Resta grande la confusione sotto il cielo della politica cuneese. Nel centro/centro-sinistra continua il braccio di ferro tra la lista civica “Centro per Cuneo” e il Partito Democratico. Ad oggi non risulta che alcuno dei due “papabili”, il vicesindaco Pd Patrizia Manassero e l’assessore centrista Luca Serale, abbia acquisito vantaggio rispetto all’altro.
Le posizioni restano distanti e reciprocamente guardinghe, anche se il segretario provinciale del Pd, Mauro Calderoni, si mostra imperturbabile e financo ottimista. “Si lavora – dice - in totale armonia alla definizione del programma senza esporre nessun candidato fintanto che non si conoscerà la data del voto”.
E proprio l’incertezza del voto induce tutti a temporeggiare. Dal cilindro del centrodestra ancora non scaturisce l’agognato candidato sindaco.
Gli unici nomi realisticamente sul tappeto restano quelli di Enzo Tassone, proposto dal “patriarca” della destra cuneese, Paolo Chiarenza, e di Massimo Garnero, uno dei due attuali consiglieri comunali. L’altro, Alberto Coggiola, infatti, ha già manifestato la sua indisponibilità.
Curioso il fatto che il gruppo consiliare di FdI sia costituito da due esponenti entrambi eletti nel 2017 in altre formazioni: il primo in Forza Italia, il secondo nei Moderati. In pista, dunque, sempre che nel frattempo non emergano sorprese, c’è il fratello della senatrice Daniela Garnero Santanchè.
Ma la novità più rilevante, confermata da chi ha preso parte ai vertici di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, è che i tre partiti – allo stato dell’arte – sembrano intenzionati a presentarsi agli elettori di Cuneo con una sola lista rinunciando ciascuno al proprio simbolo.
Bisognerà vedere se la scelta (per altro ancora in fieri) sarà avallata dai vertici regionali e nazionali dei rispettivi partiti, ma ad oggi sembra essere una decisione quasi obbligata, dettata dalla mancanza di risorse umane.
Mentre l’esponente più a destra della politica cuneese, Beppe Lauria, che pure si presenta come “civico”, annuncia, gonfiando il petto, che avrà “certamente quattro o forse anche cinque liste al suo fianco”, la trimurti del centrodestra classico non riesce a mettere insieme i candidati necessari per dar vita ciascuno ad una propria formazione.
Ad un profano verrebbe da osservare che potrebbe essere proprio Lauria a togliere le castagne dal fuoco, essendo – come noto - sempre pronto ad indossare i panni del gladiatore, ma in politica, si sa, la logica non funziona. È più facile infatti che un cammello passi per la cruna di un ago che i “Fratelli” (coltelli) dell’ ex Movimento Sociale, poi Alleanza Nazionale vadano da lui a Canossa.
Per contro, al punto in cui sono giunti gli eventi, l’imperativo categorico del già candidato alle europee per Casapound è uno solo: umiliare elettoralmente i “Fratelli” e insieme a loro anche i “cugini” di Lega e Forza Italia, che lo hanno sempre trattato da reprobo, alla stregua del figlio di un dio minore.
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