoppi. Nemmeno la neve per strada ha fermato l’onda di solidarietà e la tenacia di Badariotti e Giusiano. “Le bimbe sembrano guardare la strada con impazienza e fiducia – racconta Aldo Bruno - per capire dove andranno”. Nella tarda serata di ieri, l’ingresso in Ungheria: “Ora la strada è tutta in discesa” si commenta dall’Italia.

E proprio qui, a differenza dell’andata, al ritorno il minibus si concede una tappa: un momento di cena per la sette bimbe, a base di cotoletta, patatine fritte e “tanto ketchup”.

Oggi, l’arrivo in Italia. Sei bambine e due donne che giungono nel nostro Paese proprio nella giornata internazionale dei diritti della donna, in fuga da dove la guerra, forse, i loro diritti li stava calpestando.

Poco fa, il minibus è arrivato a Pinerolo, dove si è tenuto un piccolo momento di festa e di accoglienza per il gruppo di rientro dalla Romania. Le bimbe sono arrivate poco prima delle 17, sono uscite salutando con un "Ciao" e con un pupazzetto in mano.

In un primo momento – racconta ancora Aldo Bruno – si pensava ad un rientro in aereo, ma i permessi e la burocrazia avrebbero fermato le operazioni. Quindi si è pensato di recuperarli via terra. Abbiamo subito assicurato loro la prenotazione di un hotel a Iasi, con pasti, e dopo che abbiamo inviato il pagamento ci hanno mandato la prenotazione della camera: siamo stati fortunati, era l’ultima.

Il mezzo per il trasporto, invece, c’era. In quattro e quattr’otto abbiamo trovato gli autisti: sono loro i veri angeli di questa storia. Una storia che abbiamo vissuti tutti insieme: ora le bimbe saranno alloggiate con Domus onlus.

Io ho fatto poco: ho solo messo a disposizione un minibus che avevo libero”.

La gara di solidarietà, però, ora non si ferma.

La Domus Onlus si sta muovendo per raccogliere offerte e beni che potranno essere utili per le bambine e le responsabili giunte in Italia.

Chi ha vestiti, maglie e scarpe in buono stato (le bambine sono di età compresa tra i 7 e i 14 anni) può portarli alla locanda “La Posta” di Cavour e chiedere di Antonella. A Barge si è organizzato un punto di raccolta presso il negozio di alimentari di Monica e Giulia, in viale Mazzini.

Non è richiesto materiale per neonati o passeggini, in quanto, in questo specifico contesto, non verrebbero utilizzati. Presso l’alimentari bargese di Monica e Giulia si potrà anche fare una piccola spesa e lasciarla a loro per la consegna nella casa-famiglia della diocesi dove saranno alloggiate le bimbe insieme alle responsabili.

C’è anche la possibilità di effettuare offerte in denaro.

Sia con un bonifico sul conto corrente intestato a Domus Onlus (Banca di Cherasco - IBAN: IT05G0848730320000230100709 - BIC/SWIFT: ICRAITRRDJ0). Sia in contanti, portandoli in busta chiusa con l’intestazione “Domus per Ucraina” presso la locanda “La Posta” (Via dei Fossi 4 - Cavour), l’hotel Barrage (Stradale San Secondo 100 - Pinerolo) oppure ancora l’hotel Cavalieri (Stradale Orbassano 21 - Pinerolo).

La curia di Pinerolo, sotto la responsabilità del vescovo Monsignor Derio Olivero, prenderà in affidamento le bimbe, che saranno sistemate in un primo tempo presso l’Hotel Barrage di Pinerolo.

Tutte le offerte che arriveranno però alla Domus Onlus saranno mirate a questo gruppo di bimbe.

Proprio la Onlus è al lavoro in stretta sinergia con i Servizi sociali, le autorità sanitarie e le istituzioni competenti per gestire tutte le pratiche legate all’arrivo delle minori.

Da quanto si apprende, c’è anche chi si è fatto avanti per l’affidamento delle bimbe, per il quale occorrerà seguire le specifiche pratiche, che saranno gestite dal Ciss, il Consorzio intercomunale dei servizi sociali di Pinerolo.

Finisce così il primo capitolo di quella che sarà una lunga storia di solidarietà di cui si è fatto artefice il nostro territorio.

Queste sei bambine resteranno qui. – afferma ancora Bruno - E come giusto che sia, il nostro territorio ha fatto sentire la propria vicinanza. Senza pensare che, per questa operazione, abbiamo gemellato tre paesi: Cavour, Bagnolo Piemonte e Barge. Sempre con, come capofila, la Domus Onlus di Cavour, Marco Badariotti ed Enrico Giusiano.

Le comunità si sono fatte sentire molto vicine a questo progetto, che resterà vicino al territorio, in modo da farlo sentire più vivo e partecipe”.

Nicolò Bertola

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