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Attualità | 13 maggio 2022, 19:37

Stelle Michelin: Langhe, Roero e Monferrato tornano a quota 26 con l'arrivo di Christian Milone

Lo chef pinerolese gestirà un ristorante a Cherasco, dove proporrà la tipica cucina piemontese secondo una chiave di lettura più leggera nella struttura ma senza rinunciare alla pienezza di gusto

Lo chef Christian Milone (Foto trattoriazappatori.it)

Lo chef Christian Milone (Foto trattoriazappatori.it)

Perso un Papa se ne fa un altro… . Così si dice e il “detto” può prestarsi a essere speso in ogni settore, anche in cucina. Dopo aver perso uno stellato a fine 2021, per il trasferimento dello chef Andrea Larossa da Alba a Torino, il territorio di Langhe, Roero e Monferrato torna a quota 26 con l’arrivo dello chef Christian Milone da Pinerolo.
E così nelle colline Unesco gli amanti della cucina d’autore continueranno a non avere che l’imbarazzo della scelta tra il “tre stelle” Enrico Crippa (Ristorante Piazza Duomo ad Alba), anche presente tra i Top 20 a livello mondiale, i due bistellati "L’Antica Corona Reale" di Cervere e "La Madernassa" di Guarene, e ben 19 ristoranti a “una stella”.

Ed è, appunto, tra questi ultimi che è entrato lo chef pinerolese. Figura che dal ciclismo è passata alla cucina, e che cucina, a conferma di come la vita riservi anche percorsi inaspettati e grandi scoperte.

Classe 1979, Milone ha avuto una carriera come ciclista professionista prima di approdare alla cucina dove, tra tappe impegnative e gran premi della montagna, è riuscito a ottenere una stella confermando peraltro la vocazione di famiglia tra i fornelli, visto che il padre Franco è un conosciuto chef.

Formatosi al fianco di Enrico Crippa, che considera il suo maestro, in cucina mette tradizione e creatività. Molto interessante il suo "menù della Gastronavicella".

La cucina piemontese pensata secondo il suo verbo, ora si può degustare a Cherasco dove è stato aperto un nuovo ristorante che sarà gestito da Christian Milone che afferma: «Due anni fa, prima dell’apertura torinese, mi sono chiesto tante volte cosa significasse riportare la tradizione nel presente, quale fosse la direzione per proporre piatti iconici del passato piemontese, come dire, quasi sacri, agli avventori di oggi. Solo sulla salsa “tonné”, per esempio, si potrebbe scrivere un libro! E poi c’era l’amarcord, vivo, fortissimo: sentivo ancora l’odore del vino che ribolliva nel ragù e vedevo mio nonno seduto a un tavolo con accanto un quartino di rosso che giocava a carte con gli amici... . Ma Madama Piola non voleva essere un’operazione nostalgica, tutt’altro. Ci siamo messi di buona lena per creare un menù piemontese, certo, più alleggerito nella struttura dei piatti, ma senza rinunciare alla corposità del gusto, a quella pienezza che caratterizza la nostra cucina».

Livio Oggero

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