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Politica | 12 maggio 2022, 07:41

Sanità, la mancanza di coraggio nelle scelte rinfocola i campanilismi

La tensione in atto tra il Pd albese e quello cuneese è la punta di un iceberg di una situazione che si trascina da anni. La Regione, cui competono le decisioni, deve dire con chiarezza, dal canto suo, quali strade intende percorrere

Sanità, la mancanza di coraggio nelle scelte rinfocola i campanilismi

La si giri come la si vuole, il Cuneese, provincia “federata” (ma non troppo), dovrà sempre fare i conti con i campanili.

Quando c’era la Provincia (con la P maiuscola, intesa come istituzione) l’ente fungeva da mediatore tra i partiti, i quali partiti effettuavano le loro liturgie (a volte estenuanti) sentendo gli iscritti e le loro sentinelle sui territori. Si discuteva in loco, ci si confrontava anche animatamente; poi, come non può che avvenire in democrazia, la maggioranza decideva.

Cuneo e Alba avevano un loro equilibrio, precario, ma l’avevano.

Oggi che i personalismi, tanto a destra che a sinistra, hanno avuto il sopravvento sui partiti, nessuno ha più il coraggio di decidere.
Sembra un paradosso, ma è così.

Il caso della Sanità piemontese – non da oggi - ne è la plastica dimostrazione.
Si guardi quel che sta succedendo a proposito dei nuovi ospedali: annunci roboanti cui seguono tattiche dilatorie, come quella adottata sui nuovi ospedali dall’assessore regionale Luigi Icardi di richiedere un passaggio in Consiglio regionale per individuare le aree su cui insediarli.

“La Regione ha il pieno potere – ci confida un tecnico di altissimo livello che ha avuto in passato responsabilità di primo piano chiedendo, per ovvie ragioni, l’anonimato - in fatto di strutture ospedaliere. Può anche decidere di cambiare il Piano Sanitario Regionale e quindi dire che l’ospedale hub del Piemonte Sud diventa Verduno e non più Cuneo. Ciò che non è accettabile è il lento “spolpamento” dell’uno cui non corrisponde un riconoscimento giuridico-formale dell’altro”.

Non scandalizzi più di tanto il fatto che, essendo il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi, espressi entrambi dalla terra di Langa, spingano per avere a Verduno un ospedale di eccellenza (al quale hanno contribuito in maniera economicamente rilevante importanti aziende del territorio) nel loro bacino elettorale.

Franco Nicolazzi, ministro socialdemocratico dei Lavori Pubblici a metà degli anni ‘80, originario di Gattico, favorì la realizzazione dell’autostrada Gravellona Toce che gli attirò allora critiche feroci.
Col senno del poi l’infrastruttura oggi funziona ed è utile.

Il nodo, dunque, non è l’arroccamento sul campanile, ma una visione progettuale seria e, soprattutto, il coraggio di assumersene la responsabilità.

Certo è perlomeno singolare che il Pd, unico partito ancora strutturato secondo gli schemi più o meno classici, non abbia una visione comune e proceda in ordine sparso.
Che i panni si sciacquino in Tanaro o nello Stura ai cittadini-pazienti (prima ancora che elettori) poco importa.

Ciò che l’opinione pubblica chiede su un tema così delicato qual è la Sanità pubblica è che sia efficiente, di alta qualità e per tutti. Le campagne elettorali evaporano rapidamente e i personaggi politici tramontano.

Al contrario, gli ospedali, come le strade, restano.

Giampaolo Testa

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