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Attualità | 24 maggio 2022, 16:45

La Omlat di Ceresole d'Alba andrà all'asta il 23 giugno. Valore di partenza 3,6 milioni di euro

Il sindaco Olocco: «Nel bando è specificato che devono essere mantenuti i posti di lavoro e il radicamento sul territorio. Vediamo il bicchiere mezzo pieno anche perché l’azienda è un’eccellenza nel suo settore, al di là dei debiti che l’hanno schiacciata»

La Omlat: il futuro potrebbe riservare una ripartenza in caso di acquisizione (Foto omlat.com)

La Omlat: il futuro potrebbe riservare una ripartenza in caso di acquisizione (Foto omlat.com)

Giovedì 23 giugno: i fabbricati della Omlat saranno assegnati all’asta. Valore di partenza 3 milioni e 600 mila euro. Così cala il sipario sull’azienda di Ceresole, che ha dichiarato fallimento il 3 febbraio scorso. Avendo ottenuto l’esercizio provvisorio, i 40 dipendenti potranno continuare a lavorare.

Una situazione che vede l’azienda aperta, ma ormai sotto il controllo del curatore fallimentare, l’avvocato Giorgio Todeschini, con la supervisione del giudice delegato presso il Tribunale di Asti Marco Bottallo, che, dopo la scadenza del 22 aprile per l’insinuazione dei creditori nel passivo societario, e aver valutato ieri la situazione contabile aziendale, ha così deciso la data dell’asta.

Le eventuali buste arriveranno per via telematica con possibilità di presentare un’offerta entro il 22 giugno. Ribasso fino a 3 milioni e 240 mila euro. L’eventuale acquirente diventerà possessore della quota maggioritaria, e, oltre che dello stabilimento, anche dei terreni, dei beni mobili, ed erediterà i dipendenti e il 51% delle quote della Comett Srl di Corneliano d’Alba. E così – è l'auspicio – ci potrà essere un futuro per un’azienda che è sempre stata competitiva nel settore della produzione degli elettromandrini (componenti per la tornitura), ma che ha vissuto un periodo di debiti dal 2005 al 2019, ceduti parzialmente da una delle banche a una finanziaria.

Sulla vicenda il sindaco di Ceresole d'Alba Franco Olocco dichiara: «L’asta è un’opportunità di rilancio e sappiamo che nel bando è specificato che devono essere mantenuti i posti di lavoro, il radicamento sul territorio come sede e come investimenti per il futuro. Vediamo il bicchiere mezzo pieno anche perché l’azienda è un’eccellenza nel suo settore, al di là dei debiti che l’hanno schiacciata. Un bel reset sulla situazione negativa per ripartire con alla base le 60 famiglie che qui lavorano».

Livio Oggero

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