Ha suscitato sorpresa da qualche giorno nei fossanesi che passeggiano lungo i portici lato Duomo, la vetrina sprangata del bar gelateria Masucci, in via Roma, che ha cessato la propria attività.
Da recenti notizie pare che il suo posto verrà preso da un emporio della catena Benetton e, data la competenza e la conoscenza dello sviluppo storico architettonico della città, abbiamo chiesto all'Architetto Luciano Casasole di commentare il cambio di destinazione di uno degli storici spazi di convivialità dei fossanesi.
Architetto, che effetto le fa vedere gli storici chiusi in legno di noce sprangati?
"La vetrina lignea del bar Masucci, prima afferente alla pasticceria Fiandrino, ha una fattura che la colloca probabilmente negli anni venti del '900. La naturale evoluzione del commercio e delle generazioni porta a naturali cambi di utilizzo degli storici spazi commerciali della nostra via Roma".
Cogliamo in lei un certo interesse per la fattura dell'antico spazio espositivo...
"Indubbiamente si tratta di un pezzo unico e importante nello sviluppo nei negozi del centro storico. Rappresenta, con alcune altre vetrine, un continuum estetico di indubbio pregio".
A quali spazi si riferisce?
"Mi rendo conto che oggi con la fretta che abbiamo, anche durante una passeggiata in centro non ci concediamo il piacere di apprezzare portoni, strutture e vetrine antiche. L'ex bar Masucci si trova in una zone piuttosto ricca di manufatti interessanti. Vi sono infatti, a breve distanza, una bella vetrina liberty in rovere oggi in parte stravolta nella sua composizione originaria, la facciata importante della farmacia, ancora in noce e una adiacente vetrina sempre liberty, ma in ghisa".
Un patrimonio che, sembra di capire, lei desidererebbe fosse mantenuto integro...
"Indubbiamente. Credo che, come succede in molte altre città, debba essere trovata una soluzione che possa permettere di far convivere le necessità commerciali con la tradizione e i gusti estetici che da sempre caratterizzano alcuni tratti del centro storico. E questo è ancor più difficile se gli insediamenti riguardano grandi catene, che naturalmente puntano al marketing ed alla visibilità, spesso a scapito del "bello" architettonico".
Teme stravolgimenti del layout di quella parte di portici?
"Per un qualsiasi progettista che punti alla più ampia visibilità della merce non c'è niente di più semplice che eliminare un "ingombrante" tratto di muro portante, sistemare una poderosa putrella orizzontale e ottenere così una enorme apertura a beneficio della quantità di oggetti da esporre in vista. E questo non è solo poco rispettoso della tradizione e della "biodiversità" delle vetrine di cui i nostri centri storici sono ricchi, ma, pur non compromettendo la tenuta di un palazzo, in questo caso medioevale, è indubbio che ne redistribuisca i carichi, modificandone di molto l'equilibrio statico!"
Lei sarebbe dunque per una maggior tutela di questi "pezzi" di passato, non solo da un punto di vista estetico ma anche evidentemente architettonico...
"Sì, senza dubbio. Come dicevo molte amministrazione comunali tutelano in modo rigido portali, vetrine, manufatti commerciali del passato; la loro forma, i loro materiali, e anche il loro rapporto con la città. In via Roma a Cuneo per esempio da anni l'aspetto esterno dei negozi può essere sì rinnovato, ma non stravolto; io stesso ne sono stato diretto testimone quando un commerciante mi chiamò perché potessimo "trattare" con l'ufficio tecnico comunale per trovare un compromesso. C'è da sperare che, nonostante la standardizzazione formale degli spazi espositivi afferenti al gruppo che subentrerà nell'ex bar Masucci, Comune e privato tengano in considerazione estetica, statica e perché no?: affezione della città alle sue ormai poche storiche vetrine di un certo pregio!".